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Samira | Frontiere sessuali tra Francia e Algeria

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Forse ricorderete che nell’ultimo articolo vi ho parlato di Antiatlas of Borders, l’idea collaborativa che unisce arte e scienza per attirare l’attenzione sui movimenti migratori degli ultimi decenni.

Samira

A questo progetto partecipa anche l’etnografo, regista e professore alla London Metropolitan University Nicola Mai, con il suo film-documentario Le Frontiere biografiche.

Mai ci racconta una storia ambientata in Algeria, nella quale il protagonista Samira (no, non è un errore di battitura), attraversa due volte le frontiere sessuali. Prima assume degli ormoni femminili e si prostituisce per ottenere asilo politico in Francia in quanto transessuale, ma in seguito all’aggravarsi delle condizioni del padre si fa rimuovere chirurgicamente i seni e torna in Algeria come un “vero uomo”.

Samira

È un film che si concentra sull’industria del sesso, ma anche sull’amore, e che mette in scena una tematica che i più semplicemente preferiscono ignorare.

Intervista a Samira

Samira è stato intervistato in un contesto privato e familiare, perché si sentisse libero di esprimersi indipendentemente da giudizi estranei, perché gli intrichi del suo cuore potessero svelarsi. La battaglia che ci viene narrata è di una persona che vuole esprimere se stessa, ma deve allo stesso tempo sottostare a pressioni di diversa natura, in un groviglio di situazioni.

Intervista sui due schermi

Mai ha scelto di presentare il suo lavoro come un’installazione circolare, montato su due schermi con 120° di inclinazione uno rispetto all’altro, per facilitare allo spettatore l’identificazione con Samira.

 

Qui potete trovare il trailer.

Elena Zaltron

scritto da

Questo è il suo articolo n°7

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