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Culture trends from Amman

Si parla di:

Immortal Entertainment è il nome di un blog scoperto di recente grazie alla preziosa segnalazione della nostra Domino Satoboy che, con il sua visitatissima pagina su facebook I ♥ shot, è riuscita a guadagnarsi l’attenzione di giovani e promettenti fotografi provenienti da ogni parte del mondo. L’ultimo in ordine di tempo è un giovane fotografo di Amman, capitale della Giordania, Nasser Kalaji, che a gennaio di quest’anno insieme ad alcuni amici, tra cui Laith Majali, ha dato vita al blog che vi ho appena citato il cui intento è quello di raccontare, attraverso articoli e reportage fotografici, quanto c’è di nuovo ed interessante nel campo della produzione cinematografica, musicale e fotografica nel mondo arabo.

Def Poetry's Mark Gonzales dropping that spoken word knowledge like its college

Nasser ha dimostrato di avere un particolare talento con la macchina fotografica, tant’è che la Leica, marca storica di apparecchi fotografici, lo ha aiutato a portare avanti il suo progetto mettendo a sua disposizione alcuni modelli di ultima generazione con cui questo giovane cronista potrà raccontare al mondo intero cosa accade tra le strade, i locali e le sale cinematografiche della sua Giordania.

A view of the camp from the roof of I-Voice's studio

Aldilà del talento fotografico di Nasser trovo che il suo blog Immortal Entertainment rappresenti davvero una novità nel panorana dei culture blog in lingua inglese sul mondo arabo poiché apre una finestra su di una realtà troppo poco conosciuta al pubblico europeo ed occidentale se non per le tristi cronache giornalistiche legate all’eterno conflitto con i vicini Israieliani. Eppure scorrendo le pagine del blog si scopre che la vita, gli interessi, le passioni e le tendenze dei giovani di questo paese sono  simili alle nostre molto più di quanto si possa immaginare.

Lebanese emcee "Ramsees" during soundcheck at Basement

I racconti e le foto di Immortal Entertainment svelano una generazione che, nonostante le mille difficoltà legate alla loro perenne stato d’ “assedio”, cercano di vivere una quotidianità fatta anche di party, concerti hip hop, produzioni cinematografiche indipendenti, di cui si sa poco perché raramente trovano spazio nei circuiti mediatici mainstream a cui forse interessa solo trasmettere le cronache più tristi. Credo che la nostra cultura musicale, cinematografica ed artistica in generale sia fin troppo “filo-occidentalizzata” e questo a lungo andare non può che essere un limite alla sua crescita ed al suo sviluppo perché si priva delle infinite risorse, spunti ed opportunità che invece potrebbero giungere da mondi e realtà molto più vicini a noi ma che continuiamo a percepire come lontani. Se ci pensate Roma dista “appena” 2.300 km da Amman.

P.S. Sempre dal blog di Nasser scopro che è da poco uscito un film del giornalista di Beirut Jackson Allers dal titolo “Live from the BBC (Bourj al Barajneh Camp)”, che racconta la vita nel Campo profughi di Barajneh attraverso la testimonianza di due MC’s, YaSeen (20) [Yasin Qasem] e TNT, del gruppo rap I-Voice.
Questo è il trailer.

[youtube width=”575″ height=”500″]http://www.youtube.com/watch?v=OJ4REXuPWmw[/youtube]

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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