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Icontroversy | L’amore non è un crimine

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Icontroversy è uno short movie realizzato dal giovane cineasta napoletano Antonio Prisco con l’intento di spezzare la coltre di discriminazione, bigottismo e ignoranza che regna poco contrastata nella nostra società. Il video è interpretato dal transessuale Lia Zeta e com’è facile intuire dal video vuole condannare l’omofobia dilagante non solo negli classi sociali più basse ma soprattutto negli ambienti istituzionali, in primis la chiesa e subito dopo politica e televisione. Un lavoro spontaneo a quanto pare, realizzato con un iPhone una sera ispirata in compagnia di Lia e montato ad arte con sofisticati programmi di montaggio. Il risultato è davvero niente male, ironico, polemico e senza dubbio scomodo.

Icontroversy di Antonio Prisco

Il video è rimasto inedito fino allo scorso 13 ottobre quando è stato presentato in una location particolare ma voluta dall’autore che ha curato l’intera serata. Prisco ha scelto il Metropolis, la discoteca più amata di Napoli  e si è avvalso della collaborazione del gruppo Criminal Candy, organizzatori di importanti eventi. La scelta di quel determinato posto non è stato causale ma determinato a coinvolgere il maggior numero di persone e con la mente più aperta.

Lo shortmovie è in concorso in diversi festival nazionali e internazionali tra cui: Melbourne, Darlinghurst (Australia), Los Angeles, Budapest, Buenos Aires, Kingston (Canada), Toronto, Tel Aviv, Ankara, Lima,  Antwerpen (Brussell), San Paulo.

Icontroversy di Antonio Prisco

Lui dice:

“Il mio piccolo film nasce dal desiderio di esprimere un punto di vista sul clima di ostilità nei confronti delle minoranze in un momento storico difficile per l’Italia. Leggo dovunque commenti imbarazzanti sulle priorità del paese e che dovremmo preoccuparci di sfamare le famiglie piuttosto che fare leggi contro l’omofobia o per il rispetto delle minoranze. Questo genere di cose mi lasciano molto perplesso. Mi irrita l’idea di sentire cose del genere nel 2012. Così ho preso in mano un iPhone, ho cominciato a dire la mia anche io. È nato tutto per un desiderio di libertà, di esprimere un’opinione, di dire che non sono d’accordo. Nel cortometraggio ci sono molti simboli religiosi. In realtà non è una critica alla Chiesa, voglio solo dare una visone di ciò che ho letto nella Bibbia alternativa.”

 

 

Per saperne di più:

www.youtube.com/user/jimboprisco/videos

www.criminalcandy.com

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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