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Man Ooman, storia della liberazione sessuale in Giamaica

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Già vi avevo parlato della Rosfort, casa di produzione danese, nell’articolo dedicato al film documentario “Inside Outside”, ebbene oggi voglio parlarvi di un’altra sua interessante creazione presentata in anteprima mondiale nel 2009 in occasione del Copenaghen Documentary Festival.
Man Ooman” è un film sulla relazione tra i sessi esistente in Giamaica attraverso il racconto della cosiddetta cultura delle “dancehall”, corrente minore della musica reggae, ma che rappresenta uno dei generi musicali più in voga in questo paese, noto alle cronache per i suoi testi spesso violenti ed omofobici.

foto di JDMT | http://www.flickr.com/photos/jdmt/

In Jamaica c’è il maggior numero di chiese pro-capite che in qualsiasi altro paese al mondo, ma c’è anche il più alto numero di omicidi, se non si considerano i periodici genocidi che affliggono l’Africa, gli unici ad appannare questo triste primato della Giamaica. Nello stesso tempo nelle zone più note del paese, quelle infestate dalle gangs, dove nessun tassista porterebbe un cliente straniero se non nelle ore diurne, non c’è giorno che passi senza che si sia svolto un party.

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Ogni singola notte della settimana, in vari ghetti della città, si svolgono le cosiddette “street dance”, qui i membri dei quartieri rivali si incontrano senza armi per divertirsi. La musica è altissima ed aggressiva, i balli sono selvaggi ed alludono ad atti sessuali, chi balla spesso indossa dei costumi forniti dal vicinato. Altoparlanti rumorosi, alberi, auto ed autobus vengono usati per ballare una danza che, per chi non è abituato, sembra un misto tra lotta e copulazione. Ma questa danza è l’espressione di un fenomeno vivissimo che fa proseliti ogni giorno e che si diffonde in tutto il mondo attraverso un gigantesco mercato di film in dvd. Ogni singolo ballo ha un nome ed una storia la cui paternità spesso viene contesa dalle diverse crew. Ogni anno la migliore ballerina viene incoronata nel corso di uno degli eventi più importanti al mondo chiamato “ International Dancehall Queen Contest”. Questo film è stato girato nelle settimane a ridosso dell’edizione 2007 di quello che può essere considerato l’evento più importante all’interno di questa subcultura.

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Il film cerca di investigare sulla cultura che gravita dietro le dancehall mettendo in luce l’assurdità di alcuni suoi aspetti rispetto ai giorni nostri. Questo documentario apre una finestra sul tipo di persone praticano questa danza, su come essi vivono e su come mai questa danza è per loro così importante. Il film girato nel 2007 nelle città di Kingston e Montego Bay ripropone le immagini di due dei più importanti street party, Dutty Fridaze e Passa Passa, intervistando alcuni dei più noti ballerini della scena come Momo, Fleshy e Shelly Belly. Fondamentali gli interventi della poetessa Stacy-Ann Chin e del professor Carolyn Cooper che aiutano a comprendere la complessità di un fenomeno ampiamente frainteso. La verità che ne viene fuori può essere così riassunta. La Giamaica è un paese innegabilmente patriarcale, dove scambiarsi abbracci ed effusioni è vietato dalla legge, tenersi per mano e baciarsi è qualcosa relegato alla privacy domestica, l’educazione la si fa a colpi di schiaffi, ragazzi e ragazze sono considerati come due specie differenti, l’omosessualità ed il sesso orale banditi per legge. In questo contesto il ballo diventa una sorta di sistema di ventilazione con cui è possibile liberare quell’esplosiva carica sessuale che c’è tra l’uomo e la donna o come dicono da queste parti: between “Man and Ooman”.

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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