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Movimento per la liberazione dei cartelloni pubblicitari

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Rimaniamo ancora un po’ negli states, almeno finché non troviamo qualcosa di interessante che riguardi il nostro belpaese, per parlarvi di un’altra realtà tutta made in USA che ha fatto dell’arte e della comunicazione urbana l’arma di guerra per contrastare l’inarrestabile avanzata dei tabelloni pubblicitari che ormai, più dei graffiti, hanno invaso ed occupato ogni centimetro dello spazio pubblico di ogni grande città.

Gli autori di questo movimento per la liberazione dei cartelloni pubblicitari sono anche i fondatori dell’ Antiadvertising Agency. Avete capito bene, un’agenzia che ha come missione contrastare la pubblicità. Detta così sembra il manifesto di un gruppo di fondamentalisti esaltati che non ha null’altro da fare nella vita. In realtà alla base di questo gruppo composto da tra l’altro da artisti, art directors e ricercatori come i ragazzi del G.R.L. c’è un preciso obiettivo, quello di mettere in discussione l’occupazione indiscriminata ed indisturbata da parte delle aziende di qualsiasi spazio pubblico pur di veicolare i propri messaggi pubblicitari. Far riflettere le persone sulla opportunità che lo spazio pubblico debba essere necessariamente dominio delle aziende inserzioniste. Da questo concetto di base scaturiscono tutta una serie di azioni messe a segno da questi attivisti della creatività che non fanno altro che sfruttare gli stessi spazi e strumenti impiegati dalla pubblicità tradizionale per riconvertirla in vere e proprie opere d’arte con cui portano avanti le proprie battaglie. Quella di cui vi parlerò oggi è un’operazione chiamata “Light Criticism”.

Si tratta di un’azione nata come protesta contro la dura azione di repressione che la città di New York ha avviato negli ultimi anni nei confronti dei writers. Decine e decine di ragazzi arrestati, processati e multati per aver “imbrattato” i muri della città. Contestualmente New York sta vivendo un altro fenomeno altrettanto inquietante e a quanto pare fuori controllo, rappresentato dai cartelloni pubblicitari illegali e non ci si riferisce a quelli prodotti da artisti o dagli attivisti, bensì alle decine di spazi pubblicitari occupati abusivamente da aziende inserzioniste disposte a tutto pur di garantirsi il proprio spazio di visibilità in città.

[ecco il video dell’operazione, fai click sull’immagine o qui]

Da qui nasce “Light Criticism” con cui quelli dell’”antiadvertising agency” con il supporto del G.R.L. hanno voluto far riflettere l’opinione pubblica sul fatto che spesso i vandali hanno sempre più spesso l’aspetto di gentleman in giacca e cravatta più che di ragazzotti con felpa, cappuccio e bomboletta al seguito, come ormai ci vogliono far credere.

Per maggiori informazioni antiadvertisingagency.com

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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