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Italians in Europe | Emiliano da Cracovia

Riprendiamo il nostro viaggio in giro per l’Europa a caccia di giovani esuli italici in cerca di miglior fortuna lontano dalla cara vecchia patria. Grazie alla potenza infinita di facebook questa volta abbiamo beccato Emiliano, un nostro fan di origini calabre rifugiato da qualche anno ormai a Cracovia, in Polonia, dove lavora come formatore. Della sua avventura nel nuovo paese mia colpito molto la storia della “cultura della fiducia” che contraddistingue la società Polacca e alla quale il nostro Emiliano si è dovuto imbattere nei primi mesi di permanenza nella sua nuova città ed immagino l’incredulità e l’imbarazzato che ha potuto provare da italiano emigrante in terra straniera. Proporrei un viaggio studio obbligatorio in Polonia a vecchie e nuove generazioni del nostro caro stivale, chissà che non serva a migliorare un po’ le cose. Che ne dite?

Ciao Emiliano, dicci un po’ da dove sei scappato (la tua città di origine per intenderci)?

Ciao, vengo dalla provincia di Reggio Calabria.

Dove vivi ora e da quanto tempo?

Vivo da quattro anni a Cracovia nel sud della Polonia.

Crisi e decadimento del sistema Italia a parte come mai hai preso questa decisione?

All’epoca avevo uno studio di comunicazione ma più andavo avanti più mi ritrovavo senza motivazione in quello che stavo facendo, mi sembrava di girare in tondo, quindi ho mollato tutto. Cracovia mi è sembrata un posto molto gradevole e vivibile dove ricominciare, era quello che stavo cercando e ho voluto provare.

Cosa facevi in Italia, o cosa avresti voluto fare prima di partire e cosa fai di bello ora?

Come ho detto, lavoravo per il mio studio dove mi occupavo soprattutto di progettazione grafica per la stampa. Quello che avrei voluto di più fare in Italia era poter lavorare in un ambito creativo, in qualche modo ci ero riuscito ma avrei voluto fare maggiore esperienza in agenzia e poter studiare di più il design. Il mio lavoro attuale è il “language trainer specialist”.

Cosa ti piace di più della tua nuova città?

Il senso di pacatezza degli abitanti e la loro capacità di convivenza.

Cos’è che ti manca di più dell’Italia e della tua città natale?

Senza dubbio il cibo.

Quali sono ora le tue abitudini nel fine settimana?

Qui c’è molta scelta, io di solito esco con amici, vado ai concerti, al cinema, in birreria e molto spesso a ballare.

Cosa va per la maggiore tra i giovani del posto nel week-end e di notte?

Le disco e i disco-pub sono quasi sempre pieni ma altrettanto si può dire dei cinema e degli eventi culturali. I locali che vanno di più si concentrano nella zona del mercato centrale e nel quartiere ebraico. Si fanno spesso feste in casa dove si beve vodka in quantità e a volte si balla.

C’è un locale, un posto di cui sei diventato un abituè?

Frequento un club in zona mercato che si chiama Piekny Pies.

Mostre, feste, festival ed eventi vari che ti non ti sei fatto sfuggire da quando sei là?

Le mostre al Bunkier Sztuki, i Chemical brothers, Aphex Twin, Goldie i Polpo Motel, i concerti di buona musica nei locali, una bella mostra di manifesti giapponesi al Manga, l’ultima triennale di grafica.

Come sono cambiate le tue abitudini?

Di sicuro nella stagione fredda mi vesto molto più pesante, la temperatura qui può essere venti gradi più bassa rispetto alla mia città d’origine. Mi sono dovuto abituare a guidare sulla neve e a trovare l’automobile sotto una montagna bianca la mattina. Ho imparato a non bere in pubblico (vietato) e a non guidare nemmeno dopo un dito di vino (vietatissimo). La cosa alla quale ho fatto più fatica ad abituarmi è la fiducia.
Mi spiego meglio,  se lasci l’iphone sul bancone di un bar qualcuno ti richiamerà per ridartelo, se vuoi pagare qualcosa puoi mettere i soldi sul palmo della mano e il commerciante ne tratterrà quelli giusti senza imbrogliarti. Di sicuro questa è una società in cui la fiducia e la cortesia hanno un grande peso, può essere difficile abituarcisi.

A cosa invece non riesci proprio ad abituarti?

La cucina polacca è davvero ottima ma da qui ad abituarsi ce ne vuole. A volte mi mancano alcune espressioni di calore tipiche del nostro popolo ma devo dire che è un piccolo svantaggio tutto sommato.

Cosa ci consigli di vedere casomai ci trovassimo da quelle parti?

Il museo di cultura giapponese Manga, il quartiere ebraico, il fiume Wisla, il museo Czartoryski, il museo Narodowe.

Stai programmando il tuo rientro in patria o c’hai già messo una pietra su?

Non so se rimarrò qui a vita ma non programmo di ritornare in Italia, chi vivrà vedrà.

Grazie!
Se anche tu sei un Italian in Europe batti un colpo e raccontaci la tua storia!

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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