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American Girls di Ilona Szwarc

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Sai la gente è strana diceva una canzone e il servizio fotografico American Girls di Ilona Szwarc lo conferma in pieno. Per una polacca trasferitasi da adulta negli States è certamente uno shock trovarsi di fronte a un fenomeno culturale così particolare come quello delle American Girls, bambole personalizzate di uso comunissimo e ormai consolidato tra le bambine americane.

Gillian, NY

Le bambole sono vestite o meglio costumizzate a immagine e somiglianza delle loro piccole proprietarie e possono essere ordinate attraverso un catalogo e negli ultimi vent’anni è diventata una folle moda. Da questo la Szwarc ha chiesto a queste bambine di posare per lei con le loro American Girls. Molte domande sull’infanzia, il materialismo e il “sogno americano” sorgono spontanee.

Jade, NY

Le bambole sono realizzate sulla base di una bambina di nove anni e concepite come una sorta di anti-Barbie. Il loro ruolo ha una forte rilevanza soprattutto sulla formazione dell’identità delle bambine che a quell’età si va formando, inoltre, la fotografa sottolinea la tendenza al tradizionalismo e alla poca attenzione alle questioni di genere. Le bambole sono modellate su un prototipo specifico e non tiene in conto la molteplicità umana soprattutto rispetto al genere, oltre ad offrire una sola visione della donna, quella patriarcale.

 Sophia, NY

Le piccole gemelle, o avatar se non addirittura le “mini-me” risultano inoltre, davvero molto affascinanti dal punto di vista fotografico, sembrano delle piccole sculture o composizioni. L’artista però, è andata ancora più a fondo e dopo aver cominciato a fermare le bambine per strada per chiedere di partecipare al suo progetto ha cominciato a frequentare le loro famiglie per conoscere meglio chi c’era dietro i piccoli avatar. Un ragionamento più profondo l’ha portata a usare le American Girls per categorizzare le donne americane e a chiedersi in quale di queste poteva rientrare lei.

 

Per saperne di più:

www.ilonaszwarc.com

 

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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