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Italians in Europe | Alessandra da Londra

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Alessandra da un po’ di tempo vive a Londra ed ha colto al balzo l’esperienza dell’Erasmus per poter conoscere una città dove l’arte è vissuta in tutte le sue forme, dove c’è spazio per giovani artisti che desiderano mettersi in gioco per la prima volta e relazionarsi con il mondo delle gallerie. Lei, che studia all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, meglio conosce questo universo e meglio può raccontarci della sua permanenza, quindi senza prolungarmi nella presentazione.

Alessandra parlaci di te

Sono Alessandra, semplicemente. Sono nata a Rovigo e cresciuta poi in un paese di provincia. Da cinque anni vivo e studio a Venezia all’Accademia delle Belle Arti dove ho coltivato il mio interesse per la scultura e per l’Arte che è la mia grande passione. Mi piace poterti dire che il mio mondo gira attorno ad essa. Posso definirmi “Young Artist”. Concettualmente cerco sempre di mettermi in gioco e di vedere i miei progetti e le mie idee in questo universo contemporaneo che oggi invade le Gallerie con grande fervore. Ogni giorno per me è come aspettare di accogliere un nuovo pensiero, che diventerà materia di studio, e perché no, un nuovo lavoro.

Adesso sei a Londra, come mai? Viaggio studio o sei alla ricerca di te stessa?

La mia è stata una scelta molto precisa e direzionata. Ho voluto fare un salto di qualità. Così è stato. Il mio è un viaggio di scambio studio all’estero, Erasmus. Middlesex University è l’istituto che mi accoglie. Allo stesso tempo ho colto l’occasione di vivere in una città dove l’Arte è vissuta in ogni aspetto e sentita come un valore vero e autentico. Racconto quest’esperienza come un viaggio alla ricerca di un nuovo mondo in cui poter far parte, dove i miei interessi spiccano il volo. Allo stesso tempo godo di un momento dove riesco a ricercare, come ironicamente mi chiedi, quella parte di me che forse non avevo tenuto in considerazione. Ho colto, con l’aiuto di un grande fattore, che è quello della lontananza, i valori che porto con me e che mi hanno aiutato a conoscermi maggiormente. Ora mi chiedo se fosse stato lo stesso se avessi deciso di volare altrove.

Per quanto tempo ti tratterai?

Il mio viaggio terminerà con l’inizio di Marzo. Poco dopo il mio ritorno in Italia ripartirò per poter far parte di una mostra collettiva con i colleghi della scuola che mi sta accogliendo. Ovviamente si svolgerà qui a Londra. E magari dopo la mia laurea.. chissà..
Sicuramente Londra è una città multietnica, quanti italiani ci sono?
Londra è bella perché c’è la possibilità di poter conoscere gente da tutto il mondo e di tutte le nazionalità. Credimi che ci sono veramente molti Italiani ovunque. Inizialmente ero felice, mi sentivo un po’ a casa, ma ora come ora mi piace poter conoscere ciò che va al di là della mia cultura. Essa farà sempre parte di me, ma attraverso una fase in cui necessito di dover assorbire ogni nuova esperienza e novità. D’altronde la curiosità è una grande virtù.

E gli Inglesi, cosa pensano di noi Italiani?

Ovviamente che abbiamo un gran talento per la pasta e la pizza. Poi la cosa è molto soggettiva. Molti inglesi che ho conosciuto hanno sempre confermato che le nostre città sono molto belle e che abbiamo tanti altri tesori oltre al cibo.

Cosa bisogna assolutamente vedere a Londra?

La cosa bella di questa città è che è piena di tesori e sono esposti al pubblico sette giorni su sette. Non posso che citarti due opere d’arte che particolarmente mi hanno catturata dal primo istante in cui ci siamo incontrate. Sono rimasta per più di mezz’ora a contemplarle. Ti parlo di un disegno preparatorio per un dipinto fatto da Leonardo Da Vinci tra il 1499 e il 1500 intitolato “Saint Anne and Saint John the Baptist”. Si presenta con dei tocchi di gesso nero e bianco su carta brunita. Credo fermamente che sia una delle meraviglie del mondo. Si affianca “The Virgin of the Rocks” datato tra il 1491 e il 1508, del medesimo maestro. Le opere sono visibili alla National Gallery. La maestosità e la gestualità dei corpi, l’espressione dei volti e la tecnica di realizzazione attraggono e catturano lo sguardo dello spettatore. Incontrare un Da Vinci è sempre un grande gioia.

Sono pienamente d’accordo con te. È stato difficile ambientarti nella metropoli inglese?

Mi son ambientata da subito, ho scoperto sin dall’inizio quanto gli inglesi abbiano a cura il rispetto e l’educazione. Per come ho vissuto nella mia scuola queste persone mi hanno sempre accolta con molta gentilezza e disponibilità. Probabilmente è ciò che in parte manca in Italia.

Cosa Londra ha in più rispetto a qualsiasi altra città italiana?

Certamente le possibilità. I pensieri sono liberi di correre, puoi sentirti libero di fare e creare secondo i tuoi criteri e le tue esigenze.

E che cosa ha in meno di una città italiana?

La cosa che manca assolutamente e che differenzia la cultura londinese da quella italiana è il culto del cibo. Questa città è incredibilmente frenetica, non si ferma mai, tutto è pronto e veloce. Faticosamente trovo i gusti e sapori della mia cucina. Ma non soltanto, per noi italiani il cibo è un momento di ritrovo, di calma, di serenità. Per gli Inglesi il più delle volte non conta dove sei, anche un panino seduto in una metropolitana è squisitamente appetitoso. Non solo, essendo una città che non dorme mai, la cosa che più mi manca è il silenzio. Cullata precedentemente dalla laguna dove a volte i rumori cessano di esistere, più di una volta sono corsa a ricercare questo fattore essenziale nei parchi o nelle gallerie. Sono così diventati i miei momenti di silenzio.


Descrivici una tua giornata tipo nella capitale londinese

Sveglia al mattino, colazione veloce mentre cerco di capire, guardando alla finestra che tempo farà durante la giornata. Esco e raggiungo l’università che si trova molto a nord rispetto a dove vivo. Entro nei laboratori e comincio ad incidere, a disegnare o a costruire e sperimentare con i macchinari. Mi piace vedere le mie idee diventare forme concrete. Mi definisco non come una scultrice, ma come una costruttrice di volumi. Gioco e dall’essenza dei miei progetti scelgo la materia. È così che nascono i miei lavori, la mia arte. Due volte a settimana la mia classe si riunisce nello studio per tutorial e seminari, o nelle gallerie dove si discute di ciò che si è visto. Verso sera torno a casa. A cena incontro i coinquilini ed è un momento bello e piacevole da condividere, concludono sempre le mie giornate facendomi sorridere.

Qual è la cosa più buona che hai mangiato?

Davvero difficile, le cose più buone sono state le portate inventate da me e dai miei coinquilini trasportati dalla curiosità di mescolare gusti e sapori delle proprie culture. Da una semplice pasta italiana, a un dolce francese. Ma se mi chiedi di una sfiziosità trovata a Londra, credo di averla provata ad est. La domenica mattina a Brick Lane, un fornaio sforna piccole ciambelle di pane chiamate “bagel” farcendole a piacimento con salse e molto altro. Anche i cornetti sono favolosi.

Quindi ti aspettiamo in Italia?

Il mio volo per l’Italia è a Marzo. Partirò riportando quel bagaglio pieno di sogni con cui ero partita e che Londra ha realizzato per me. Una cosa è certa, tornerò presto.

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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