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Italians in Europe, Federica da Madrid

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Federica vive da un bel po’ di tempo in Spagna, dopo aver “sostato” a lungo tra il Messico ed il Portogallo. Lei, nativa di Civitavecchia, sente di aver trovato il posto giusto per poter mettere radici, sebbene sia sempre legata al suo Paese d’origine, agli amici e alla famiglia, ma probabilmente è proprio il suo spirito di avventura che dopo un po’di girovagare l’ha condotta nella città madrilena, la cui siesta e movida cotituiscono un incentivo in più per non prendere troppo sul serio la vita, senza però sottovalutare i propri impegni ed i propri doveri.

Federica allora parlaci un po’ di te

Ciao Stefania, allora mi presento. Ho trent’ anni, sono di Civitavecchia e ho vissuto lì fino a 19 anni, quando ho deciso di andare a Siena a studiare Scienze della Comunicazione. Dopo un anno di Erasmus a Lisbona mi sono resa conto di cosa avevo realmente bisogno: vivere per un po’ di tempo all’estero. A Lisbona ho conosciuto un ragazzo spagnolo, Juan, l’amore della mia vita, e il suo paese mi piaceva tantissimo e mi sembrava un’ottima alternativa. E quindi dopo la laurea sono venuta ad insegnare italiano in Spagna, all’Universidad de Almería, per un anno. Ma l’insegnamento era un pretesto per vivere qui, in realtà avevo voglia di studiare più a fondo la pubblicità. Qui in Spagna c’è un corso di laurea in cui si approfondiscono le materie che avrei voluto studiare in Italia. Ho fatto convalidare la mia laurea italiana per continuare gli studi in Spagna. Mi hanno accettato all’Universidad de Cádiz, così ho passato due anni a Jerez de la Frontera, assaporando ogni giorno di più la nuova vita spagnola. I due anni che ho fatto corrispondono alla nostra laurea specialistica, qui chiamata “segundo ciclo” , anche se loro non lo spezzano in due. Quando mi sono laureata, Juan ha vinto una borsa di studio per lavorare due anni a Città del Messico all’Ufficio Spagnolo del Turismo e siamo partiti per un’altra nuova avventura. Una volta arrivata lì ho cercato lavoro e mi hanno assunto alla Camera di Commercio Italiana in Messico, in cui ho lavorato come responsabile di comunicazione e marketing. Vivere lì è stata un’ esperienza stupenda, che mi ha arricchito profondamente e mi ha fatto scoprire una vita “oltreoceano” su cui avevo fantasticato tante volte ma che non pensavo avrei mai vissuto realmente. A parte il piacere di viaggiare, visitare posti nuovi e conoscere nuove culture, ho sempre avuto una passione per le lingue. Sono abbastanza soddisfatta dei miei progressi con lo spagnolo. Dopo otto anni ancora si imparano parecchie cose nuove e se ne perfezionano altre. Poi ho imparato l’inglese e il portoghese e ho studiato cinese per qualche mese.

So che ora se sei a Madrid, come mai?

Sono tornata dal Messico l’anno scorso e avevo voglia e necessità di avere una formazione più specializzata e di fare un master in pubblicità, visto che con il lavoro alla Camera mi ero concentrata su altre parti della comunicazione. Dopo aver studiato varie opzioni, ho deciso di frequentare un master in Media Planning organizzato dall’Associazione di Agenzie di Media spagnole. Ho iniziato a ottobre e finirò a luglio.

In cosa consiste il tuo lavoro?

Grazie al master sto facendo uno stage retribuito in un’agenzia multinazionale piuttosto importante, Universal McCann, che continuerà fino a giugno. Appena finito, mi piacerebbe lavorare in un’agenzia o in un mezzo di comunicazione. Attualmente lavoro per Coca-Cola. Studio e misuro la presenza in televisione delle campagne pubblicitarie della marca, anzi delle varie marche di cui è propietaria The Coca-Cola Company. Studio l’investimento delle marche concorrenti e invio ogni giorno al cliente le notizie più rilevanti del settore pubblicitario, digitale e dei media in generale.

Com’è la vita madrilena?

Madrid è una città molto viva, giovane, cosmopolita, vivace, attenta alle tendenze, multiculturale e multietnica, in cui si respira cultura e voglia di condividere esperienze in ogni angolo, mostre, feste, eventi, seminari. È una città che si è saputa “inventare” in modo magnifico e si è creata una posizione probabilmente unica in Europa. Non è una capitale qualsiasi, non è una Spagna qualsiasi. Ha una sua identità: è una città cordiale, non è superba, non è schizzinosa. Accoglie tutti e può offrire quasi di tutto a chi lo cerca.

È stato semplice adattarti alla società spagnola?

È davvero facile adattarsi alla vita e alla società spagnole. E credo che sia proprio per questo che così tanti stranieri rimangono a vivere qui (e tantissimi italiani!). Non c’è bisogno di nessuno sforzo, a parte rilassarsi un po’, godersi la vita e togliersi qualche complesso.

Dove e come trascorri il tuo tempo libero?

Per ora ne ho poco, visto che le lezioni sono di sera e lavoro tutto il giorno, ma in generale mi piace tantissimo viaggiare, anche “weekend lampo” o escursioni di una giornata. In generale nel tempo libero mi piace dormire, mangiare, leggere, vedere film. Mi appassiona il cinema spagnolo, adoro Almodóvar! Mi piace uscire a fare foto e d’estate ovviamente andare al mare, se ce l’ho vicino, che tra l’altro è una delle cose che mi manca di più dell’Italia. A Madrid, come a Roma, è molto attiva la vita teatrale. Per ora, l’unica attività che posso seguire è il venerdì: a gennaio mi sono iscritta a un corso di danza Bollywood, per conoscere qualcosa di nuovo e cercare di mantenermi in forma.

Cosa ha la Spagna che manca all’Italia?

Dirò delle cose su cui forse non tutti sono d’accordo, ma le ho vissute sulla mia pelle: noi tendiamo a prenderci troppo sul serio, ci offendiamo troppo, ci fissiamo molto spesso su cose senza molta importanza o sull’apparenza, ma a loro tutto questo importa molto meno. Chiaramente, con le dovute eccezioni, ma è una sensazione generale. Il paese in sé è bello, ma chiaramente l’Italia non ha proprio niente da invidiare. Anzi, qui siamo un riferimento di cultura, storia, bellezza architettonica e artistica, ma è la mentalità della Spagna quello che fa la differenza e che credo che a noi manchi. Ci lamentiamo troppo. Per il resto tutto il mondo è paese: sulla politica e l’economia si discute anche qui. Sul tema dell’educazione ho notato questo: noi siamo sicuramente più preparati, ma quando vieni qui, e se andiamo nel nord Europa ancora di più, ti rendi conto che fin da piccoli sono abituati a fare lavori di gruppo e a mettere in pratica assolutamente tutti i concetti spiegati e appresi. È una forma diversa di far funzionare il cervello. La teoria è utile, ma essere capace di dare un uso a quello che hai studiato è meglio impararlo fin da piccoli. Qui conoscono meno teoria, ma per loro sono più facili le connessioni per l’applicabilità delle materie, anche cose come fare schemi, mappe concettuali, grafici.

Raccontaci qualche curiosità del popolo spagnolo.

Che dire? Ogni occasione è buona per bere! Ma questo l’ho scoperto quando ho conosciuto per la prima volta degli spagnoli in Erasmus. Birra, superalcolici, quello che capita per divertirsi di più. Sanno davvero godersela. Poi la maggior parte delle donne hanno un modo di fare che può risultare un po’ arrogante rispetto a noi, ma che le contraddistingue da altre nazionalità. Trasmettono molta sicurezza e molte più “pari opportunità”. Il maschilismo c’è, come da noi, ma è qualcosa più associato con la classe sociale e l’educazione. In generale, qui non succederebbe quello che succede da noi con Berlusconi e se dovesse succedere, ci sarebbe un’insurrezione popolare. Qui le ministre sono ministri di sesso femminile, non sono attaccabili e criticabili solo per il fatto di essere donne. Ci sono molte donne in politica e in tanti altri campi. Gli spagnoli in generale dicono quello che pensano e in modo molto diretto, vanno diretti al nocciolo della questione, anche se poi adorano parlare alle spalle. Amano il contatto fisico e la vicinanza umana, sono dei grandi “caciaroni” come diciamo a Roma. Hanno imparato a dire la loro e a battersi per le loro idee, soprattutto negli ultimi trentacinque anni. Il fatto di essere usciti recentemente da una lunga e opprimente dittatura li ha aiutati ad aprirsi di corsa e con tantissima voglia di farlo. La movida viene da quel momento storico e li ha marcati per sempre, in bene e in male, c’è da dirlo. Sono amiconi di tutti e di nessuno, i legami di amicizia sono forti ma allo stesso tempo “easy” . In generale gli appartamenti di studenti sono misti e le camere sempre singole. Chi è stato studente fuori sede in Italia sa che tipo di lusso rappresenta!

Cosa si deve fare e vedere assolutamente a Madrid?

Beh, qui arriviamo al “típico y tópico”! Dunque, anche se vivo qui da soli cinque mesi un po’ di cose le ho chiare: panino ripieno di calamari fritti, possibilmente vicino alla Plaza Mayor; Museo del Prado a vedere Goya, Velázquez, ecc.; Puerta del Sol, foto di rito accanto alla statua dell’orso e nel km zero delle strade di Spagna; giro notturno nel quartiere della Latina e Huertas (tapas, locali, gente); Palazzo Reale, Cattedrale dell’Almudena e Teatro Reale. Se si è amanti del calcio, visita allo stadio Santiago Bernabéu. Se è la prima volta che si viene in Spagna mangiare prosciutto crudo, churros, ovvero frittelle allungate che si bagnano in cioccolata calda, e tortilla di patate! La Gran Vía in su e in giù; Plaza de Cibeles e Puerta de Alcalá; Parco del Retiro, per una passeggiata domenicale con il mercatino dei libri usati appena di fianco a una delle entrate; Torri Kio, spettacolari; La metro, una delle migliori del mondo,in continua evoluzione; birra, birra e birra, con amici, colleghi di lavoro, con chi capita.

Ritornerai in Italia o speri di realizzare i tuoi sogni ed impegni lavorativi lì?

Sinceramente non ne ho la più pallida idea. Sto bene qui, sono contenta e non escludo di rimanerci per sempre. Continuerò a cercare lavoro finché non mi sentirò davvero realizzata e se mi dovessero offrire un lavoro interessante in Italia o in qualsiasi altro Paese del mondo penso che accetterei. In Italia purtroppo non ero del tutto felice, anche se non saprei spiegarti perché. Ognuno di noi è di dove sente di essere, e anche se sono felicissima di tornare per vedere famiglia e amici, sento che non è quello il mio posto per vivere, o almeno non lo è stato negli ultimi nove anni e non lo è ora. Dopo vedremo, perché non mi piacciono le cose definitive. Comunque ovviamente amo il mio Paese e la mia gente, che non si pensi il contrario.

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

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