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La poesia a portata di mano: i “grappoli” di Opiemme e del Gruppo 77

A volte, abbiamo bisogno che qualcuno ce lo dica quanto siamo speciali. Suona quasi egoista, ma ci sono giorni in cui tutto quello che vorremmo è che qualcuno ci dicesse una frase di incoraggiamento senza pretesa alcuna, per il puro gusto di sostenerci, senza volere nulla in cambio, senza chiederci il conto. Ci sono periodi in cui, assuefatti ai nostri gesti routinari, preda di ritmi circadiani sempre uguali a loro stessi, compiamo le stesse azioni in uno stato di semi-coscienza.

 

 

Confondiamo i giorni e non ci accorgiamo nemmeno del tempo che fa in strada. Percorriamo strade di colpo labirintiche, che hanno come unica funzione quella di separarci dal punto di arrivo, che può essere il nostro ufficio, la nostra casa, il posto in cui stiamo andando per portare a termine una delle tante e infinite incombenze del nostro quotidiano. A volte però capita qualcosa che non è necessariamente imputabile a chissà quale gesto naïf, ma che riesce a svegliarci per pochi secondi dal torpore del sentire e ci strappa pure un sorriso.

 

 

Ed è proprio questa la reazione che hanno avuto i passanti durante l’intervento artistico di Opiemme, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia il 31 marzo scorso quando, insieme al collettivo di poeti del Gruppo 77, ha disseminato per la città di Bologna, nei luoghi di grande passaggio, “grappoli” di foglietti legati insieme a formare composizioni curiose e lussureggianti. Posizionati alle fermate degli autobus, alla portata di tutti, lo stupore per quei versi è stato inevitabile, come pure la reticenza, tipica di chi non si aspetta di ricevere qualcosa da un perfetto sconosciuto. Ma quando è successo, grande è stata la sorpresa.

 

 

Accalcati, tutti volevano il loro monito della giornata, l’haiku da portare con sé, il messaggio del biscotto della fortuna, il consiglio amico che non avevano chiesto ad alta voce, ma che aspettavano da tempo. L’installazione, dislocatasi lungo le arterie principali della città di Bologna, ha toccato punti come le “Due Torri”, percorrendo poi via Zamboni, fulcro del fervore giovanile che crede ancora, mestamente e con ostinazione, a certe sensazioni, per sciamare poi fino a via Sante Vincenzi 2, luogo simbolo di “Dialogarti”. Festival organizzato proprio dal Gruppo77, che della commistione delle arti e del dialogo tra artisti fa il suo elemento portante, ritorna proprio in questi giorni con la rassegna che, oltre ad ospitare Opiemme, vede protagonisti artisti come Chizu Kobayashi, Alessandra Maio, WakUpAndSleep.

 

 

Se la bellezza è nelle strade, come recita uno di quegli slogan di ispirazione francese che hanno fatto scuola di un certo modo di intendere l’arte, è proprio in giorni così, quando capita di svoltare lo stesso angolo ci si imbatte nel nuovo e nello stupefacente di quella naturalezza tipica di chi non ha paura di mostrare il suo sentire. La giornata allora prende quella piega che non avevi previsto. E proprio per questo, riesce a infonderti quell’entusiasmo, labile, finito e fulmineo, di cui troppo spesso ci si dimentica.

 

Gruppo77 | sito
Opiemme | sito

Giuliana Pizzi

scritto da

Questo è il suo articolo n°28

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