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Africa, see you, see me

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Trentatré fotografi internazionali daranno voce alla scena artistica africana dagli anni 60 ai giorni nostri. Dal 4 maggio al 4 giugno alle Officine Fotografiche saranno esposte le opere provenienti da 14 Paesi del mondo. Un progetto itinerante, a cura di Awam Amkpa, che illustra le influenze della fotografia africana post-coloniale sul linguaggio visivo nella rappresentazione dell’Africa e della sua diaspora. La mostra si apre con una presentazione alla quale parteciperanno il curatore, diversi fotografi ed esperti del settore. Il 25 maggio, Giornata Mondiale dell’Africa, spazio anche al volontariato e alle esperienze delle onlus che operano in questo continente.

Dopo l’inaugurazione a Lisbona e la prima in Italia, presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze, la mostra fotografica Africa: See you, See me prosegue il suo tour alle Officine Fotografiche di Roma.

Nata per testimoniare la grande ricchezza e vitalità artistica di questo continente, Africa: See you, See Me è stata prodotta dal Dipartimento di Studi Africani della New York University (NYU) per la fondazione portoghese Africa.cont, in collaborazione con il campus fiorentino La Pietra Policy Dialogues della NYU e Officine Fotografiche, coordinamento Manuela De Leonardis.
L’esposizione è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro storico del Comune di Roma Capitale, dall’Assessorato Cultura Arte e Sport della Regione Lazio e dall’Assessorato allo Spettacolo, Sport del Municipio XI del Comune di Roma Capitale.

L’obiettivo della mostra è attirare l’attenzione sui modi in cui gli africani rappresentano se stessi e la loro crescente influenza nel plasmare le modalità contemporanee con cui l’Africa viene fotografata. I fotografi africani hanno, infatti, ereditato modelli di rappresentazione fotografica mutuati dagli archetipi coloniali che raffiguravano gli africani come brandelli di una storia di cui facevano parte ma sulla quale non avevano controllo.
Questo progetto «racconta la storia della fotografia africana e la sua influenza sull’immaginario non africano dell’Africa – scrive il curatore Awam Amkpa – nonché la diaspora in tutte le sue diversità. Insieme, le fotografie sono testi di soggettività africane, archivi di storia e di società in via di sviluppo e metodi per comprendere come le immagini contribuiscono all’emancipazione». Un contesto ricco di fermenti innovativi, di cui Officine Fotografiche si fa promotrice.

Artisti africani e della diaspora, provenienti da diversi Paesi: Algeria, Camerun, Etiopia, Ghana, India, Mali, Marocco, Nigeria, Portogallo, Senegal, Sud Africa, Trinidad e Usa, cui si aggiunge un gruppo di fotografi italiani profondamente connesso alle tematiche del progetto espositivo.
Tra questi, per citarne alcuni, si segnalano presenze storiche come Malick Sidibé (Soloba-Mali 1936, vive e lavora a Bamako), Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2007 e vincitore di innumerevoli premi internazionali; J.D. Okhai Ojeikere (Ojomo Emai-Nigeria 1930, oggi a Ketou). Ma anche Cedric Nunn (Nongoma-Sudafrica 1957, vive e lavora a Johannesburg); Zak Ové (Londra 1966, vive e lavora tra Londra e Trinidad); George Osodi (Lagos-Nigeria 1974, vive e lavora tra Lagos e Londra), Zanele Muholi (Umlazi-Sudafrica 1972, vive e lavora a Cape Town). L’esposizione fotografica è divisa in tre parti. Nella prima sezione, una serie di ritratti in esterno di africani alle prese con la realtà urbana nella quale sono emigrati. Nella seconda, vengono presentati i primi ritratti etnografici che suggerivano un’immagine dell’Africa come luogo selvaggio popolato dai primitivi dell’Europa. La sezione finale, realizzata da fotografi non africani, è infine dedicata alle foto cont! emporanee di questo continente e dei suoi abitanti, rigorosamente scattate da artisti non africani.

La serata inaugurale sarà accompagnata da una presentazione alla quale parteciperanno relatori e fotografi. Tra gli altri Awam Amkpa (curatore della mostra), Laura Serani (codirettrice artistica Rencontres de Bamako), Guido Schlinkert (direttore artistico della galleria Extraspazio di Roma), Mary Angela Schroth (direttore artistico della Sala 1 Arte Contemporanea di Roma) e Marco Delogu (direttore di FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma). In occasione della Giornata mondiale dell’Africa, indetta dall’Unione Africana (UA), Officine Fotografiche organizza il 25 maggio un incontro con l’associazione Fitil Onlus che ha sede sia in Italia che nel Burkina Faso e si occupa di cooperazione in campo sanitario, formativo e sociale.

Il gran capo

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Questo è il suo articolo n°3459

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