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Diaspora vuol fare il culo nero a Facebook

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Stanchi del solito social network? Stufi delle solite quattro/cinque funzioni? Nauseati da applicazioni, notifiche e messaggi privati? Bene, tenetevi forte. E’ arrivato un social network tutto nuovo e che vuole stravolgere le regole. Si chiama DIASPORA٭ e come succede nelle favole dei social network nasce dalle brillanti menti di quattro studenti di New York che per cavalcare la tigre hanno fatto la valigia e dritti verso Palo Alto a cercare il successo. Sembra una storia già sentina, no? Eppure da quello che ci ha raccontato Yosem Companys, consigliere e promotore del sito, la storia è molto diversa da quella di Zuckemberg e Saverin.

foto dei fondatori del progetto

I fondatori sono Daniel Grippi, Maxwell Salzberg, Ilya Zhitomirskiy e Raphael Sofaer, studenti di informatica che hanno deciso di non aspettare la laurea per far fruttare i milioni di ore spesi sulle sudate carte, quindi si sono ingegnati per creare il social network che si dichiara apertamente “l’alternativa a Facebook” e che sta spopolando tra gli geek americani. Attualmente il software è ancora in fase Alpha e offre poche funzionalità, ma nonostante tutto è un progetto che ha attirato l’attenzione di tutti e molti vi ripongono speranze, aspettative e sogni di rivalsa contro Zuckemberg (che dal canto suo se ne sta tranquillamente spaparanzato sulla poltrona del suo ufficio di Palo Alto e ha addirittura contribuito al fundraising, apostrofando la cosa con: “vedo molto di me in questi ragazzi” con la tranquillità di chi sa che non ha rivali). Ciò che differenzia DIASPORA٭ dagli social network è il fatto che permette di conservare il possesso delle proprie informazioni e non vuole intermediari per la comunicazione, mica poco. I propositi sono buoni, ma molti già li danno per spacciati. Cosa ne sarà di loro? Beh, noi gli auguriamo buona fortuna, in fondo è la varietà che fa bello il mondo e poi ci piacciono un sacco le rivoluzioni.

Salute a voi! Mi spiegate DIASPORA٭ nel modo più semplice possibile? Qual è l’obiettivo del progetto?

 

DIASPORA٭ è un social network, puro e semplice ma è molto diverso dai social network che conosciamo oggi.  Quindi cominciamo col capire come sono fatti gli attuali social network, così vi posso spiegare come DIASPORA٭  fa la differenza.

Gli attuali social network soffrono di almeno tre problemi fondamentali: primo, forniscono agli utenti un servizio di possesso e controllo ma che non è un vero e proprio servizio di possesso e controllo. Secondo, danno l’illusione del contatto diretto, quando il contatto tra gli utenti è in realtà mediato da una terza parte, il sito del social network che permette l’interazione. E terzo, danno l’illusione della socialità, ma a causa dei primi due problemi di fatto la socialità è limitata.
Guardiamo a un esempio tangibile. Diciamo che ti stai iscrivendo a un social network per la prima volta. Per primo compili un accordo che solitamente dice che tutte le informazioni che fornisci a quel sito appartengono al sito.  Questo significa che quando selezioni la casella e clicchi “accetto”, stai esplicitamente dando loro il possesso e controllo dei tuoi dati, così ogni messaggio che mandi, foto che condividi o preferenza che esprimi finisce per essere posseduta dal sito. Il sito finirà provare a fare soldi su di te magari con pubblicità propinate in base alle informazioni che fornisci e, peggio ancora, vendendo le tue informazioni personali a terzi. Il sito, tuttavia, da agli utenti la possibilità di personalizzazione le impostazioni cosa che da l’illusione di avere il controllo su tutto. Queste impostazioni sono spesso “opt-in”, o così oscure e difficili da trovare che vengono rese inaccessibili per l’utente.

La seconda illusione è quella del contatto diretto. Quando mandi un messaggio ai tuoi amici su un social network, non stai davvero scrivendo ai tuoi amici. In realtà stai consegnando il tuo messaggio al social network che lo passa ai tuoi amici. Immagina quanto sarebbe ridicolo se ogni volta che parli con qualcuno, nella vita reale, dovessi farlo tramite un’altra persona. Non solo quella persona saprebbe tutto di te, ma dovresti sperare anche che trasmetta quelle informazioni in modo affidabile e responsabile.

E queste due illusioni – quella del possesso/controllo e quella del contatto diretto – creano una terza illusione, quella della socialità. Molti dei social network forniscono un modello che non dà un gran numero di opzioni ai clienti. Devi comunicare con i tuoi amici in maniera standard e lo stesso succede per loro. Questo vuol dire che le tue opportunità di avere relazioni sociali con loro nel modo che vorresti nel mondo reale sono seriamente limitate. I promotori devono creare applicazioni come i giochi che si adattano a quel modello, inoltre limitando le funzionalità. Alla fine, rimani intrappolato in un network, dove tutto sembra uguale, e così via. All’inizio, il sito può apparire nuovo e divertente, ma molto presto quella sensazione svanisce e il sito diventa noioso. Questo non vuol dire che smettiamo di condividere; vuol dire semplicemente che continuiamo a condividere nello stesso modo, semplicemente accettando il nostro destino dovuto alla mancanza di alternative competitive.

La visione di DIASPORA٭  è creare un social network decentralizzato libero e open-source. Libero e open-source significa che permettiamo agli altri di distribuire, modificare e migliorare il nostro source code liberamente come meglio credono. Questo vuol dire che quando carichi DIASPORA٭  sul tuo server, in pratica possiedi quella versione di DIASPORA٭. Dal momento in cui le informazioni che fornisci si trovano sul tuo server, puoi effettivamente controllarle e puoi farne quello che vuoi. Puoi condividerle con chi vuoi, quando vuoi, e dove vuoi. Se vuoi tenere privati i tuoi dati, puoi farlo. Se vuoi renderli pubblici, puoi farlo. Puoi anche cancellare I tuoi dati ogni volta che ti va. Un giorno, se tutto va bene, ognuno potrà avere i propri server, in quel caso la comunicazione tra gli utenti diventerà diretta, server a server, eliminando l’intermediario. E da allora ognuno potrà modificare e migliorare il codice, più solide possibilità di socialità saranno possibili grazie a questo modello.

 

Credete che si tratti di una sorta di “rivoluzione”?

 

Da una prospettica tecnica, ”rivoluzione” è una parola forte perché implica un rovesciamento forzato del sistema esistente. In questo senso, potrei dire che si tratta più che altro di una “evoluzione” del social networking. C’è una ragione per la quale i social network esistenti tendono ad essere centralizzati. I server in una sola volta prendono un sacco di spazio fisico e il loro costo diventa proibitivo tranne che per le società più grandi. Tali società possono solo effettivamente permettere l’interazione sociale su una scala massiva attraverso i server centralizzati. Se il costo dei server scende, i server diventano accessibili agli utenti standard. In futuro tutti potranno avere un proprio server più facile da usare e più piccolo, abbastanza da poterlo portare in tasca. Questo processo si svolge (vedremo un’evoluzione dai social network centralizzati a quelli decentralizzati) gradualmente da un social network centralizzato (o più) a un mondo dove le persone con i propri server potranno permettere ad altri di ospitare i propri dati sui loro server e, infine, a un mondo dove ognuno sarà in grado di ospitare i propri social network sul proprio server.

Da una prospettiva sociale, tuttavia, potrebbe essere una “rivoluzione” nel senso che nuove, precedenti e inimmaginabili forme di socialità tra gli utenti emergeranno da questo mondo. Ma sarà una “rivoluzione” anche nel senso che i nuovi sistemi e le nuove regole di adesione spingeranno affinché emerga un social network più utile e piacevole, qualcosa che, infatti, sta già accadendo con la Federated social web (vedi: http://status.net/2010/07/13/what-is-the-federated-social-web).

 

Avete scelto il fundraising. Ha funzionato? Come è nato DIASPORA٭?

 

I link qui sotto sono la risposta più esauriente a questa domanda:

http://nymag.com/news/features/establishments/68512/

http://www.nytimes.com/2010/05/12/nyregion/12about.html

Inoltre, dai un’occhiata al Kickstarter di DIASPORA٭:

http://www.kickstarter.com/projects/196017994/diaspora-the-personally-controlled-do-it-all-distr

 

Chi siete e dove lavorate?

 

Il mio nome è Yosem Companys e lavoro come “consigliere” di DIASPORA٭, che comprende anche “evangelizzare” a DIASPORA٭ e alla visione dei social network decentralizzati. Noi tutti lavoriamo a San Francisco e Palo Alto. Lavoriamo fuori dagli uffici dei nostri partner a: pivotallabs.com.

 

In che modo DIASPORA٭ può rappresentare l’alternativa a Facebook?

 

La tecnologia è ciclica. Le idee innovative aprono la strada ad altre idee innovative. Friendster ha aperto la strada a MySpace che a sua volta ha aperto la strada a Facebook (ricordate che Facebook ha comprato i diritti di  Friendster). Questi però sono social network monolitici come il vecchio modello T di Ford. Come ha detto Ford: “Puoi avere la tua Ford in qualsiasi colore tu voglia, purché sia nera.”

Ognuno ha la propria esperienza sociale, sullo stesso sito, nello stesso momento. Un altro modo di pensare a Facebook è come l’AOL del web sociale: pulito e ordinato, ma limitato dall’innovazione di una sola società.

Non si può negare che Facebook abbia compiuto un’azione impressionante, ma non sarà un altro social network monolitico. Il social networking si sta allontanando da una singola esperienza per andare verso la scelta. Per riprendere la metafora della vecchia Ford, ci stiamo spostando verso un mondo dove puoi avere il social network in tutti i colori che vuoi. Questo è quello che rende DIASPORA٭ e i social network confederati così entusiasmante. Piuttosto che un unico provider, è come se fosse un ecosistema fatto di applicazioni che lavora in tandem per costruire le caratteristiche sociali che le persone vogliono usare. Alcuni lo chiamano il social networking “scegli la tua avventura”. Alcuni lo vedono come il “Firefox del social web”. Nel contesto, stiamo costruendo il Selvaggio West del mondo dei social network. L’importante è capire che i due mondi possono coesistere, così come esistono tanti provider interoperabili per la posta elettronica.

 

Avete un profilo di Facebook?

 

Tutti noi abbiamo un profilo Facebook e intendiamo mantenerlo. Un aspetto importante della nostra visione è l’interoperabilità tra i social network. Gli utenti devono essere liberi di condividere le proprie informazioni con chi vogliono, senza preoccuparsi di dove si trovano sulla rete. Ogni social network ha una funzione diversa all’interno del web sociale e quindi maggiore è la capacità degli utenti di decidere dove mettere i propri dati, maggiore è la libertà che hanno di utilizzare questi dati come meglio credono.

 

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

 

Intendiamo continuare a costruire il movimento di DIASPORA٭ e accrescere la nostra comunità libera e open-source per rendere la nostra vision del social networking decentralizzato finalmente realtà. Potete leggere i risultati raggiunti finora qui: http://blog.joindiaspora.com/2011/01/31/hello-from-the-new-year.html.

 

E infine, quando faranno un film su DIASPORA٭ da quali attori vi piacerebbe essere interpretati?

 

Ahahah. Non c’è possibilità!

 

Grazie mille e buona fortuna.

 

Per saperne di più:

blog.joindiaspora.com

en wikipedia.org.

http://www.google.com

 

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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