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MIRA Festival, a Barcellona non solo ozio e perdizione

Dal 10 al 12 novembre Barcellona ha accolto la sesta edizione del MIRA festival. Musica elettronica e performance visual confluiscono in uno spettacolo unico, che diventa sempre di più un appuntamento imprescindibile per gli amanti dell’arte digitale. Fa da cornice la maestosa fabbrica Fabra i Coats, ubicata in un complesso industriale ottocentesco in cui si producevano e lavoravano fibre tessili. Nel 2008 il comune di Barcellona ha deciso di riqualificare questo spazio immenso convertendolo in una “fabbrica di creazione artistica” che accoglie eventi culturali, progetti di ricerca, sperimentazione e creazione culturale inerenti varie discipline: arti visive, audiovisuali, teatro e musica. Vale la pena visitare l’area a prescindere dagli eventi che ospita ogni anno, di cui il MIRA ne è sicuramente il fiore all’occhiello.

 

 

Partiamo dalla line-up. Alessandro Cortini ha presentato il suo ultimo lavoro Avanti. Chi è questo artista? Dal 2004 al 2008, e poi di nuovo dal 2013, fa parte dei Nine Inch Nails di Trent Reznor e ha contribuito al successo della band con album del calibro di With Teeth e Year Zero. Inoltre, è frontman della band californiana SONOIO. Insomma, le premesse sono eccezionali e sul palco Cortini non delude nessuno, è tecnicamente impeccabile e propone sonorità nostalgiche, ipnotiche e introspettive, accompagnate da proiezioni che lo ritraggono in scene familiari di quando era bambino.

 

 

Uno dei gradini più alti del podio lo meritano i Death in Vegas. Per la prima volta dal vivo a Barcellona, hanno presentato il loro ultimo album Transmissions, a tratti euforico a tratti angosciante, in cui sequenziatori, sintetizzatori e percussioni si scontrano dando vita a brani freddi, metallici e sperimentali.

Nella giornata conclusiva, abbiamo assistito a un cambio di programma improvviso, perché il tanto atteso spettacolo di Zomby e Pfadfinderei è stato annullato, ma Zomby è stato sostituito con Nathan Fake e il risultato è stato altrettanto entusiasmante.

 

 

Molto interessante anche il duo spagnolo Esplendor Geométrico. Si tratta di una band elettronica e industrial degli anni ottanta, molto probabilmente la più trasgressiva e famosa in Spagna, che crea atmosfere oscure, suoni viscerali e ritmi spezzati. Il nome del gruppo è una citazione del libro di Filippo Tommaso Marinetti intitolato Lo splendore geometrico e meccanico e la sensibilità numerica.

Passiamo alle installazioni. Questa edizione rimarrà memorabile per i lavori presentati. Il festival ha confermato per il secondo anno consecutivo la presenza del MIRA Dome, una struttura geodetica con proiezioni a 360° curate da artisti grafici e accompagnate dai live di alcuni dei DJ invitati. Lo spettacolo è intenso e travolgente. Vale la pena partecipare al festival anche solo per entrare nel Dome.

 

 

Onionlab ha presentato il progetto Al_Vectors, un’installazione che gioca con l’intelligenza artificiale di cinque robot che si muovono alla ricerca della luce. Il collegamento tra un laser e i movimenti realizzati da un braccio robotico creano motivi geometrici coinvolgenti, il tutto immerso in una atmosfera molto poetica.

Lo studio catalano Playmodes ha presentato il progetto Cluster, un’installazione audiovisiva che disegna lo spazio usando strumenti luminosi che generano un dialogo audiovisivo in tempo reale, trasformando una delle sale della fabbrica in uno spazio astratto ed estremamente avvincente.
Si tratta dell’installazione più bella di questa edizione, che a tratti ricorda il Teatro della crudeltà di Antonin Artaud, per la location industriale e per gli effetti che produce sulle persone, molto coinvolte e danzanti, come se stessero assistendo a una performance musicale reale.

 

 

Infine, Hamill Industries ha presentato Vortex, una matrice geometrica formata da luci e fumo che reagisce ai suoni e genera una serie di forme sempre più complicate. Un’apertura centrale crea un vortice di fumo che viene spinto sul pubblico investendolo.
Da notare anche la possibilità di indossare visori VR di ultima generazione, in cui l’utente viene catapultato in una corsa sfrenata in spazi virtuali infiniti con una colonna sonora di genere elettronico. Un’esperienza entusiasmante.

 

 

Il MIRA è sicuramente “uno dei tanti” festival interessanti di Barcellona, uno degli ultimi arrivati, ma sicuramente uno dei migliori, per la line-up musicale proposta, per le installazioni artistiche che fanno da sfondo alle performance musicali ma anche per le conferenze e i workshop rientranti nel programma complessivo. Insomma, si tratta di una manifestazione che non si propone solo come luogo di ozio e perdizione (e di questi tempi a Barcellona ce n’è davvero bisogno), ma anche come spunto di riflessione sulla modernità e sulle infinite sfaccettature e versioni che questa può assumere.

 

Testi di Stefano Iuliani. Foto di Gemma Capezzone.

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Questo è il suo articolo n°144

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