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Frazzi contro cegne

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Le cose sono andate così:

Erano già due giorni che girovagavamo per il Crack! al Forte Prenestino, dandoci i turni perché restasse sempre qualcuno fermo al nostro banco a spacciare adesivi e Zigulì. Tutta la redazione tentava disperatamente di farsi un’idea del festival e di trovare una buona chiave di lettura per raccontarlo e, come al solito, quando si tratta delle cose che interessano Ziguline tutto era troppo vario per essere ridotto ad un articolo di 3000 battute. Ad un certo punto il nostro Capo, che in quest’articolo chiameremo affettuosamente Stalin, dice:

“Oh ragà, ma qui è proprio pieno pieno di cazzi!”

“Eh sì, e ci sono pure un sacco di fregne!”

(cit.)

Eureka! Molti di noi, in quel momento, hanno capito perché Stalin era al potere. Altri forse no, ma a nessuno piace il confino nella Siberia delle fantine. Noi due ci siamo messi subito all’opera, iniziando una spedizione osservativa degna del National Geographic dell’erotismo fumettato. Quella che stiamo per proporvi è perciò una galleria commentata dei genitali illustrati dagli artisti del Crack!, o meglio di quelli che ci hanno colpito di più perché, in effetti, di scelta ce n’era e il fumetto resta sempre una questione di Pippi e di Topoline.

 

Maria Josè | Maxi pannello a tema riflessivo-sociale, al centro la donnina soffia su una miniatura della ruota della fortuna. Assomiglia vagamente ad una bambola gonfiabile con una permanente perfetta.

 

 

Stefano | Ok, descrivere un’opera quasi sempre significa sminuirla. Dire che c’è una donna con la testa di panda che pratica una fellatio su un uomo che ha la testa a forma di pene che si riversa sul panda stesso è estremamente riduttivo. In certi casi non resta che guardare.

 

 

 

 

Maria Josè | Evocativa e con un nonsochè di epico. L’omino che corre inarrestabile verso il suo obiettivo mi ricorda la pubblicità di una marca di carburanti di qualche anno fa. Dal fatto che la fanciulla ritratta prediliga la ceretta brasiliana si evince che con i tempi che corrono tira di più un pieno di benzina che non qualunque tipo di pelo.

 

 

 

Stefano | Se ci sono persone a cui piace disegnare Giancarlo Magalli con la capigliatura di Sean Penn e gli stivali di un poliziotto sadomaso mentre fa la pipì con le tette di fuori, allora ci saranno di certo persone cui piacerà comprarlo ed averlo a casa. Non sta a noi giudicare.

 

 

Maria Josè | Uno scacciapensieri di vulve di diverse fogge e colori. Semplicemente adorabile.

 

 

Stefano | É un po’ di tempo che assistiamo impotenti ad alcuni fenomeni difficili da digerire. Il ritorno al cattolicesimo da gita domenicale dei cosiddetti ‘giovani’ di Papa Wojtyla, gli straight-edge, i pre-adolescenti che chiedono su Yahoo Answer se fare pompini è degno di Gesù, gli onanisti incalliti portati alla ribalta dalle mode indie ed electro pop. Forse occorreva davvero un simpatico pene verde a mettere in chiaro alcune cose.

 

 

Maria Josè | La mia preferita. Equilibrio formale ed influenze nipponiche. Certo avere tre mini lottatori di Sumo che fanno stratching sul tuo sottobusto non deve essere roba da tutti ma si sa, le geishe sono sempre un discorso a parte.

 

 

 

Stefano | Quello che mi domando sempre, in casi come questi, è: starà leggendo davvero, o sta solo cercando di distrarsi per far passare la leggera erezione sopravvenuta? Quello che mi domando in questo caso è: che cosa direbbe Freud di quella mano portata alla bocca?

 

 

Maria José | Ero sicura che ci fosse, magari un po’ camuffata da qualche parte, ma non riesco più a trovarla.

 

 

 

 

Stefano | Che diavolo ci fa un film pornografico proiettato in un festival di fumetto? Potrebbe dirsi forse un’idea innovativa, nell’epoca della sessualizzazione pubblicitaria di tutto il commercializzabile? E, soprattutto, che cosa diavolo aspettavano ad iniziare?

 

 

 

Maria José | Tra tanti sperimentalismi un po’ di hard porno tradizionale è una boccata d’ossigeno.

 

 

 

Stefano | Alzi una mano il primo ad aver pensato “Mah si, è una metafora: la metafora del maschilismo della famiglia patriarcale, della violenza del Maschio padrone davanti alla massa femminile dis-individualizzata, la furia irrazionale del gamete spermatozoico davanti all’impotenza discorsiva del fiore feromonico. Quello che molti di noi al Crack! hanno pensato è stato, invece, qualcosa del tipo “ragazzi, devo andare a dire agli altri che c’è un tizio con un cazzo a svastica”.

 

 

Per comprarci la vostra stima con una tic tac a questo punto ci vorrebbe una conclusione degna del serio e frustrante lavoro di selezione di immagini operato. Eccola qui.

Siccome amiamo invertire sempre i punti di vista vogliamo lasciarvi con una riflessione citazionistica e un pò paracula.

Come testimoniano le statuine fallomorfe delle prime civiltà di cui i moderni vibratori sono un’economica copia in plastica l’uomo ha sempre cercato un contatto con la parte più profonda della sua sessualità e queste opere dall’erotismo appena sussurrato ne sono la conferma.

Ma quello che ci preme capire nel 2012, dopo valanghe di campagne pubblicitarie di Oliviero Toscani ed estenuanti battaglie ideologiche tra i due sessi che trovano l’ apice nella pianificazione dei passatempi di coppia durante gli Europei, è:

Artisticamente tira di più la cegna o il frazzo?

 

Testi di Maria José Germano e Stefano Pontecorvi. Fotografie cazzi di Stefano Pontecorvi, fregne di Maria José Germano.

Stefano Pontecorvi

scritto da

Questo è il suo articolo n°64

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