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Cosa significa Fotografia per Massimiliano Pugliese e Guido Gazzilli

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La foto è un ricordo, una sperimentazione, un linguaggio capace di rappresentare pensieri, istanti, idee in uno scatto. E’ la conseguenza di un progetto, la realizzazione di una tela da dipingere correttamente sin dal primo istante. La vera fotografia non vuole eccessivi ritocchi, a meno che non voglia sorprendere, non stravolge la realtà che rappresenta in quel momento, il fotografo sa che dovrà catturare un’immagine prestando attenzione a tutto ciò che lo circonda. Questo è il mio personale pensiero e una critica alla fotografia attuale, stimolata dall’ultimo Festival di Fotografia di Roma, tenutosi al MACRO.

Massimiliano Pugliese

 

Le numerose foto di circa 200 fotografi mi hanno dato modo di pensare, di intavolare un discorso su cosa sia davvero la fotografia e quanto la tecnologia aiuti nel creare immagini sempre più perfette. Possibili ritocchi poi con photoshop non distruggono la fantasia o non falsano quell’istante da immortalare nel tempo? Non ci sono troppi fotoamatori, convinti delle loro abilità anche senza possedere talento? Ad aumentare il mio spirito critico ci si mette anche la rete Internet che ha reso possibile fenomeni come la condivisione in rete, dove idee e fonti possono essere attinte senza problemi. Decido di parlarne con chi lavora e vive di fotografia, loro sapranno rispondermi. Contatto Massimiliano Pugliese, Guido Gazzilli, Anna Faragona e Alessandra Ziparo, fotografi romani e non a cui pongo la stessa domanda: possiamo parlare di estinzione della creatività o inflazione fotografica? E dove è proiettata attualmente la vera arte della Fotografia?

 

Massimiliano Pugliese

Massimiliano Pugliese

La creatività è una delle caratteristiche proprie dell’essere umano, quindi finché ci saranno esseri in grado di pensare essa non avrà fine; diverso è il discorso se ci si riferisce alla fotografia e in particolare al fatto che si vedono sempre meno lavori originali. C’è una maggiore assuefazione alle immagini e, dunque, una minore ricettività e attenzione a ciò che si vede. Indubbiamente si può parlare di inflazione fotografica e di un aumento vertiginoso di immagini in circolazione, dovuto soprattutto alla diffusione di internet. La rete ha permesso l’estensione e la moltiplicazione immediata di informazioni di ogni tipo generando in questo modo una svalutazione complessiva del messaggio. Il problema, comunque, non riguarda solo la fotografia, ma investe tutti gli ambiti della comunicazione. Nonostante ciò, non credo che i nuovi media tolgano molto alla bravura di un fotografo. Fare una buona fotografia non vuol dire essere un buon fotografo, la qualità di un lavoro è data da motivazioni di carattere concettuale ed estetico e nessuna rete è in grado di sostituirsi ad esse. Per quanto riguarda la “direzione” della fotografia posso dire che i festival (parlo soprattutto del festival di Arles, che può essere preso come riferimento delle attuali tendenze), negli ultimi anni, mostrano sempre meno lavori che hanno a che fare con tematiche di carattere “classico” e sempre più si rifanno a esperienze personali e intime. Ritengo quindi che, attualmente, la vera arte fotografica si possa ritrovare soprattutto nei lavori concettuali, fermo restando l’importanza della qualità formale dell’opera.

Guido Gazzilli

Guido Gazzilli

Io credo che il discorso rimanga sempre lo stesso, ovvero la qualità del progetto. Le buone foto vengono dalla ricerca, dall’intuizione, dal coraggio, dal percorso interiore che ogni individuo fa con sé. Penso che in ogni foto si debba vedere la persona che la fa, quello che sta vivendo, le emozioni che ha in quel determinato momento. Se non esiste tutto questo per me la foto è poco riuscita, anche se è a 50 milioni di pixel… L’essere bombardati da immagini ci mette anche nella condizione di scegliere ciò che ci tocca maggiormente nell’intimo e ciò che non ci interessa affatto, io tutto sommato la vedo come una cosa non troppo negativa. Per quanto riguarda me, ho sempre mantenuto un passo timido verso le nuove tecnologie, senza mai mollare i metodi più tradizionali, questa condizione mi permette di capire alcune differenze nelle fotografie e a rappresentare meglio ciò che sono.

 

Questa è solo la prima puntata delle interviste di Stefania, non perdeteviil prossimo appuntamento.

 

Per saperne di più:

www.fotografiafestival.it

 

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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