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Intervista ai Frank Sent Us, che da oggi hanno un logo tutto nuovo

Il Giovedì mi telefonano dalla rispett.ssima direzione generale di Ziguline. Mi si dice che la mattina dopo i Frank Sent Us saranno in studio a stampare le prime cento magliette con il logo scelto dal contest di – indovinate – proprio Ziguline.

i FSU. Da sinistra: FrankSandrello, FrenetikBeat, Mastro e Mr.Orange

Incontro i Frank Sent Us che sono le 12.30 di mattina, fa un caldo cane ed io provengo da un paio di nottate piuttosto pesanti. Per di più li incontro nello studio di VitaminaLab, che è un posticino davvero carino con un inconveniente: è situato in mezzo all’enorme spazio che divide Roma da Ostia, e per me che romano lo sono solo d’adozione (non consensuale, oltretutto) questo ha significato, per un paio d’ore, cercare un dottorando in fisica in mezzo al deserto del Messico. O, in modo molto meno metaforico, viaggiare su e giù per quello straordinario spaccato di Italia che è la via Ostiense per un lasso di tempo capace di dare alla mia autoradio l’occasione di sputare ben 5 tra vecchie e nuove hits di Laura Pausini. Comunque appena arrivo mi rendo conto che l’aria è davvero rilassata, e questo anche prima che si aprano i primi pacchetti di patatine. 4 Ragazzi che – prima di tutto – sembrano tenere a cuore un sanissimo e sempre benvenutissimo cazzeggiare. Si dice da molte parti che i FrankSentUs diano il meglio di loro dal vivo. Beh, posso dire di poterlo confermare.

 

Ciao ragazzi. Dopo l’esperienza del contest realizzato con il nostro supporto ci siamo resi conto che non vi avevamo presentato degnamente al nostro pubblico. Raccontateci come si sono incontrate le vostre teste e che ne è venuto fuori (se siete riusciti a capirlo certo).

 

Frank: i FrankSentUs sono Frank Sandrello, Frenetik Beat, Mastro e Mr.Orange. E’ un gruppo fondato da me e Mastro nel 2008, cui si è subito aggiunto Frenetik Beat e qualche tempo dopo, nel 2010, Mr.Orange. Questo per arrivare al nostro obbiettivo primario, ossia fondare una band vera e propria con un’idea semplice alla base: usare il video come frontman. Io che mi occupo dell’audio-video suono campioni audiovisivi con lo stesso approccio di un campionatore semplice, ed il resto della band fa musica con chitarra, basso e beat elettronici.

 

A un primo ascolto/sguardo apparite come un ibrido cine-musicale ma voi, esattamente, come vi definite?

 

FrenetikBeat: Facciamo musica usando l’audio di film, serie TV, videogame. Footage video che siano parte integrante delle nostre tracce. Non sono due cose slegate, con immagini correlate alla musica: l’idea forte è fare musica utilizzando audio e video con la stessa importanza. la nostra musica si vede, il mio cantante è Hulk Hogan, il mio percussionista è un Ghostbuster che spara etc. Questa è l’idea radicale di FrankSentUs.

 Come nasce un progetto dei FSU? Quale delle tre componenti viene fuori per prima?

 

Frank: Non ci sono regole per fortuna. I pezzi nascono come in qualsiasi gruppo: può nascere da un riff, da un filmato interessante, una linea di basso che spacca. Un footage video che ci interessa e su cui creiamo la musica. Magari all’inizio era un po’ più sbilanciato sul video, poi nell’assestarci come band la cosa è diventata più varia.

 Video, audio, rock, elettronica, cinema ma in fondo, qual è il vostro obiettivo quando salite sul palco?

 

Mastro: beh rock’n’roll, scivolate sulle spie, il vodka facial (la doccia di vodka su pubblico)..

Mr.Orange: …l’obbiettivo è stupire e stupirci. Uno show che sia sopra la media, che non sia solo andare a ballare o andare a sentire un concerto. E’ uno show che ti prenda sotto più punti di vista, e la vista stessa è il senso più importante che abbiamo. Ciò che ci interessa è che lo spettatore sia immerso nell’esperienza.

 

Qual è il palco più bello che avete calcato finora e qual è quello irraggiungibile?

 

Frenetik Beat: Per quanto mi riguarda il Fusion Festival in Germania: bello.

FranK: anche il Cocoricò..ma poi contano una serie di cose, non è detto che l’installazione grande, con i led, faccia il party figo. E’ una questione di chi ti viene a sentire, di come reagisce. Sono venute fuori grandi feste da situazioni che sembravano, all’inizio, molto meno ‘fighe’: si è invece poi creata l’alchimia giusta.

Frenetik Beat: la bettola ha sempre qualche segreto sotto..

Mr.Orange: ci piace accaparrarci il pubblico, rompiamo un sacco le scatole…

 Film preferito?

 

Frank: Il Film preferito dei FrenkSentUs è C’era una volta il West. Il gruppo prende il nome da lì, dalla scena iniziale del film di Sergio Leone. Probabilmente non siamo tutti d’accordo, però…

 

Chi non è d’accordo?

 

Mr.Orange: beh, The Warriors va citato: un vero e proprio movimento culturale…

 

Frenetik Beat: Beh si, siamo legati anche a The Warriors, i Guerrieri della notte. Ragazzi mi raccomando googolatelo, andatelo a vedere. Guardatevi il film. Guardatevi il videogioco. Giocate al film…

 E l’azzardo più grande fatto su un cult?

 

Mastro: Beh, quella dei Kiss.. tutti i rockettari ci sono venuti contro..

Mr.Orange: anche ‘Does It Look Like a Bitch'(dal remix di Pulp Fiction, ndr)..

Frank: ci sono vari tipi di azzardi. Pulp fiction, ma anche quello con cui stiamo lavorando adesso: Fight Club.

Frenetik: L’azzardo più grosso forse è stato all’inizio, il lavorare con il cinema d’autore. Devi essere delicato, e noi non lo siamo stati…

 

Beh, però almeno i puristi non si lamentano…

 

Mastro: no, abbiamo fatto festival del cinema ovunque..

FranK: quando è uscito il remix del video dei Kiss, I was made for lovin’ you, molte persone ci hanno criticato per il fatto che non c’entrasse niente con l’originale. La risposta nostra è un enorme ‘Grazie al..’. Se fossimo come i Kiss staremmo là a rockeggiare con loro..

Frenetik beat: il remix è questo: campi di chi l’apprezza e di chi lo odia..

Mr.Orange: e poi quando una cosa è originale la cosa spesso divide…

 

Voi che vi nutrite di tre diverse culture – quella musicale, la cinematografica e quella visuale – cosa definite “cultura” nel 2013?

 

Frenetik Beat: Cultura è ciò che emoziona e che tra tre anni te lo ricordi. una cosa che t’emoziona e che crea un ricordo in grado di emozionare allo stesso modo..

Frank:‘artista è quello che emoziona altre persone. Più o meno si tratta di questo…

 

Anche l’aspetto di mescolare cultura alta e bassa…

 

Frenetik Beat: ..sono parole sbagliate di partenza. Noi abbiamo preso Pulp Fiction e abbiamo usato una ritmica dubstep perchè ci emozionava quelle cose là, e ancora ci emozioanno. Abbiamo preso lo spunto dagli Addicted Tv, un duo londinese di DVDjay: mixano DVD come fossero dischi, più un piccolo campionatore per aggiungere effetti audio. Noi abbiamo più un approccio da band: chitarra, basso, loop in tempo reale e video che fa il frontman.

 

Poi una domanda triste. Visto il recente pessimo andazzo del cinema, fra dieci anni avrete ancora materiale per i vostri video?

 

Frank: Stiamo utilizzando cose anche nostre: giriamo tanto, e mischiamo cultura popolare per quanto riguarda, ad esempio, Fight Club o footage presi in modo random da cose che ci piacciono con cose che facciamo noi. E comunque anche solo a pescare indietro, nella storia del cinema, ne hai per un’infinità di tempo..

FrenetikBeat: E’ come nella musica, come dire a Skrillex: oramai l’Ep l’hai fatto, ora basta. Noi abbiamo fatto lo scatto del girare da noi le nostre storie, e così possiamo andare avanti all’infinito.

Mr.Orange: Anche perché dedicarsi solo al remix di film è riduttivo, e poi non potevi collaborare con qualcuno, con un artista che ti piace. Ci piace la possibilità di confrontarci con artisti che ammiriamo.

FrenetikBeat: siamo in una fase particolare in questo senso.. abbiamo lavorato a una collaborazione con il Colle, (Colle der Fomento, ndr). Abbiamo ripreso loro mentre facevano una loro strofa, e Frank li risuona live. Quando possiamo usiamo due sagome, due installazioni. Ogni volta che Frank suona la strofa loro sono virtualmente con noi. E’ un virtual featuring.

 

Ma parliamo di Watch The Sound, immagino sia stata una grossa soddisfazione accantonare per un attimo le amate pellicole per creare un progetto ex-novo. Diteci, diteci.

 

Frank: E’ un progetto di un paio d’anni fa, novembre 2011. Abbiamo sentito l’esigenza, in quel percorso che ci ha portato al virtual featuring, di utilizzare cose completamente girate da noi. Abbiamo fatto 4/5 piccole storie in cui abbiamo raccontato un pezzo con il nostro linguaggio. Abbiamo girato una cosa a Londra con uno studio londinese – The Butchers -, la storia di due atleti che si sfidavano in una partita di basket infinita, che iniziava in un campetto e passava in discoteche, mercati, ascensori.. Poi abbiamo girato, grazie  a Edoardo Bolli, una cosa a Rio, dove personaggi caratteristici del carnevale di Rio canticchiavano un motivetto con un riff in cuffia. L’abbiamo campionato e ne abbiamo tirato fuori un pezzo. Ma anche un inseguimento di skate nelle strade romane.. insomma, ne abbiamo fatto un DVD+CD, 13 pezzi per il CD e 5 storie girate.

 

E infine, cosa vi ha spinto a scegliere il logo vincente del contest Frank Sent Us Logo Refreshment e cosa pensate di come sono andate le cose?

 

FrenetikOrange: Intanto ringraziamo Alessandro VitaminaLab che ci ha ospitato per questa intervista e con cui stiamo stampando queste prime 100 magliette, tutte in esclusiva per Ziguline. Ringraziamo Roback, il ragazzo di Modica vincitore del contest per il logo – adesso ti spediamo una maglietta, Roberto…

Frank: il concorso ha stupito anche noi.. è andato veramente bene, tanti ragazzi hanno partecipato, un sacco di cose belle. Siamo stati in grossa difficoltà, ognuno di noi aveva un preferito e alla fine siamo arrivati a una piccola top three, ma Roback è stato sempre presente.. Alla fine ci ha convinto tutti. Il suo disegno ci rappresenta, rappresenta quello che facciamo, spacca..

FrenetikBeat: c’erano tanti amici che hanno partecipato al contest, ragazzi davvero in gamba..ha vinto un ragazzo che non conosciamo perché se l’è meritato.

Mr.Orange: ha vinto un ragazzo che non conosciamo, e ha vinto perché spacca.

 

Frank Sent Us | sitoFacebookYou Tube

Vitamina Lab | sitoFacebook

 

 

Stefano Pontecorvi

scritto da

Questo è il suo articolo n°64

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