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Gli acidi di Guido Caruso

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Guido Caruso è un giovane fotografo palermitano con il “pallino” del bianco e nero e dell’uso esclusivo della macchina fotografica analogica. Del resto si sa, il rapporto con la manualità che tale tecnica implica nella stampa della foto, crea un connubio tra l’oggetto finale e colui che la produce. Gli odori dell’acido e il contatto con la pellicola fanno di Guido Caruso un amante di una fotografia che mai passerà di moda. Purtroppo come tutti i giovani fotografi non ha le luci dei riflettori del panorama nazionale puntate sui suoi lavori ed è per questo soprattutto conosciuto nel “Continente” Sicilia.

courtesy Guido Caruso

Negli anni del liceo, già dalle sue prime manifestazioni, Guido comincia ad utilizzare la fotografia per esprimere le sue idee ed i suoi pensieri. Scopre la realtà che lo circonda, scruta con l’obbiettivo la sua terra variopinta e le tradizioni profondamente radicate nella sua città, Palermo, studia la luce e ama ritrarre oggetti in disuso che riacquistano nei suoi scatti quel valore perso e quell’attenzione di un tempo perché messi da parte. Detto questo non resta che chiacchierare con lui per conoscerlo meglio e comprendere l’entusiasmo che lo accompagna nella Fotografia, passione e arte che ha ereditato da suo padre.

 

Quando hai cominciato ad interessarti alla fotografia?

 

Da piccolo trascorrevo le serate in camera oscura con mio padre, lui stampava in B/N ed io gli facevo compagnia, l’odore degli acidi mi ha da subito colpito, vedere emergere l’immagine fotografica dalla carta mi ha letteralmente fatto perdere la testa. Tutto ebbe inizio da lì. Poi al liceo durante le manifestazioni studentesche ho cominciato a fotografare in maniera più assidua e siccome quello che ritraevo mi piaceva, mi soddisfaceva, ho iniziato a farlo con più dedizione, tanto seriamente che è diventato per me oggi un bisogno fisiologico. Le fotografie che realizzavo in quel periodo, non mi soddisfacevano molto, però riconoscevo quasi tutti gli errori e notavo che potevo avere un margine di miglioramento molto ampio.

courtesy Guido Caruso

Ho notato che le tue foto partono dall’osservazione del luogo dove vivi, che rapporto hai con la tua Terra?

 

Dal punto di vista fotografico la Sicilia rappresenta una validissima fonte di ispirazione. Sono molto legato alla mia terra e ogni angolo di essa lo sento mio e lo scruto per allenare il mio occhio. Di essa mi piacciono i colori, le tonalità forti. Il mare intorno mi ha sempre fatto sentire speciale, fortunato.

 

La Sicilia è un’unica tua fonte di ispirazione o c’è qualche altro elemento che attrae la tua attenzione “fotografica”?

 

Sono molto curioso e amo crearmi situazioni speciali per fotografare il “non-fotografabile”, le cose nascoste. Inoltre sono attratto da tutti i materiali poveri e da quegli oggetti che ormai in disuso, possono tornare a vivere e ad avere una nuova funzione attraverso una fotografia.

courtesy Guido Caruso

Utilizzi esclusivamente una macchina fotografica analogica, perché?

 

A dire il vero utilizzo anche una scatola di cartapesta che mi sono costruito, un foro stenopeico. Ho della carta fotografica, acidi e bacinelle, fotografo anche con quella! L’odore della pellicola ha un fascino inimitabile, l’attesa per lo sviluppo e per la stampa rende la Fotografia unica. Il digitale non ha tutto ciò.

 

Qual è stata la prima macchina fotografica che hai utilizzato?

 

Una Canon FTB degli anni 70 e la biottica YASHICA MAT 124G.

 

Preferisci fotografare in bianco e nero, oppure a colori?

 

Il bianco e nero hanno una bellezza particolare, mi piacciono i contrasti forti. Non a caso i lavori di Mario Giacomelli hanno influito notevolmente sul mio modo di vedere. Del colore non si può fare a meno, a volte le situazioni stesse lo richiedono a gran voce.

courtesy Guido Caruso

Parlaci un po’ dei tuoi lavori, cosa si nasconde dietro i tuoi scatti e qual è il progetto fotografico a cui sei più legato?

 

Si nasconde Guido Caruso, il mio modo di vedere la vita e il mondo. Si nasconde la mia timidezza e la mia curiosità, la sensibilità. Sono molto legato al progetto a cui sto lavorando, una mostra fotografica per Palermo fatta dai palermitani .

 

Nel panorama fotografico odierno, quali sono i fotografi che preferisci e da chi hai appreso tecniche e interessi?

 

Sono molto attratto da Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani e da chi si avvicina alla Fotografia. Mi piacciono i lavori dei neofiti.

La Fotografia in Italia può essere vista come un lavoro o è ancora avvertita come una passione?

Credo di no. Impresa difficilissima .

 

Progetti futuri?

 

Una mostra fotografica con scatti inediti. Speriamo bene.

 

Per saperne di più: http://www.fotocommunity.it/pc/pc/mypics/733591

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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