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Siamo stati a Tende a Zero

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È un nostro caro amico, ha partecipato alla Ziguline Poster Edition, ne parliamo spesso nei nostri spazi e ci piace farlo ancora una volta perché è un giovane promettente, un po’ timido, ma con le idee ben chiare. Stiamo parlando di Agostino Iacurci, classe ‘86, un artista che dalla Puglia ha portato una valigia piena di creatività e voglia di diventare grande. Oltreché vino e taralli ovviamente.
Oggi parliamo di lui perché siamo stati per voi all’inaugurazione di “Tende a Zero”, una mostra interamente realizzata dal nostro Agostino presso il Teatro Palladium dell’Università di Roma Tre e rimarrà aperta per tutti i curiosoni come noi fino al prossimo 5 marzo.

Tende a zero di Agostino Iacurci, una produzione Ass.ne NuFactory

Agostino Iacurci, affermato illustratore e scenografo dilettante, siamo abituati a vederlo partecipare ad eventi a fianco di altri illustri colleghi con opere eseguite su grandi superfici, come quelle presenti nello Urban Contest, in Muralex, il laboratorio artistico realizzato con i detenuti nel carcere di Rebibbia, ma in questo evento che vi segnaliamo si cimenta con pennelli e tele per mettere in scena un gioco divertente, fatto di luci ed ombre che lasciano spazio a molta immaginazione.
A chi non capita di buttare un occhio nelle case che si vedono attraverso le finestre dei palazzi mentre passeggiamo o siamo in macchina fermi sulla tangenziale di venerdì sera, quando tutto il mondo vuole tornare a casa e l’unica strada alternativa è guardare la vita altrui celebrarsi dietro una tendina.
Come quelle di Agostino che in questa mostra nascondono dei personaggi a mezzobusto, intenti in attività che riusciamo a vedere soltanto attraverso delle ombre rosse. Disposte così su una parete bianca, una accanto all’altra, le tele di Agostino diventano tante finestre di un condominio apparentemente normalissimo, magari il nostro o uno qualsiasi di qualunque città.

Tende a zero di Agostino Iacurci, una produzione Ass.ne NuFactory

A questo punto la nostra curiosità va al massimo e siamo sopraffatti dalla voglia di dare una identità ad ogni soggetto.
Si vede una donna che lavora ai ferri, probabilmente prepara un golfino per il suo amante che arriverà con mezz’ora di ritardo come al solito, mentre lei lo aspetta alla finestra; a fianco vi abita il tipo che si crede James Bond e gioca con una pistola, mentre la sua vicina di casa, una vedova sessantenne, si prende cura della sua piantina e con un occhio cieco di gelosia guarda la coppietta di fronte che si scambia tenerezze. Il palestrato dell’appartamento al quarto piano invece fa esercizi davanti allo specchio e sorride pensando i suoi bicipiti invidiati da tutti i colleghi. Una donna lo osserva dall’appartamento di fronte, tiene forse in mano un libro di poesie che vorrebbe leggergli ma che non farà mai, sopraffatta dall’imbarazzo o forse dalla pigrizia. Dalla finestra a fianco invece si vede l’ombra di una donna che sta per salire su una scala per prendere chissà quale ennesima scatola contenete fotografie vecchie ormai sbiadite come un paesaggio avvolto dalla nebbia padana.

Tende a zero di Agostino Iacurci, una produzione Ass.ne NuFactory

L’attimo di un momento di vita, forse di una scena quotidiana, è ciò che Agostino ha riportato sulle sue tele, su questi lavori aperti ad infinite interpretazioni. Le sue rappresentazioni sono tante caricature di un mondo oggettivo, reale e concreto, come quello a cui si ispiravano Otto Dix e Geoge Grosz, i pittori della Neue Sachlichkeit presi a modello da Agostino; ciò che lo distanzia da questi è il suo andare a caccia di esperienze, quelle altrui, quelle che si osservano e restano impresse nella mente. Quelle in grado di trasformare in arte un attimo dell’esistenza quotidiana, che si serve delle varie possibilità cromatiche e morfologiche estrapolate dagli spazi urbani di cui Agostino è un abile manipolatore.

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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