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Il Todays è finito, lunga vita al Todays

La fine dell’estate è un momento nostalgico, traboccante di ricordi e di sentimenti, ma la fine dell’estate a Torino è soprattutto gioia, passione e condivisione grazie al Todays Festival. Di conseguenza, vogliamo condividere con voi i migliori momenti di questi tre giorni, che hanno oscillato tra la felicità e un pizzico di malinconia.

 

PJ Harvey

 

Prima tra tutti, Pj Harvey, l’immensa. Sale sul palco al tramonto accompagnata da un’orchestra di dieci componenti, vestita di piume: una splendida creatura che sembra provenire da terre sconosciute che ammalia il pubblico con la sua voce. Canta brani dal suo nuovo album The Hope Six Demolition Project, alcuni brani degli anni ‘90, qualche estratto da Let England Shake. Una performance impeccabile, che è quasi un atto teatrale diretto dalla minuta cantante, fino all’ipnotico finale River Anacostia, un mantra che il pubblico canta all’unisono, a crepuscolo ormai inoltrato, fino a che Pj, eterea, lascia la scena e spezza l’incantesimo.

 

PJ Harvey

 

Mac DeMarco, il pazzo performer rinomato per le sue esibizioni trasgressive, si trova a soccombere sotto la potenza di Pj Harvey e non si lancia in folleggianti imprese. Il suo live scorre pacato, catchy come le sue canzoni, che sorridono agli anni ‘90 in un ritmo che fa divertire, ma lascia sempre un pizzico di tristezza addosso.

Perfume Genius. Cosa dire se non che vorremmo tutti saperci muovere, cantare ed esprimerci altrettanto bene quanto fa lui? Ha un carisma così potente da lasciare tutti sbalorditi, ha una voce al tempo stesso innocente e disperata, riesce a essere allo stesso tempo indifeso e sensuale. Come per Pj Harvey il venerdì, il sabato tramonta lentamente con un live che travolge il pubblico e lo fa andare in visibilio. Capita raramente di sentire così tanto calore provenire da sotto il palco, questa è stata una di quelle occasioni.

 

PJ Harvey

 

Ma il sabato notte è appena iniziato e, quando iniziamo a dubitare delle potenzialità di Richard Ashcroft, che sale sul palco in una mise che non avremmo mai pensato indosso al cantante dei Verve, e attacca con un brano nuovo non di certo in linea con i vecchi successi, ecco che come secondo pezzo intona Sonnet. Un’ora dopo, sulle note di The Drugs don’t Work, ci troviamo ad abbracciare casualmente chi incrociamo sotto palco, e ci rendiamo conto che con Richard, i Verve, MTV, siamo cresciuti, ed è anche grazie a lui se siamo tutti lì, tra la polvere e le zanzare, a ricordare di quando avevamo 13 anni e tutto era un po’ più semplice.

E poi difficilmente dimenticheremo la domenica. Il live dei Timber Timbre, prova di un rock sperimentale di alta classe, ma soprattutto The Shins, per la prima volta in assoluto in Italia. Di quel live avremo sempre impresse le espressioni di gioia sulle facce dei nostri amici e conoscenti, di chi era una vita che li aspettava, di chi si è sgolato per tutta la durata del concerto, un misto tra divertimento e, ancora un volta, malinconia.

 

Perfume Genius

 

I Band of Horses e la loro Funeral chiudono l’immaginario cerchio di emozioni, portandosi via un’altra edizione del festival e, simbolicamente, un altro anno.

Se potessimo raccontare tutti quei piccoli istanti che ci sono rimasti sulla pelle vi racconteremmo anche della ragazza che domenica ha dipinto ad acquerello su dei grandi fogli bianchi tutti i passanti, raffigurandoli come ombre, o del ragazzo che ha ballato abbracciando un accendino gonfiabile, per far ridere la sua fidanzata.

 

Perfume Genius

 

Del ragazzo che ha ballato a occhi chiusi mentre Perfume Genius cantava, oppure del party in piscina con quei deliranti personaggi che sono i Pop X, del sudore addosso e dei capelli arruffati dopo tre giorni all’aria aperta, dei visual che hanno illuminato il Parco Peccei, e della lunghissima notte all’Incet, scivolata al suono di techno con il Varvara Festival.

 

Perfume Genius

 

Potremmo tutti raccontare come questo festival ci ha arricchito togliendoci le forze, di come ci siamo trovati domenica pomeriggio, stanchi e felici, a bere una birra e a goderci una fetta di anguria dal venditore di frutta e verdura che staziona appena fuori Spazio 211 (e che fa ottimi panini con la salamella).

Abbiamo scelto di raccontarvi questi momenti perché Todays Festival non è solo musica, è un’esperienza totalizzante, a cui tutti sono entusiasti di partecipare: dall’organizzazione, ai fotografi, dal pubblico a noi giornalisti, fino al signore che vende l’anguria. Perché Todays è fatto con il cuore e quando le cose vengono fatte con il cuore è ancora più difficile scordarle.

 

TOdays Festival | sito

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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