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Sapevate che Shepard Fairey ha un mignolo eroso dall’acido da quando aveva 2 anni?

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L’ho scoperto guardando un video realizzato dal New York Times Magazine, per la serie “Something big something small”, nel quale l’artista americano viene intervistato in occasione della sua partecipazione all’ultima edizione di Art Basel Miami 2009. Shepard Fairey è un noto street artist, americano balzato agli onori della cronaca internazionale grazie ad una serie di poster realizzati a supporto della campagna di Barack Obama. Avete presente quelli che ritraggo il volto dell’attuale presidente in tre colori, blue, bianco e rosso con la scritta in basso HOPE? Bene, quelli li ha realizzati lui. Come vi dicevo Shepard Fairey ha partecipato ad Art Basel Miami 2009, la più grande fiera d’arte in America per intenderci, dove ha presentato due lavori su tela (di cui potete vedere le immagini) ed un progetto in esterna su tre muri alti quasi dieci metri (di cui pubblichiamo il photo set di un utente flickr).

Aung San Suu Kyi by Shepard Fairey

Proud Parents by Shepard Fairey

E’ proprio in questa video intervista che Shepard racconta del triste destino che il suo povero mignolo ha dovuto subire per colpa di una incauta mossa di un amico del padre che gli riversò, quando era ancora in fasce, dell’acido proprio su quel dito di cui ignora ovviamente la forma originale. Il pensiero laterale (creativo) dell’artista viene fuori quando afferma che forse proprio grazie a questa deformità è riuscito a sviluppare in seguito una sorta di energia (creativa) che gli ha permesso di inseguire questa sua passione per l’arte e raggiungere importanti risultati.

L’altra cosa curiosa che ci racconta in questa intervista è di quando all’età di dodici anni si mise in testa di realizzare la più lunga catena di elastici mai realizzata, coinvolgendo in questa impresa la sua famiglia e tutto il vicinato. Quando era quasi giunto all’obiettivo, stufo di trovarsi con questa matassa gigantesca in casa, decise di stendere questa catena da un lato all’altro della strada, a mò di stringa, costringendo così le macchine a fermarsi. Questo evento è sintomatico di una sua innata mania di grandezza di cui non fa mistero e di un’ossessione per la realizzazione di cose eccezionali ed originali che a suo parere devono lasciare il segno. Shepard Fairey è uno a cui piace pensare in grande e che non può fare a meno di fissare degli obiettivi molto difficili da raggiungere, qualunque cosa lui faccia. Ed aver fatto del presidente Obama un’icona prim’ancora che lo diventasse di fatto (con la vittoria alle elezioni) credo che sia la prova inconfutabile delle capacità di questo personaggio di cui, scommetto, risentiremo presto parlare.

La video intervista per il New York Times Magazine

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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