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Lo spazio pubblico secondo Mentalgassi

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Mentalgassi è un collettivo di artisti con base a Berlino composto da tre membri fondatori che si sono fatti conoscere un po’ in tutto il mondo per le loro sorprendenti installazioni su una serie di oggetti che normalmente si trovano negli spazi urbani. Il loro cavallo di battaglia è senza dubbio rappresentato dall’uso di immagini fotografiche di grosse dimensioni che il collettivo va ad incollare con della semplice colla di farina sulle campane dei bidoni per la raccolta del vetro, sui segnali stradali e sulle macchinette obliteratrici dei mezzi pubblici, trasformandoli in ironici ed evocativi complementi d’arredo della città.

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L’ispirazione per i nuovi lavori viene dal confronto costante tra i tre membri del collettivo in cui ognuno da il proprio contributo allo sviluppo di nuove idee finché insieme non arrivano alla definizione di quello che sarà il prossimo “intervento”. La filosofia alla base dei loro lavori vuole che la street art debba servire ad aprire gli occhi di chi la osserva. Ciò che realizzano è tutto frutto del loro personale lavoro, il collettivo agisce in piena libertà realizzando i vari interventi così come li avevano immaginati. Tra i tanti interventi realizzati da Mentalgassi ho voluto soffermarvi su di uno in particolare intitolato “Public Intimacy” rappresentato da una serie di installazioni in cui si vedono alcuni luoghi tipici dello spazio pubblico trasformati in ambienti domestici come la cabina telefonica che diventa cabina doccia, il divanetto di uno scompartimento all’interno di un treno che diventa il divano di casa con tanto di cuscini e quadri attaccati alla parete o il posto per parcheggiare la bici che diventa una sorta di “posto letto” con tanto di comodino.

http://mentalgassi.blogspot.com/

http://mentalgassi.blogspot.com/

http://mentalgassi.blogspot.com/

Questo particolare lavoro mi sembra particolarmente interessante perché il collettivo ha abbandonato la solita tecnica bidimensionale del poster fotografico per mettere in atto le loro tipiche “trasformazioni” ed ha optato per un intervento in tre dimensioni, ovvero utilizzando degli oggetti veri per creare questo collegamento simbolico tra lo spazio pubblico e lo spazio privato in cui, probabilmente, l’intento è  quello di sottolineare come alcuni spazi urbani per la loro specifica funzione diventano temporaneamente spazi d’intimità per i loro utilizzatori a tal punto che potrebbero essere ricondotti agli ambienti domestici in cui si svolge la vita privata di ognuno di noi.

Per chi volesse saperne di più: http://mentalgassi.blogspot.com/

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Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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