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In vacanza all’Ariano Folkfestival

Diciamoci la verità noi Italiani siamo degli esterofili convinti, soprattutto quando si tratta di viaggi e vacanze, tutto quello che vediamo in giro per l’Europa o per il mondo è sempre tre volte più attraente di quello che abbiamo in casa. Lo stesso ragionamento potremmo farlo anche per quel che riguarda il mondo dei festival musicali. Molti di voi conoscono e sono stati allo Sziget a Budapest, al Glastonbory in Inghilterra o ancora al Roskilde in Danimarca. Queste sono ormai mecche consacrate della musica in Europa, dove ogni anno milioni di ragazzi provenienti da tutto il mondo, più o meno appassionati dei generi musicali proposti, decidono di trascorrervi le vacanze, sicuramente meglio di una settimana in Riviera Romagnola.

edizione Ariano Folkfestival 2008

Ma i sopraccitati festival possiamo considerarli anche come dei fenomeni molto di moda tra chi ha tra i 20 ed i 30 anni, un po’ come scegliere Londra, appena diciottenni, per imparare l’inglese, anche se poi ci si renderà conto che tutto s’imparerà fuorché la lingua. A quella età sei troppo impegnato ad approfondire temi come Rave Party, Squatting e “chimica” dello sballo per trovare un paio d’ore da dedicare alle lezioni della Callan School. In genere quelli più furbi e un po’ meno succubi dei comportamenti di massa preferiscono un breve esilio in qualche paesino sperduto dell’Inghilterra o dell’Irlanda dove le uniche distrazioni concesse non vanno aldilà della birra al pub sotto casa, in compagnia di qualche arzilla vecchina dalla folta chioma bianca. Tempo sei mesi, e l’inglese per te non avrà più segreti. Allo stesso modo chi ama la musica, chi vuole gustarsi il meglio di un determinato genere musicale sa che nelle sopraccitate località non troverà nulla di tutto ciò, lì la musica è un contorno ad uno spettacolo, che secondo me, prescinde dagli artisti che vi si esibiscono.

edizione Ariano Folkfestival 2008

Il cultore, l’”escursionista musicale”, va altrove. Cerca, si informa sui luoghi dove si raduna la “sua tribù”, ovvero quelle poche migliaia di eletti accomunati dallo stesso credo musicale, che si ritrovano in località ed in festival, sconosciuti ai più, che rappresentano l’essenza di un determinato filone musicale. Chi per esempio ama la world music conosce bene festival come Etno Sur in Spagna, Docks de Suds a Marsiglia o Guca in Serbia. Probabilmente da qualche anno avrà imparato a conoscere anche l’Ariano Folkfestival, in Italia.

 

 

Stiamo parlando di un “piccolo” festival di world music (l’anno scorso ha registrato circa 40.000 presenze in sei giorni) che si tiene ogni anno ad agosto, in una altrettanto piccola cittadina in Campania, Ariano Irpino, capace di portare in Italia band come i Gogol Bordello, un anno prima della loro consacrazione a livello internazionale, i Balkan Beat Box, i Kulture Shock, gli Amsterdam Klezmer Band, Muchachito Bombo Infierno ed una lista infinita di nomi che rappresentano l’avanguardia della migliore world music internazionale. Andatevi a vedere il sito web se non mi credete.
Ebbene, il fior fiore della “musica del mondo” approda per una settimana in questa cittadina, vocata all’agricoltura e non certo ai grandi eventi musicali, scuotendola dal torpore tipico di molti paesi del sud Italia e non solo. La magia di questo festival sta nella sua capacità di trasformare, in quei sei giorni, i suoi 20.000 abitanti negli addetti all’accoglienza del popolo festivaliero giunto da ogni parte del mondo, quasi totalmente ignaro del posto che li ospiterà ma sicuri di trovare uno spettacolo all’altezza delle aspettative. Abbiamo chiesto a Francesco Fodarella, direttore artistico della manifestazione di anticiparci in esclusiva qualche novità per questa quattordicesima edizione. Vi lasciamo quindi alle sue parole e per questa estate vi consigliamo di rivedere i vostri piani evitando, possibilmente, le mete del turismo (musicale) di massa.

 

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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