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Faceback, profilo Vs personalità

Si parla di:

courtesy Faceback

Faceback, ovvero dietro il profilo, non è proprio una mostra, è piuttosto uno scambio di riflessioni, un luogo in cui il network è sociale, il virtuale reale, il reale impalpabile. La mostra è l’occasione per riflettere sull’idea della divulgazione sociale della propria identità, la necessità che il presente impone ad ognuno di noi di entrare nelle reti sociali virtuali. In questo spazio espositivo non interessa giudicare il social network esaltandolo o mettendolo alla gogna, ma ci si sofferma ad osservare in che modo l’essere umano riesce ancora ad esprimere il suo mondo e a scegliere l’immagine che vuole dare di sé al mondo, pur costretto in caselle e piattaforme precostituite. Gli appartenenti alla comunità semi virtuale di Faceback hanno posato tutti per il fotografo Giuseppe Rado, secondo la sua piattaforma: occhiale nero con montatura vistosa, dolcevita bianco, sfondo asettico, ma come anche per Facebook ognuno, poi, è se stesso.
Ma Faceback non è solo questo, c’è dell’altro: Giuseppe Rado ha pensato di dare vita alla comunità virtuale rendendola reale (semi virtuale o semi reale?!!).

La faccenda si fa complicata!
Il fotografo, artista originale e molto attento alla lettura della società e dei suoi riti collettivi, ha fatto incontrare i membri del suo social network. E’ bastato un set fotografico con gli accessori di Faceback e così il creatore di questa strana comunità ha reso virtuali le persone, non prima di avere reso reale la comunità intera! (chi mi capisce è bravo!!). Insomma una vera mescolanza di reale e virtuale, catturata da fotografie che entreranno a far parte del lavoro di Faceback, che fanno riflettere su come sia ancora necessario, nonché istintivo, affermare la propria personalità pur se immersi in una comune interfaccia.
Il risultato di queste performances sono 60 scatti circa realizzati durante i due happening, ma anche la convinzione di avere creato un luogo di comunicazione. Non, quindi, una mostra statica, ma un lavoro in progress, in continuo mutamento, in continuo aggiornamento, come nelle più frequentate piazze virtuali!

La mia esperienza all’ingresso pericoloso è stata positiva: ho superato la prova di iniziazione dell’ingresso alla galleria (provare per credere!), attraverso questa prova il luogo ti accoglie o ti respinge, poi mi sono immersa nella mostra, a mio parere originale e divertente. Ho scoperto che le foto erano portatrici un profondo messaggio che, onestamente, non avevo capito finchè non mi sono trovata a parlarne con il gallerista, con un bicchiere di vino in mano. Evviva ci sono: la ricerca dell’individualità si sovrappone all’integrazione nella generalità, per questo motivo, ognuno di noi, consapevole di agire per compiacere gli altri, non dimentica mai di difendere e imporre la propria identità.

Le foto di Giuseppe Rado per Faceback nel photoblog

Valentina A.

scritto da

Questo è il suo articolo n°43

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