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Intervista a Stefano Fontana aka Stylophonic

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Stefano Fontana abita la musica da tempo sufficiente a rendere superfluo narrare le sue gesta e snocciolare il suo palmarès. Ciò non toglie che Stylophonic (il suo aka) sia una parte del patrimonio della musica dance made in Italy, così importante che anche il pop e il mondo della moda si sono serviti del suo campionatore e dei suoi synth. Le chiacchierate con Stefano Fontana sono spesso lunghe e ricche di spunti.
Con lui si inizia parlando del suono di un rullante che ha scelto in un disco che sta producendo, per partire verso chiacchiere sugli amici produttori, sui nuovi suoni di Londra o di New York, sulle bombe rap che sono appena uscite, fino a ritrovarsi a parlare di case, campagne marketing e storie di famiglia.
Stylophonic è un tipo curioso, nel senso che tutto quello che fa è guidato dalla sua curiosità, ora è diventato adulto, che per un DJ è una fase delicata, non ha perso la voglia di scoprire e provare. Così si è scoperto attore che interpreta se stesso in uno spot coinvolgendo tutta la famiglia. Lo spot è quello della FIAT Freemont Black Code. 

Stefano fontana aka Stylophonic

Come è nata questa collaborazione?

 

Mi han contattato per lanciare la nuova Freemont Black Code, un’automobile in versione più aggressiva e cool del modello che è già in circolazione. E’ comunque un automobile pensata per la famiglia, quindi serviva una persona che avesse un twist nel lavoro, ma anche una famiglia, così hanno voluto documentare la mia vita, in una sorta di giornata tipo con un confronto fra il DJ e papà. Ci sono varie scene: io che torno da una serata la mattina col sole che sorge e aspetto mia moglie e i miei figli… Poi tutti e quattro in macchina a muovere la testa a ritmo di musica… Poi, io in studio con i miei strumenti, sono in ritardo per un appuntamento prendo la macchina, affannato appoggio il controller Ableton sul sedile e la macchina mi rilassa immediatamente… Poi in discoteca con amici io suono loro ballano. Insomma interpreto me stesso, faccio una vita sprint, piena, colorata ho un lavoro diverso, ma uso la macchina con gli amici, famiglia e per lavoro. Uso l’automobile in modo normale all’interno di vita diversa, specialmente dal punto di vista lavorativo.

 

Avresti mai immaginato di diventare un papà testimonial e coinvolgere la tua famiglia in uno spot?

 

In realtà, lo spot è sul mio mondo famigliare diurno. Mia moglie e i miei figli sono abituati a stare nel mio mondo, il mio mondo lo conoscono bene. Avevo lo studio a casa… Quando arrivo tardi la notte e mi sveglio tardi sanno che è il mio lavoro. Ci siamo divertiti come in un esperienza divertente.

Stefano Fontana aka Stylophonic (2)

Non siamo ancora abituati all’immagine del DJ padre di famiglia. Com’è vivere la notte ed essere anche un Family man?

 

Faccio fatica, ma la cosa che mi fa andare avanti è il piacere. Porto i figlia a scuola la mattina perchè mi piace, mi piace essere papà anche se poi a volte crollo. Sto imparando a conciliare le due cose e i miei figli mi aiutano, mi danno energia.

 

Ma da grandi i DJ che lavoro fanno?

 

L’attività imprenditoriale che mi sta impegnando è in fondo la raccolta di molte esperienze fatte negli anni come la collaborazione con i brand che ho portato avanti da sempre. Mi interessa capire come sfruttare le mie conoscenza in diversi ambiti. Nei primi 20 anni ero solo studio e discoteca ora crescendo gli interessi si sviluppano. Ho sempre voluto diversificare il mio lavoro producendo anche altri artisti facendo piccole consulenze. Da grande ora, mi sto aprendo sempre di più a cose diverse, sicuramente continuerò ad essere curioso. Anche l’esperienza di Boom (ultimo album firmato Stylophonic uscito da pochi mesi) era una cosa che volevo fare da una vita, sperimentare con i cantanti italiani, molto fuori da quello che ho sempre fatto, ma comunque interessante.

 Stefano Fontana aka Stylophonic (3)

A proposito di Boom, ti sei fatto un bel tuffo profondo nella musica italiana. Come è stato?

 

Posso dire che tutti quelli con cui ho lavorato in Boom mi piacciono, altrimenti non ci saremmo trovati a collaborare. Giuliano (Negramaro), Samuel (Subsonica), Emis Killa, Saturnino, Dargen D’amico. Comunque con la musica italiana ho già lavorato un bel po’, con Bugo con Meg, ho coprodotto Buon Sangue di Jovanotti. Lorenzo è il numero uno, aver lavorato con lui ha dato un valore a quello che so fare. Sperimentare in studio soddisfa la tua curiosità che è la cosa primaria, trovare nuovi stimoli e nuove strade attraverso nuove collaborazioni. Strade semplici o tortuose ma comunque che ti spostano. Il modo di procedere su quelle strade è la conseguenza del modo di essere delle persone. Se le persone sono in gamba i modi sono fluidi, sono sincroni. Sono sintonici.

 

 

Cosa stai producendo in studio adesso?

 

Dopo tante collaborazioni in un solo album il prossimo sarà 100% club, scritto e prodotto per i club e per i DJ. Sarà tutto dancefloor, strumentale, niente canzoni.

 

Intervista a cura di Andrea Lai, FILO.

 

Stylophonic | sitofacebook

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Questo è il suo articolo n°144

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