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Coi Crystal Castles a Milano, il problema è quasi referendario…

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Ci sono gruppi che, con il passare del tempo, vengono ricordati – ahimè – per pochi pezzi che non riescono ad eguagliare con le produzioni successive. Vengono chiamati a suonare solo per quella hit. Un caso emblematico è quello dei poveri Hanson, che purtroppo vengono ricordati per MMMBop e dopo venti anni campano di rendita. Se non mi credete, scrivete su YouTube MMMBop Acoustic Version 2016. Continuano a conservarsi bene, però ecco, forse anche basta con MMMBop.

 

 

Per i Crystal Castles – in un certo senso – si può applicare lo stesso discorso. Tutti ricordano di Crimewave, pezzo che, quand’è uscito ha dato vita ad una serie di cricche di amanti dell’elettronica senza precedenti. Insieme alle foto di una lei e di un lui calati a caso per emulare la copertina del disco, i Crystal Castles avevano ripreso un po’ il discorso musicale dei Fischerspooner con Vanished, ma risultavano più freschi, più facili anche per il grande pubblico.

 

 

E ci siamo identificati tutti in quel duo e in quella cricca di “eletti” che li ascoltavano. I Crystal Castles hanno continuato a produrre musica, ma voi ricordate qualche titolo più recente? Noi, qui dalla redazione, proprio no. Incarnando lo Zeitgeist che caratterizza la nostra Italia, tutti al Fabrique, a sentirli dal vivo. Poi però tutti a votare ancora Berlusconi, per rimanere fedeli alla linea.

Giuliana Pizzi

scritto da

Questo è il suo articolo n°28

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