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Giulia Pesarin e il “mosso” perfetto

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Come si cattura in una foto l’idea di movimento senza svenderla al trambusto visivo?  Dubbi seri. C’è chi rincorre per una vita l’equilibrio dell’immobilità, la posa ideale, e chi come la fotografa di cui vi parlo oggi è alla ricerca del “mosso” perfetto. Giulia Pesarin vive a Ferrara, ama la danza, il tango su tutto, e fotografa corpi che si fondono con l’aria e lo spazio circostante.  Non è un’impresa semplice confrontarsi con forme sfuggenti. Ballerini abbracciati, riflessi di luce, capelli, tessuti trasparenti, polvere. Forse c’entra il celebre “equilibrio nel caos” di cui artisti e precari parlano. Esiste davvero. Nella fotografia ancora di più.

 L'âme des poètes

La costante nei soggetti delle tue foto è il movimento. Dal tuo punto di vista cosa può esprimere il movimento di un corpo in una fotografia?

 

La scelta dell’utilizzo del movimento viene da una necessità. Da un po’ di tempo sento il bisogno di vivere un continuo fluire senza sostare mai, di reinventarsi senza cristallizzare escludere la “rigidità”. Questo ha trovato espressione in una fotografia dominata dal movimento, dove i protagonisti sono per la maggior parte corpi umani e non. Il movimento di un corpo può restituire nel modo migliore una concretezza visiva che esprima la mia esigenza di vivere nella mobilità.

Memoires de futur

Da osservatrice cosa ti colpisce in una fotografia?

 

Solitamente è l’atmosfera, l’ineffabile, l’indicibile. Mi affascinano quegli scatti che contengono un messaggio nascosto, a volte anche indecifrabile ma che riesce a sedimentare e risuonare come una vibrazione.

 

Quali sono i “rischi” principali che corre chi vuole fare fotografia ai tempi di instagram?

 

Non sono un’integralista della tecnica fotografica. Non credo sia il mezzo a fare la fotografia, né la tecnica perfetta. Una buona fotografia può essere fatta con una scatola da scarpe, una macchina usa e getta o con un telefonino. Per quanto riguarda instagram, il rischio credo sia quello di cadere in una  sorta di intasamento causato da una bulimia visiva. Le immagini, una volta riversate nella rete, vengono divorate indifferentemente e giornalmente dal nostro occhio che perde la capacità di osservazione e riflessione su ciò che viene proposto.

Nelle tue foto ci sono molti riferimenti al mondo della danza, hai ballerini e coreografi ispiratori?

 

La danza è strettamente collegata al mio sentire più profondo, io stessa da cinque anni ballo il tango argentino. Il tutto si è amplificato attraverso l’incontro con la danzatrice-performer ferrarese Elisa Mucchi con la quale ho collaborato ad alcuni progetti, trovando quella sintonia che ha permesso alle idee di proliferare.

 

Dicono si possa capire se un libro è scritto da un uomo o da una donna semplicemente dallo stile narrativo, credi che nella fotografia sia lo stesso?

 

Non lo so, a volte riesco a capire subito se si tratta di un uomo o di una donna, altre no. Credo non si possano fare delle generalizzazioni o individuare delle caratteristiche precise di riconoscibilità maschile e femminile.

Symphony

Collabori con il gruppo ferrarese Polisartika, un’associazione culturale impegnata nella sensibilizzazione a problemi civili ed ambientali. Ce ne parli?

 

Polis_Artika è contenitore culturale di eventi ed opere per la diffusione di un pensiero sul movimento e l’ambiente. Nasce da un’idea di Elisa Mucchi, coreografa e danzatrice ed Alessandro Passerini, fotografo. Con loro ho collaborato al progetto “Piccole Opere Umane” che sorge dalla riflessione attorno ad una domanda: cosa vuol dire oggi fermarsi ad osservare un corpo nella sua attività o inattività? E’ ancora possibile coglierne la bellezza? Io ho lavorato rimanendo all’interno dell’idea di un corpo in movimento, quindi privo di contorni ben definiti, senza messa a fuoco, che possa lasciare allo spazio in cui è inserito la possibilità di essere interpretato. Alessandro invece ha cercato nella precisione la definizione del corpo restituendone un’immagine calibrata.
Altri progetti promossi da Polisartika e in fase di attuazione sono Arte.Ambiente realizzato in stretta collaborazione con l’ Associazione Esposti Amianto AEAC in cui l’arte incontra temi per la difesa dei diritti civili ed ambientali, ed è finalizzato alla sensibilizzazione sul problema dell’amianto.

Je veux une peau splendide

Cosa ti piacerebbe fotografare prossimamente?

 

Ho in cantiere un progetto legato al tema del “passaggio” e ho intenzione di continuare il percorso legato alla danza, sto lavorando a degli scatti realizzati con i ballerini di tango Maria Filali e Oriel Toledo. Sento anche il desidero di esplorare la parte istintiva della fotografia realizzando un progetto che nasce senza un concept a priori per vedere quale sarà il punto d’arrivo.

 

Giulia Pesarin | sito

Polis Artika | sito

la Germanz

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Questo è il suo articolo n°102

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