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C’era una volta il Gruppo Sud, quando Napoli inseguiva l’Arte Concreta

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Pochi giorni fa vi abbiamo raccontato la storia di un gallerista autorevole e di una città antica che inseguiva una città grande. Vi abbiamo parlato di come a Napoli arrivò il signor Andy Warhol, di come lui e Joseph Boeyus divennero amici sotto il nostro sole e di come in città ci si divertiva e si cresceva. Ma dovete sapere che prima di quei tempi ve ne furono altri altrettanto ferventi in cui un altro gruppo di artisti diede vita a un incredibile circolo di arte, avanguardia e cultura.

Renato Barisani

Correva l’anno 1950, Napoli era “milionaria” e affamata e i nomi di questi virtuosi sono nomi che nessun cittadino napoletano dovrebbe mai dimenticare : Tatafiore, Barisani, De Fusco, Venditti. Furono maestri, giovani maestri d’innovazione e non solo nella pittura. Poco tempo fa ho avuto la fortuna di visitare la casa-studio di Guido Tatafiore in cui oltre ai suoi splendidi lavori ho potuto vedere una serie di complementi d’arrendo assemblati da lui secondo modelli già appartenenti alle moderne tecniche del design industriale, per non parlare della sua tecnica serigrafica e dei suoi strumenti musicali, insomma roba d’altri tempi come si direbbe. Era proprio il 1950 quando fu ufficializzato il Gruppo Napoletano Arte Concreta, che fu dal ’53 al ’57 fiero “distaccamento” del MAC, Movimento Arte Concreta, matrice e punto di riferimento milanese e rilevantissimo movimento artistico. Anche se oggi, se si dice MAC si pensa ad una mela bianca, questa sigla ha significato un punto di svolta per l’arte del ‘900 italiano. Personaggi come Munari, Sottass, Fontana, Dorfles sono solo le punte di diamante di un gruppo ben più ampio che attraverso l’imprescindibile ricerca sui nuovi materiali come il plexiglas  e di nuovi concetti di spazio e struttura si volle opporre al realismo politicamente impegnato rifacendosi al concetto secondo cui “l’arte concreta attinge a forme, linee e colori autonomamente elaborati dalla personale immaginazione dell’artista anziché dai processi di astrazione delle immagini della natura“.

Gruppo Geometria e Ricerca

Ma i nostri non sono da meno e vediamo nel 1953 Barisani, Tatafiore e Venditti partecipare (gloriosamente!) alla collettiva romana, dell’ Art Club della Galleria Nazionale d’ Arte Moderna di Roma, intitolata “Arte Astratta italiana e francese“; e tra le opere esposte anche quelle di Arp, Bloc, Delaunay Vaserely, roba da far impallidire anche un morto. Sarà poi proprio in Francia che il MAC si “fonderà” con il Groupe Espace, il movimento sorto nella Galleria Denise René di Parigi coordinato da Andrè Bloc. Ma neanche a Napoli le cose si fermarono e dopo un’esperienza alla Nuova Scuola Europea di Losanna, Barisani decide di dare vita nel 1975 ad un nuovo movimento, insieme con i suoi compari forma così il gruppo “Geometria e Ricerca“, consolidando così l’intenzione di promuovere l’arte non figurativa e un tipo di astrattismo libero da ogni imitazione e riferimento con il mondo esterno, e di orientamento, appunto prevalentemente geometrico.

Laura L.

scritto da

Questo è il suo articolo n°36

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