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A Napoli la matematica del segno ti fa uscire PAZ!

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Da qualche tempo girano strane voci sul mio conto. Io sono un bravo ragazzo! Secondo voi sarei capace di andare in giro a seminare terrore, generando risse, divertendomi  a deviare setti nasali? Eppure maledizione, questa voce è giunta a mia madre. Lei preoccupata ne ha parlato alla mia ragazza, la quale ha deciso di lasciarmi! Si… mi ha lasciato e mi ha regalato un libro con una frase: qui troverai la dolcezza perduta.

Mi è toccato leggere Tre metri sopra il cielo. La mia ragazza non so che fine abbia fatto, però in compenso ora conosco Federico Moccia e non solo. Si, si, non solo…  perché? Nel libro si parla di un certo Step, il protagonista, il quale ad un certo punto della storia racconta di aver compiuto un atto azzardato, introducendosi nottetempo in una casa editrice per rubare alcune tavole originali di Paz. Di chi?

Di Paz! E chi è mo ‘sto Paz! Troppo scosso dall’abbandono e convinto che questo “acronimo” potesse racchiudere la via d’uscita dalla mia crisi amorosa ho iniziato una ricerca spasmodica di qualche riferimento. Ho avuto cura di contattare personalmente il grande Federico il quale mi ha risposto: <<Ma come… non conosci Andrea Pazienza!!?? Guarda, a tal proposito posso consigliarti una mostra che si tiene proprio dalle tue parti. Fai un giro a Napoli, Castel Sant’Elmo Carcere Alto e potrai ammirare ANDREA PAZIENZA TRACCE: Napoli e Oltre dal  14 Novembre 2008 al 13 Gennaio 2009>>.

Improvvisamente, mi sento come Harry Potter  alla ricerca della pietra filosofale… Catapultato in un’altra dimensione, giungo all’ingresso di Castel Sant’Elmo… Ahè! Altri 6 euri! Non bastava il biglietto della metropolitana! Rigorosamente da solo, nell’ascensore incontro una ragazza spagnola (Erasmus?) che sfoglia una rivista coloratissima. Ipnotizzato dalla copertina variopinta continuo a fissarla. Lei, con fare tipicamente latino mi fa: <<conosci  Frigidarie!.. E  io:” Maaa? Verameeente?  Si, forse ne ho sentito parlare>>. Lei continua: <<è una rivista degli anni settanta, sono qui per questo>>.

Lei studentessa DAMS scesa da Bologna a Napoli per la mostra di questo tipo e io… A questo punto mi paleso, faccio la mia bella e sana figuraccia, ma in compenso ci guadagno una guida dotta, bizzarra e anche …! Entriamo… la mostra è ben allestita, anche se la mancanza di percorsi tematici oppure di una guida rappresenta per i neofiti  come me un limite poiché non è facile seguire la poliedricità del percorso artistico di Pazienza.

La mostra è curata personalmente (direzione artistica) da Marina Comandini Pazienza, moglie dell’artista. I colori, le vignette, le parole, i personaggi( Zanardi, Pentotal, Fiabeschi, Francesco Stella, L’investigatore senza nome, Pertini, Pompeo), le riviste( Frigidarie, Cannibale, il Male), i manifesti, le locandine,  le copertine dei dischi, le tessere politiche, i movimenti, la classe operaia, il cinema, la droga, l’eroina… Mi fanno sprofondare in un mondo fantastico…  Paz è gli anni settanta!

Il sottofondo audio nella sala rimanda in loop la poesia di Totò La Livella… eh si perché Andrea Pazienza ha dato vita anche al suo Totò a cui è dedicata una parte predominante della mostra, La morte è una livella! Andrea Pazienza è un uomo del sud( Vico del Gargano, San Severo, Foggia) e come tale subisce  il potere magnetico delle contraddizioni racchiuse intorno al cratere… Ed ecco perché  Pazienza è di casa a Napoli con i suoi Pulcinella, Totò,  Peppino  e poi l’indimenticabile copertina e libretto a corredo del disco SOS BROTHERS del mitico Enzo Avitabile. Le contraddizioni!

Esiste una ferocia razziale inaudita nei confronti dei meridionali…Il meridionale è accettato solo in due casi: o quando è perfettamente integrato e risponde nel gesto e nel comportamento a una serie di proposizioni non meridionali che non gli appartengono, oppure quando ha un enorme carisma e riesce a imporre con fatica e con intelligenza, o comunque in modo improbo (perché dovrebbe?),  la propria meridionalità, sia che si tratti di autori sia di semplici macchine targate con sigle meridionali. [Andrea Pazienza]

Una mostra decisamente affascinante che lascia intravedere attraverso i contributi di innumerevoli colleghi il ruolo artistico, politico, sociale, di Paz; un ruolo che non risiede unicamente nel carisma mediatico della sua persona, ma che si genera con e nei suoi personaggi.  Gli apporti più significativi vengono dagli amici Tanino Liberatore, Milo Manara, Sergio Staino e tanti tanti altri.

Maestro fu per me Andrea Pazienza, benché giovanissimo, aveva uno stupefacente talento, l’ho sempre considerato un fratello minore, da cui copiare di nascosto, per salvare almeno la faccia. [Milo Manara]

La genialità di Andrea Pazienza è latente!Anzi no, è evidente! Ecco il punto… Paz è la contraddizione! Pazienza è libertà sfrenata, eccesso, cinismo che, uniti ad un talento innato,un miscuglio di parole, giochi, segni(la matematica del segno e cioè  il disegno  Pazienza)danno vita al genio! […] Storie brevi o vignette sfiorano i problemi più gravi prendendoli in ridere: e anche qui l’umorismo è spiazzante, perché osa scherzare sui massimi sistemi con un distacco che sembra cinismo crudele, ma viceversa è forma anomala di viscerale partecipazione. [Ferruccio Giromini].

Provare per credere… Perché come ben sapete la Pazienza ha un limite!… Pazienza no! Questo è l’effetto Paz!!! Leggete Paz…  Amate Paz…  Ascite Paz…

Peppe

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Questo è il suo articolo n°1

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