Vuoi essere informato sui nostri Ticket Deals?
Iscriviti alla nostra newsletter.

* obbligatorio
Close

Nan Goldin, mette in relazione arte e ricerca personale alla Gagosian di Roma

Si parla di:

Immaginiamo il silenzio del Louvre il martedì quando è chiuso al pubblico. Mettiamoci dentro, per otto mesi Nan Goldin, che è una delle più grandi fotografe americane. Diamole la sua inseparabile macchina fotografica e una semplice scala, per osservare meglio tutto ciò che la circonda. É così che nasce Scopophilia, la mostra, che dal 21 Marzo al 24 Maggio occuperà la Gagosian Gallery di Roma, rappresenta l’identificazione assoluta tra Arte e Vita.

Crazy Scary

Il termine “scopophilia” non riguarda l’interessante e naturale attività di accoppiarsi, né indica l’usato oggetto casalingo grazie al quale i nostri pavimenti risultano magicamente puliti. Niente di tutto ciò. Forse non c’è bisogno del vocabolario greco per capirne il significato. Io non l’ho studiato al liceo e non sono stata neanche in grado di apprendere il latino. Ad ogni modo, “scopophilia” deriva dal greco e vuol dire “passione per il guardare”. In effetti, quelle due palline incavate nel viso sono la nostra vera macchina fotografica, istintiva e naturale. Spesso mi capita di pensare a come recepiamo ciò che è davanti a noi, dietro, dentro e spesso anche oltre e, quando accade, è l’apoteosi della felicità. Ma a questo punto vi starete chiedendo cosa mai abbia fatto l’artista all’interno del museo parigino.

Veiled

La Goldin ha dichiarato: “É come essere in paradiso. Ho perfino potuto accarezzare un David! Si è rivelata una delle esperienze più eccitanti e travolgenti della mia vita. E nella mia vita ne ho viste tante! Non avrei mai immaginato che il Louvre potesse essere sexy”. Forse i più maliziosi immaginano qualcosa di scabroso o comunque un po’ porno. Mi dispiace ma ciò non è accaduto: nessuno scandalo al museo. La fotografa, classe ‘52, ha scattato milioni di fotografie a dipinti, sculture e ritratti delle opere d’arte presenti.

Odalisque

Chi non conosce almeno una buona parte di quei capolavori?! Ma non è tanto questo. Tutti, tranne rammolliti ed inetti, quando vanno a visitare un museo vogliono immortalare ogni cosa o farsi una selfie simpatica, insieme a qualche famoso dipinto. Credo che il selfie più da delirio è con L’Urlo di Munch. Quel giorno che andrò ad Oslo cercherò di mettere in atto tale interessante sogno nel cassetto. Molto spesso però è pratica comune fare foto di nascosto o più furbamente togliendo il flash, evitando così cazziate dagli attenti vigilanti. Ebbene, quello di Nan Goldin è un approccio inedito: i capolavori del Louvre sono accostati a scatti privati e autobiografici.

 Nan Goldin

Tra i soggetti vengono identificate corrispondenze e affinità e questi legami creano un vero e proprio gioco di specchi. Accanto alla sua gente, che immortala negli scatti dagli anni ’70 al 2000, ci sono personaggi lontani nel tempo e nello spazio. Da un lato la cruda realtà degli amici, parenti, familiari e gente varia e dall’altro l’idealizzazione pittorico-artistica. A dialogare ci sono corpi spigolosi ed anche sensuali e corpi perfetti, sinuosi e morbidi che sono stati creati dai grandi maestri. Mi sono chiesta: perché? La fotografa non vuole mettersi sullo stesso piano degli artisti ma più che altro sviluppa un rapporto intimo e interiore con i personaggi.

 Chimere, Nan Goldin

Ho letto da qualche parte che si è innamorata di una donna bellissima, naturalmente raffigurata in un dipinto, e che da allora è dovuta andare continuamente a osservarla. A voi è mai capitato? Io la trovo una cosa strepitosa. A me è capitato con Amore e Psiche di Canova, sempre al Louvre. La Goldin invece è rimasta assai delusa dalla famosissima Monna Lisa che, essendo coperta dal vetro, non le ha permesso di stabilire un vero rapporto di amicizia. Peccato, l’opera di Leonardo, immersa nel suo profondo mistero, se la tira abbastanza e ha tutte le ragioni per farlo.

 The Swanlike Embrace, Nan Goldin

Devo ammettere che le immagini presentate, proiettate in sequenza in uno slide show di 35 minuti o composte in dittici e griglie di 9-16 scatti, hanno totalmente catturato la mia attenzione grazie ad uno stile intimo e spirituale. Tutto molto figo. Questa dipendenza umana, affettiva e tremendamente nostalgica rappresenta temi universali: la vita, la morte, l’amore, il desiderio, l’estasi, la disperazione e anche l’ambiguità sessuale.

 Scopophilia, Nan Goldin

A dialogare con gli amici della Goldin ci sono: Saffo, Chimera, Narciso, Tiresia, Cupido, Psiche, Cleopatra, Pigmalione, Galatea e altri. Dunque, di conseguenza, ci sono: Ingres, Delacroix, De la Tour, Courbet, Caravaggio, Canova ed altri. Un tripudio di vip della storia dell’arte insieme a gente comune. Un progetto che lascia senza parole e poi tanta ma tanta nudità. La Goldin ci fa capire che la fotografia è un atto d’amore e condivisione. Ci andrete? Mi è tipo venuta una gran voglia di fotografare ogni cosa adesso e per sempre anche se per sempre non esiste.

 

Gagosian Gallery Roma | sito

 

Ornella Cotena

scritto da

Questo è il suo articolo n°10

Sullo stesso genere:

Community feedback