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Hablando con los “indignados”

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Paul ha quarantadue anni è di Madrid ed è una guida turistica. Lo abbiamo contattato per farci raccontare cosa sta succedendo a Madrid, in Plaza del Sol, dove dal 15 maggio scorso migliaia di cittadini spagnoli (e non) si sono accampati in segno di protesta sotto la bandiera del movimento denominato ! Democracia Real Ya !

A Paul abbiamo fatto qualche domanda così da capire un po’ meglio la situazione.

Pedro Armestre/AFP/Getty Images

Ciao Paul, puoi dirci brevemente come e quando sono cominciate le vostre proteste?

Le proteste sono cominciate inizialmente in seno ad una piattaforma chiamata “Democracia real ya”, un movimento composto da disoccupati, gente sfrattata ed altre organizzazioni nate come effetto dell’insoddisfazione dilagante tra la popolazione rispetto al nuovo contesto economico, vedi la crisi economica internazionale. Il movimento nasce prima delle elezioni e dopo le prime contestazioni scoppiate nella piazza del Sol da cui tutto ha avuto inizio.

Qual’è stato secondo te la scintilla che ha dato vita alla nascita di questi movimenti?

La crisi economica unita alla disoccupazione giovanile e alla sfiducia verso le istituzioni che la gente non sente più come rappresentative dei propri interessi: lavoro, casa, scuola, pensioni ed un futuro migliore per noi tutti e per i nostri bambini e molte altre cose ancora..

Cosa chiede esattamente il vostro movimento?

Tutto quello che ho appena elencato ed una nuova forma di democrazia dove ci sia una maggior partecipazione della gente, che sente il bisogno di avere una maggior voce in capitolo nel processo decisionale.

Come pensate di agire per raggiungere questi obiettivi?

Quando ci avranno sgombrati da Piazza del Sol, e la polizia lo farà a breve, sarà necessario che ci si riorganizzi a livello di singolo quartiere, con dei rappresentanti locali, con degli incontri periodici in ogni zona della città da cui possano scaturire delle proposte.

Secondo te come si spiega una così larga partecipazione a questo movimento?

La gente non ne può più dei politici attuali ed ha paura per il proprio futuro. La Spagna è uno dei paesi europei con il più alto tasso di disoccupazione specialmente tra le nuove generazioni, tanti laureati la maggior parte dei quali non riesce a trovare un lavoro. Il motore dell’economia spagnola è stato il settore immobiliare che con la crisi è andato giù e assieme a lui migliaia di posti di lavoro.

Le recenti proteste in medio-oriente hanno influenzato in qualche modo anche il vostro movimento?

Penso proprio di si. Quelle proteste sono state per noi tutti un grande esempio di come le nuove generazioni possano mobilitarsi in massa usando le nuove tecnologie come internet ed i social-network per poi scendere in strada e far sentire la loro voce ed il loro dissenso verso un sistema politico corrotto.

Pensi che le vostre proteste avranno un seguito anche negli altri paesi europei?

Già ci sono state proteste dentro e fuori i paesi europei. Tutto dipende da quanto forti saranno e quanto tempo saranno capaci di resistere. La società spagnola ha dimostrato che è possibile scuotere il sistema attuale. Se ognuno di noi è capace di fare la propria parte prendendo parte a queste proteste probabilmente ci sarà un movimento di portata europea o forse mondiale. La mia paura è che tutto possa svanire una volta concluse le elezioni. Forse qualcosa cambierà. Forse un maggior numero di persone verranno coinvolte nel dibattito politico. Forse una nuova rappresentanza sociale sarà canalizzata attraverso i nuovi movimenti e le organizzazioni. Forse questo è semplicemente il segnale che qualcosa di nuovo sta per accadere. Sono certo però che la gran parte della gente non crede più nell’attuale sistema politico e nella sua capacità di risolvere i problemi ed è alla ricerca di un modo per farlo sapere a tutti. Se tutte queste voci si uniscono e gridano insieme allo stesso tempo forse tutto ciò produrrà una qualche forma di cambiamento.

Qual’è il sentimento generale che serpeggia tra le nuove generazioni in Spagna?

Penso che ci sia un diffuso senso di insoddisfazione, di sfiducia e di disincanto verso la classe politica e l’attuale sistema finanziario. La gente ha perso la speranza.

Quali sono le tue personali aspettative rispetto a quanto sta accadendo in Spagna?

La mia più grande speranza è che ci sia un movimento di portata mondiale e che queste proteste continuino finché nel mondo non si comprenda che i bisogni umani vengono prima e devono avere la priorità rispetto agli obiettivi e le leggi del mercato e delle grandi multinazionali che stanno dettando le regole e le scelte della politica, manipolando le sorti della società secondo le loro esigenze di profitto. Forse riusciremo un giorno a misurare il progresso in termini di felicità e non in termini di dollari o di euro.

Cosa farai nel resto della giornata?

Ritornerò a Porta del Sol a dare il mio contributo ed il mio supporto. Prenderò parte ai diversi gruppi di discussione, dibattiti e commissioni dando il mio aiuto nel formulare quelle proposte che rispecchiano il pensiero e le voci della gente coinvolta.

Grazie Paul per la bella chiacchierata

Grazie a te per aver dato spazio a quello che sta capitando qui ! Democracia Real Ya !

Il gran capo

scritto da

Questo è il suo articolo n°3459

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