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Per mangiare un’astronave ci vogliono le orecchie

“Racconti poco illustri, già illustrati” è la rubrica che, partendo dalle illustrazioni di un artista inconsapevole, narra brevi racconti immaginari.

 

illustrazione di Monica Barengo

di un coniglio al dente da latte. Così per depredare, conquistare ed elargire i trucchi del mestiere, bisogna saper essere una specie superiore alle altre per indole e progresso. Fagocitare è intingersi di un compromesso etico del tutto minatorio, in cui si è più che altro delle prede. Così, diventa impensabile la sparizione sotto il mantello dei conspecifici. Simsalabim. Questo il coniglio lo sa e un po’ lo tiene per sè, sotto lo strato di maionese sottomarca in cui si avvolge per andare a dormire.

 

Saresti capace di mettere paura a Mario Rossi?

 

Mario Rossi in umido.
Per preparare Mario Rossi in umido iniziate eliminando il grasso in eccesso da Mario Rossi, quindi estraete i rognoni, il cuore e il fegato che terrete da parte. Lavate Mario Rossi, tamponatelo con carta da cucina e tagliatelo a pezzi (oppure compratelo già a pezzi). Mondate e tritate la cipolla, mettetela in una padella assieme all’olio e lasciatela appassire a fuoco basso per almeno 10 minuti senza che prenda colore. Aggiungete un trito fine di peperoncino, rosmarino, salvia, alloro e aglio, rosolate per un paio di minuti, poi aggiungete i pezzi di Mario Rossi e fateli dorare. Unite il vino bianco che farete evaporare, quindi aggiungete il pomodoro, salate e  pepate e coprite con un coperchio. Quando serve, aggiungete del brodo vegetale; a metà cottura, aggiungete il cuore, i rognoni, il fegato tagliato in due. Quando Mario Rossi sarà cotto, lasciate senza coperchio il tegame fino all’addensamento del fondo di cottura, poi aggiustate eventualmente ancora di sale e spegnete il fuoco. Servite Mario Rossi accompagnato con della polenta, con del riso pilaf oppure con abbondanti fette di pane casereccio, che intingerete nel saporitissimo sughetto di cottura.

 

illustrazione di Monica Barengo

I capelli e i peli, separati dal corpo vivente, diventano materia in grado di stimolare, da sola, la libido, l’onania mediante contatto diretto dei genitali col feticcio. Un feticismo in cui sono coinvolti tutti i sensi, dal tatto alla vista, dall’odorato al fruscio. Sono la strada a metà tra la natura della pelle e la cultura del vestiario, il limite tra il visibile e il nascosto, la dicotomia imprescindibilie dell’eros. Una ciocca di Sansone vale più di mille spinaci. Una ciocca di spinaci può distruggere un tempio. Così il Kaiser sa cosa vuol dire nutrirsi delle proprie escrescenze.

 

Gilgames era un guerriero dalla folta chioma, quando si ammalò e gli caddero i capelli, dovette affrontare un lungo viaggio, così che “gli fosse restituito il pelo della testa”. Oggi quel pelo costa 1 euro e 90 a sacchetto e lo trovi al banco frigo del Carrefour.

 

illustrazione di Monica Barengo

Mi è caduta la faccia nel piatto, dallo stupore, dallo stupor.

Mi è caduta la faccia nel piatto, non l’ho riconosciuta, per tutto il mio stupor.

 

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L’illustratrice inconsapevole è Monica Barengo

LaBau

scritto da

Questo è il suo articolo n°8

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