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5 notti di anti Sonar a Barcellona

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Mi sarebbe piaciuto partecipare al Sonar, il Festival Internacional de Música Avanzada y Arte Multimedia de Barcelona, giunto alla sua sedicesima edizione e che come ogni anno presenta un’interessantissimo calendario di artisti, ma visto l’elevato prezzo dei biglietti ho preferito dedicarmi all’”Anti-Sonar”. Fortunatamente, anche se il Sonar dura solo 3 giorni, per l’intera settimana Barcelona si trasforma nella capitale europea della musica elettronica, ogni sera ci sono decine di party nelle più disparate location (dagli alberghi alle barche) alle cui consolle si alternano i migliori DJ del panorama internazionale e che presentano prezzi d’ingresso ben più abbordabili.

Martedì
Questa settimana ho avuto la fortuna di lavorare di sera e quindi possiamo dire che il week-end è iniziato abbastanza presto, mancano ancora due giorni all’inizio del festival ma la città inizia a riempirsi di clubbers provenienti da tutta europa (ma anche tanti dall’oriente), quasi impossibile trovare un posto letto a prezzi ragionevoli. Da qualche giorno il caldo è davvero insopportabile e abbiamo voglia di stare all’aperto, dopo una serie interminabile di sms ed e-mail formiamo una comitiva italo-anglo-americana ed optiamo per l’Opium Bar (L4 – Ciutadella Vila Olimpica) che oltre alla sala interna ha una fantastica terrazza che affaccia direttamente sulla spiaggia. Un locale molto curato nell’arredamento e nel servizio offerto, peccato per la musica troppo commerciale, ma fondamentalmente in linea con lo stile ed il pubblico abituale.

Mercoledì
Si inizia a fare sul serio, tra le diverse possibilità scelgo il Boulevard (L3 – Liceu) dove c’è in programma il party della OVUM RECORDS. Arrivo lì davanti all’1.30, insieme ad un ragazzo argentino conosciuto qualche ora prima, e c’è già una coda lunghissima…”fortunatamente” in mezz’ora siamo dentro. Nella main room già strapiena sta suonando D’Julz, il pubblico è decisamente migliore di quello che solitamente si incontra nei club qui a BCN, purtroppo il caldo è insopportabile, il locale è stato ricavato dai primi piani di un vecchio palazzo in pieno centro (affaccia direttamente sulle Ramblas), il soffitto è abbastanza basso e l’impianto di areazione insufficiente se si pensa che, praticamente, in Spagna la legge anti-fumo non è mai entrata in vigore. Girovaghiamo quindi nelle altre due sale che sono meno affollate e molto più vivibili, in quella al primo piano in consolle troviamo Terry Francis, mentre in quella al secondo piano Jose De Divina. Finalmente verso le 4 la gente inizia ad andare via e riusciamo a tornare nella main room per goderci a pieno il set di Josh Wink che incanta il pubblico fino alle chiusura, sono le 5.15.

Giovedì
Il Sonar è iniziato, per oggi c’è in programma solo la sessione diurna che si svolge nel Barrio del Raval, il più pittoresco dei quartieri del centro, ormai ho invertito il mio orologio biologico e mi sveglio giusto in tempo per andare a lavorare. Per la notte sono indeciso e all’ultimo momento mi lascio convincere da alcuni amici francesi ad andare alla Casita del Mar (Playa del Prat), lungo la strada incontriamo numerosi posti di blocco dei Mossos d’Esquadra (la Polizia Catalana) dove fermano e perquisiscono tutti i veicoli in transito, compreso il bus navetta sul quale viaggiamo. Le premesse per il party non sono delle migliori, il bus navetta doveva essere gratis ed invece ci è costato 5€, ci avevano promesso l’ingresso in lista omaggio ma quando arriviamo lì dobbiamo pagare 15€ (per fortuna con drink incluso), il posto non è altro che il giardino di una casa, non c’è tanta gente ed il sound system dopo 5 minuti salta su tutto il lato sinistro. Poco dopo le 2 approda in consolle Alex Neri e almeno musicalmente le cose sembrano migliorare, purtroppo però dopo un’ora la musica si ferma improvvisamente…i Mossos hanno ordinato la chiusura del party!! Gli organizzatori si scusano con tutti ma non sanno come rimediare, noi raduniamo in fretta il resto della comitiva e ci dirigiamo alla navetta che ci riporta in centro. Anche al ritorno non mancano i problemi, l’autista del bus pretende di lasciarci in una piazza diversa da quella da cui eravamo partiti e che a quell’ora (con la metro chiusa) è difficile da raggiungere; fortunatamente dopo 10 minuti riusciamo a convincerlo ed alle 4 arriviamo a Plaza Catalunya, a quell’ora in centro non ci sono tante possibilità; noi non ci arrendiamo e ci dirigiamo al Plataforma (L2 – Parallel) un baluardo della Drum & Bass, dove almeno possiamo ballare un’altra oretta!

Venerdì
La festa continua, fino all’ultimo sono indeciso se andare o meno al Sonar de Noche, incontro due ragazzi francesi che vogliono vendere i loro biglietti ma non ci accordiamo sul prezzo; alla fine insieme a 2 amiche italiane decidiamo di andare al Razzmatazz (L1 – Marina), uno dei migliori club europei, 5 sale e ospiti internazionali sempre di altissimo livello. Entriamo verso le 2 ed è subito festa, il tempo di fare un giro panoramico di tutte le sale che nella sala RAZZ! è già iniziato il live di Fischerspooner, riusciamo a goderci lo spettacolo seduti in uno dei due corridoi del piano superiore che affacciano sulla sala. La loro performance è come sempre travolgente e incanta il pubblico per una ora. Finito il live ci spostiamo nell’altro edificio per raggiungere la sala THE LOFT dove Miss Kittin ha già iniziato la sua performance che, sinceramente, non mi attrae più di tanto, sarà per la location (più adatta ai dj set) o forse per la calca eccessiva. La performance si conclude poco dopo le 4 seguita da un dj set abbastanza spinto ma poco entusiasmante, decidiamo quindi di spostarci nella sala LOLITA dove in consolle c’è Surkin, attualmente uno dei miei dj/producer preferiti, che per quasi due ore fa saltare tutti con le sue produzioni e i suoi remix. Purtroppo arrivano le 6 e dobbiamo andare a casa…grrrrr!!

Sabato
Il weekend è ormai lanciato e per la serata sembra esserci una sola certezza, il Kanna Beach (Playa de Sant’Adrià de Besos) dove per la penultima data dell’Adrian Dance Week le guest star della serata sono Sven Vath e Guy Gerber. La serata inizia a casa di un’amica portoghese che ha una fantastica terrazza dove poter fare il barbecue, lì incontro alcuni amici tedeschi insieme ai quali ci dirigiamo al club. Entriamo poco dopo le due, la location è fantastica, a pochi metri dalla spiaggia compresa tra il fiume e la zona industriale, l’allestimento non è dei migliori ma per fortuna c’era la scenografia naturale a compensare. L’affluenza non è altissima e l’atmosfera poco coinvolgente, complice un dj set di Sven Vath davvero scandaloso, 4 ore di musica annoiata ed annoiante, ritmo lento da warm-up e suoni cupi che mal si sposavano con il resto. Non si riusciva a ballare, tutti continuavano a chiacchierare e Sven Vath continuava a guardare l’orologio, in molti hanno pensato di andare di andare via ma noi siamo rimasti nella speranza che la situazione migliorasse con Guy Gerber; sfortunatamente scopriamo che si era già esibito dall’1 alle 2. Molti i feedback negativi sia durante la serata che nell’after-party, per fortuna trascorso ad aspettare l’alba sulla vicina spiaggia.

Bruno Taranto

scritto da

Questo è il suo articolo n°18

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