Vuoi essere informato sui nostri Ticket Deals?
Iscriviti alla nostra newsletter.

* obbligatorio
Close

It’s time to get a job | Andrea Loreni, funambolo

“L’equilibrio è l’arte del movimento ed il funambolo fa di quest’arte il suo studio”. Questa è la frase che apre la pagina del sito di Andrea Loreni, l’unico funambolo di grandi traversate in Italia. Del resto quale frase fu più appropriata per descrivere l’arte dell’equilibrismo. Andrea, personaggio eclettico, dopo la laurea in Filosofia, si specializza in funambolismo alla FLIC di Torino, scuola di Circo della Reale Società Ginnastica. Non una scuola di poco conto, bensì una delle scuole circensi più importanti d’Europa. Certamente il suo mito è il grande Philippe Petit, famoso funambolo di imprese estreme e clandestine come la traversata dei campanili di Notre Dame a Parigi, nel 1971, e quella tra le Twin Towers di New York, nel 1974. A tal proposito Philippe Petit sul suo trattato di funambolismo scriveva che l’uomo che sa camminare sulla corda, cammina anche sulla corda metaforica tesa sulle difficoltà della vita e questa affermazione di sicuro accompagna Andrea nelle sue temerarie imprese. Nel 2006 la sua prima e difficoltosa prova. In occasione del festival “Teatri di Confine”, organizzato dalla regione Piemonte, Andrea, senza alcuna protezione, attraversa il fiume Po da una sponda all’altra, camminando su un filo d’acciaio teso sulle acque. Nel 2008 assieme alle Baccanti, sue campagne di viaggio, presenta lo spettacolo “Aria n.3”, un’esibizione funambolica all’interno della cupola della Mole Antonelliana. Ma non si ferma qui.

Andrea Loreni, foto di Luca Rosato

Sempre alla ricerca di imprese più difficili e più audaci, il 3 maggio del 2010 il funambolo torinese cammina in equilibrio su una corda di acciaio di 15 metri di lunghezza e 25 metri di altezza, filmato dalla troupe della trasmissione di Superquark, intenta a realizzare un documentario sulle tecniche di equilibrio del corpo umano. Due mesi e mezzo fa, per la precisione a giugno, Andrea si è cimentato nella sua ultima impresa, passeggiando sulla testa del pubblico fiorentino e attraversando il cielo da Palazzo Vecchio a Palazzo Uguccioni. Io fortunatamente non soffro di vertigini, ma devo ammettere che non salirei neanche sul cornicione del secondo piano di un palazzo e che dopo aver visto le sue impressionanti gesta non posso far altro che ammirare Andrea e la sua fermezza. Per questo decido di contattarlo e la sua disponibilità quasi mi spiazza. È subito disposto a fare due chiacchiere con me per spiegarmi che dietro tale arte si nasconde una filosofia di vita, un percorso di ricerca che porta a ritrovare se stessi.

 

Quando hai cominciato ad interessarti all’arte funambola?

 

Pratico funambolismo su varie altezze da tre anni, mentre sul filo sono 8 anni che mi cimento. Ho cominciato a lavorare come artista di strada nel ’97. Quello che mi interessava era la libertà che ti offriva la strada di proporti un riscontro diretto e un rapporto con il pubblico. Non ci sono filtri e la gente è libera di fare quello che vuole. Se gli piaci rimane, altrimenti va via. I miei primi spettacoli riguardavano la giocoleria, che erano più alla portata di tutti. Poi mi sono reso conto che il filo era quello che più piaceva, più adatto a me.

 

Prima di iscriverti alla FLIC di Torino, hai conseguito una laurea in filosofia. Quanto tale disciplina ti ha aiutato nel raggiungimento di un tuo “equilibrio” nei tuoi spettacoli?

 

Mi ha dato tanto. Mi sono laureato in Filosofia soprattutto perché mi piaceva, poi mi sono reso conto che mi ha dato molto di più di quanto credessi, soprattutto dal punto di vista umano. La Filosofia ti aiuta a costruire un pensiero, ma anche ad alimentare molti dubbi, che è la cosa più importante.

foto di Walter Moretti

Come ti rapporti alla paura?

 

La paura è importante. È meglio che ci sia, perché evita che tu prenda la tua impresa troppo alla leggera. Ti mette in riga. È bene farsela amica e non perdere troppo tempo ed energia per combatterla, la tieni con te e la coltivi. A volte la convivenza non è così difficile. L’importante è che non arrivi a bloccarti, a metterti in crisi al punto di non riuscire più ad andare avanti. Pian piano la conosci.

 

Qual è stata l’impresa più difficile?

 

Psicologicamente è stata quella di Firenze. Ci sono stati dei problemi organizzativi, tanto che è stata rimandata varie volte. Poi ha anche piovuto ed è stato ancora più difficile attraversare la piazza.

 

Sicuramente non ti fermi qui, quindi cosa bolle in pentola?

 

In questi giorni siamo a Gragnano con le Baccanti. A fine settembre valuteremo il progetto che abbiamo per Pennabilli. Pennabilli è un paese dell’Emilia Romagna dove ogni anno si tiene il Festival internazionale degli artisti di strada. In questa occasione vorremmo realizzare un’unione tra i due colli Penna e Billi e quindi passeggiare nel cielo su questa corda a ben 90 metri di altezza. È un’impresa piuttosto impegnativa, dobbiamo lavorarci su per vedere se è realizzabile. Questo è il progetto più grande che bolle in pentola.

 

Per chi volesse saperne di più: ilfunambolo.com

Stefania Annese

scritto da

Questo è il suo articolo n°51

Sullo stesso genere:

Community feedback