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Koons e Dormino, la scultura della discordia

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Sembra che ieri sia stata la giornata delle proteste artistiche in piazza. Con un insolito asse Parigi-Firenze, si sono sviluppate due proteste di origine completamente differente e a distanza di molti chilometri ma con lo stesso oggetto, ovvero una scultura. Nel capoluogo fiorentino è stata inaugurata la scultura del superquotato Jeff Koons, invitato a Firenze per la Biennale Internazionale dell’Antiquariato e che per l’occasione ha portato in città una scultura in acciaio alta 3 metri e dal modesto peso di circa 2 tonnellate raffigurante il mito di Plutone e Proserpina. L’opera si trova in Piazza della Signoria proprio accanto al David (ricordiamo che si tratta di una riproduzione, va) e al Nettuno e come molte creazioni dell’artista, è lucidata a specchio con cromatura, questa volta, color oro.

Pluto and Prosepina, Jeff Koons, Firenze

La polemica fiorentina come non è difficile immaginare riguarda l’opera in sé e soprattutto l’accostamento alle due storiche sculture che affianca. Tutto questo deriva dal fatto che non è stato apprezzato il contrasto fra le due rappresentazioni artistiche e molti fiorentini vedono, infatti, la presenza di questa scultura come un oltraggio al valore storico del David e della città in sé. Dunque, quello che nell’ambiente artistico rappresenta un grande evento, nel mondo civile è un grande motivo di sdegno. Pluto and Proserpina rimarrà visibile nella piazza fino al 28 dicembre data in cui forse si placheranno le proteste, per ora moderate, della cittadinanza.

Anything To Say, Davide Dormino, Paris (prima)

A Parigi, nella piazza antistante il Centre Pompidou invece, alle prese con il dissenso c’era Davide Dormino, scultore molto meno quotato di Koons ma che ha avuto noie anche maggiori nelle ultime 24 ore. Il 23 settembre era stata inaugurata, per volere di Reporter sans Frontiers, la sua scultura Anything to Say? di cui avevo già parlato in questo articolo, e che raffigura Snowden, Assange e Manning. Le tre statue, sono in piedi su tre sedie e accanto a loro ne rimane una quarta vuota. L’obiettivo dell’artista e del giornalista Charles Glass è quello di chiamare ognuno di noi a dire la propria, a non rimanere in silenzio seguendo l’esempio dei tre personaggi, i quali hanno rinunciato alla loro libertà per permetterci di essere più liberi. Nella notte tra il 24 e il 25 però, la scultura è stata imbrattata, forse da ragazzini, con delle tag, forse in segno di protesta (quale protesta?), forse per gioco, forse (sicuramente) per noncuranza. Tutti si sono indignati e molti hanno manifestato la loro solidarietà sulle varie pagine social, l’artista intanto ha apostrofato l’accaduto con questa frase : “La pittura si cancella, un ideale no! La libertà esiste solo dove si RISPETTA quella degli altri. Il messaggio del monumento al coraggio ne esce rafforzato. Comunque rimane sempre una sedia vuota dove salire se si ha qualcosa da dire. Grazie Parigi, comunque e sempre. (Marco Benagli)”.

Anything To Say, Davide Dormino, Paris (dopo)

Due piccoli accadimenti, due piccole proteste, due piccoli casi ma entrambi con lo stesso valore: nessuno è rimasto indifferente. Le due sculture, seppur realizzate da artisti molto diversi tra loro, in contesti e con obiettivi antitetici, hanno ottenuto lo stesso risultato, non lasciare indifferenti. Credo che uno dei grandi meriti dell’arte sia proprio quello di riuscire a mantenere viva l’attenzione delle persone invitandole a non smettere mai di interrogarsi.

Maria Caro

scritto da

Questo è il suo articolo n°444

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