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Siamo stati a T.R.I.P. Travel Routes In Photography

Mi mancava una bella mostra di fotografia da recensire nel mio repertorio da zigulina. E quella di cui sto per parlarvi è una di quelle molto belle, a cominciare dalla location scelta per l’evento. D’altronde i nostri amici di the trip magazine sanno come stupire. La seconda edizione di T.R.I.P. Travel Routes In Photography, organizzata dal magazine romano, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, curata da Arianna Rinaldo, si svolge nel meraviglioso complesso delle Terme di Diocleziano, dove tra natatio, frigidarium e caldarium (le grandi sale dove l’imperatore Diocleziano e i tutti i romani del suo tempo si intrallazzavano tra fanghi, massaggi e nuotate) sono state allestite le opere di tre grandi artisti della fotografia: Pieter Hugo, Narelle Autio e Alessandro Rizzi. Tre fantastici fotografi che hanno voluto raccontarci i loro viaggi e le loro esperienze visive che ne sono scaturiti attraverso la loro arte, quella di cui si fanno portavoce in questa entusiasmante edizione di T.R.I.P Travel Routes In Photography.

T.R.I.P. Travel Routes In Photography

Il fotografo Pieter Hugo ci porta nel suo Sudafrica, attraverso una serie di ritratti giganteschi che in una delle sale delle Terme allestite per la mostra le vedrete pendere dal soffitto, opere grandi i cui volti dei protagonisti penetrano lo sguardo dello spettatore attraverso un intenso scambio di pensieri e di domande. Il fotografo sudafricano, la cui fama è ormai riconosciuta a livello internazionale grazie anche ai premi che si è aggiudicato nel corso degli anni, da tempo studia con il suo obiettivo le identità che si nascondono nei luoghi e in quelle situazioni a cui le televisioni del mondo non prestano attenzione, ponendo sempre il suo obiettivo all’interno di scenari di marginalizzazione sociale o raccogliendo visivamente le esperienze di gruppi di persone come boy scout, giudici, ma anche persone affette da albinismo e ciechi. La sua fotografia scava all’interno delle identità dei suoi soggetti per fare riemergere la loro vera naturalezza, la quale si fissa sulla superficie dell’immagine che ci viene restituita.

T.R.I.P. Travel Routes In Photography

All’apparente staticità dei volti di Pieter Hugo viene contrapposto il movimento dei soggetti immersi nelle acque australiane impresse nelle bellissime opere fotografiche di Narelle Autio chiamata a partecipare a questa mostra. Le sue opere, poste nella stessa sala dove si trovano quelle del fotografo sudafricano, hanno una cornice di cartone che le fa apparire come immagini proiettate da uno schermo televisivo, una sorta di reportage sulla bellezza della profondità delle acque dei mari australiani e dei natanti che in esse si tuffano. Corpi in movimento in acque in movimento avvolti nelle splendide tonalità degli abissi, come un turbine mozzafiato da cui è difficile distogliere lo sguardo. Nella fotografia di Narelle Autio, e le opere in mostra alle Terme di Diocleziano ne sono un palese esempio, si denota una certa propensione nel raccontare attraverso le immagini il rapporto tra l’essere umano e la natura di cui è circondato quindi le acque del mare e ci sembra di intercettare una certo desiderio dell’artista di riportare alla memoria di ogni spettatore quella primordiale comunione tra gli esseri umani e quell’elemento che ci ha dato la vita che è proprio l’acqua e le sue diverse sembianze come il mare appunto. Uno splendido viaggio quello della fotografa australiana che prepara il visitatore della mostra alla visione delle opere di un altro grande fotografo allestite in una sala adiacente, ovvero Alessandro Rizzi di cui leggerete la prossima settimana l’intervista che ho avuto il piacere e l’onore di fargli durante l’apertura della mostra.

T.R.I.P. Travel Routes In Photography

Il fotografo italiano ha portato in mostra il suo Giappone attraverso una serie di opere fotografiche molto grandi, alcune delle quali scendono maestosamente dall’alto delle mura della sala in cui sono esposte, messe in verticale come manifesti che raccolgono tante sfumature e esperienze visive di un lungo viaggio che sa di oriente. Nelle sue fotografie Alessandro Rizzi riesce ad esprimere qualcosa di particolarmente affascinante con quel suo modo realista di raccontare Tokyo proprio attraverso la sua street photography che fa sembrare le sue opere come tanti appunti di viaggio pieni di particolari minuziosi non lasciati al caso: un uomo che si china a raccogliere qualcosa sulla strada e sullo sfondo il bianco asettico del muro che fa da cornice all’evento, una donna fuori da un cale con dei pacchi da consegnare o trasportare (forse) in attesa di qualcuno o qualcosa. La trasformazione del paesaggio urbano e il tempo dell’essere umano si intersecano nelle fotografia di Alessandro Rizzi di cui noi godiamo la bellezza del suo sapere catturare attimi e scene di vita di città.

Non so se sono riuscita a convincervi ma sono sicura che quando avrete visto le fotografie esposte in questa collettiva mi darete ragione quando dico che vale la pena davvero lasciarsi coinvolgere in questi racconti fotografici.
La mostra durerà fino al 18 dicembre 2014. Sapevatelo!

 

T.R.I.P. Travel Routes in Photography | sito facebook

the trip magazine | sito

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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