Vuoi essere informato sui nostri Ticket Deals?
Iscriviti alla nostra newsletter.

* obbligatorio
Close

Benvenuti a sti frocioni da Lino Banksy

Si parla di:

“E benvenuti a sti frocioni, belli grossi e capoccioni, e tu che sei un po’ frì frì, e dimmi un po’ che c’hai da dì!”
Certo, potevo iniziare il pezzo un po’ meglio ma noi di Ziguline siamo un po’ così, spartani, direi. Non ci piacciono le circonlocuzioni, ci danno il prurito. Chi non ha visto il film Fracchia la belva umana? Io ricordo di averlo visto quando avevo pressappoco dieci anni, era di domenica pomeriggio, io facevo i compiti in cucina e con me c’era un mio cugino con i brufoli, nel suo momento di pieno espressionismo sessuale, ovvero quello che colpisce i ragazzi adolescenti e si esprime attraverso una bramosia di qualche culo o tetta scoperta lasciata intravedere da ragazze procaci. A mio cugino non è andata molto bene quel pomeriggio perché in quel film anche se c’è Lino Banfi manca Edwige Fenech, c’è solo la Mazzamauro che però non ha un impianto così ben fornito come la prima. Ecco, mio cugino associava Lino Banfi a Edwige Fenech, per lui era la coppia migliore del cinema italiano e ricordo la sua risata fragorosa quando il commissario Auricchio, interpretato da Lino Banfi, risponde al cantante del locale romano, famoso per gli stornelli e le battute diciamo un po’ imbarazzanti.

Al nome dell’attore barese che nel film di Neri Parenti interpretava il Commissario Auricchio è legato “l’artista di streda”, come lui si definisce, Lino Banksy, il quale ha unito nel suo nome di battaglia un’altra figura cult, questa volta della street art inglese Banksy appunto, spopolando in rete con le sue sviste ortografiche legate al Lino nazionale accanto alle opere dell’artista di Bristol.

I suoi stencil simpatici sono visibili in alcuni quartieri di Roma, famosi quelli a Monti nei pressi della metro Cavour. Il suo stile inconfondibile, sia quello per strada che sul web in cui rivisita le opere più famose di Banksy con frasi o titoli dei film di Lino Banfi, si prende gioco della società preconfezionata, degli schemi assurdi degli spazi urbani intorno non tanto per indurci a pensieri sofisticati ma soprattutto per un sano divertimento degli occhi.
I nostri amici di Laszlo Biro, a cui va il mio primo pensiero quando parlo di street art, hanno pensato bene di ospitare Lino Banksy nel loro spazio al Pigneto con una personale che porta il titolo dello stornello con cui ho aperto questo pezzo, Benvenuti a sti frocioni, inaugurata il 20 aprile.

Laszlo Biro e Lino Banksy, un’accoppiata che spacca direi, una simbiosi geniale che scardina tutti i canoni delle gallerie che esibiscono opere realizzate da street artist, che diciamocelo, non è street art e qui non me ne vogliano i nostri lettori affezionati alle gallerie o pseudo tali a cui vanno anche i miei complimenti. Lungo i muri di Laszlo Biro dipinti di nero per l’occasione si possono vedere i lavori realizzati dal Lino Banksy, il quale ha creato delle opere in perfetto stile Lino Banksy, quindi con la faccia dell’attore barese questa volta però su stampe di Obey, perfettamente visibili quando ci si accosta ad ogni singola opera. Obey sta bene su tutto, si sa, lo puoi tirare fuori all’occorrenza e attira comunque un sacco di gente. Uno sfottò simpatico rivolto alle gallerie di tutto il mondo che esibiscono le opere dell’artista americano? Forse. E comunque ci sta bene.

Intanto io vi dico che vale davvero la pena fare un salto da Laszlo Biro. Forse ci porto anche mio cugino.

 

Lino Banksy | sitofacebook

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

Sullo stesso genere:

Community feedback