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Siamo stati ad Eau de parfum alla Dorothy Circus Gallery

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A prima vista Robert Williams ha l’aria di uno di quei tipici borghesi perbenisti americani che amano trascorre le loro domeniche a suon di jazz e partite a golf con amici interessati solo a quello che accade nelle stanze bollenti di wall street. Invece Robert Williams, conosciuto anche come “l’artista degli artisti” e fondatore della ormai famosa rivista Juxtapoz Art & Cultural Magazine, è la mente che ha introdotto la parola Lowbrow nel nostro dizionario e continua a diffonderne l’importanza a livello artistico ancora oggi che ha raggiunto la veneranda età di 68 anni. Proprio da Robert Williams vogliamo prendere esempio, emulare la sua devozione all’arte con questo articolo sulla mostra Eau de parfum a cui abbiamo avuto l’onore di partecipare lo scorso 25 febbraio presso i nuovi splendidi locali della Dorothy Circus di Roma, un posto dove l’arte lowbrow ed il pop surrealism sono i veri padroni di casa.

L’evento, curato dalla gallerista Alexandra Mazzanti e visitabile fino al prossimo 16 aprile, è un omaggio ad alcuni esponenti del movimento, nove artisti che dall’America sono giunti nella nostra capitale per mostrarci un mondo fatto di illusioni e realtà troppo distanti dalle convenzioni di cui ci cibiamo giornalmente.
Attraverso l’uso di colori e forme in grado di mettere in discussione la contingenza e lo scorrere del tempo, Mia Araujo, Tara Mc Pherson, Natalie Shau, Ana Bagayan, John Brophy, Martin Wittfooth, Mattew Pasquarello, Benjamin Lacombe e Leila Ataya, gli artisti coinvolti in questa collettiva, ci conducono per mano in un universo figurato in cui prevalgono soggetti estrapolati da visioni oniriche, i quali scompaiono ogni volta che ci si rende conto della labilità del nostro vivere quotidiano. Nei nostri sogni dettati dall’inconscio e condotti per mano da un Morfeo impertinente, si affacciano sul palcoscenico del nostro dormire dolci fanciulle dai grandi occhi azzurri e dagli splendidi capelli che incorniciano un viso cupo, forse presagio della fine del sogno e dunque il ritorno alla realtà, come nelle opere di Natalie Shau, l’artista di origini lituane che si diverte a ricreare i personaggi del mondo delle fiabe russe.

Morfeo non disdegna neppure quelle donne sensuali dallo sguardo penetrante e trafitte nel cuore da un amore inesistente che fa scorrere il sangue giù per i loro corpi sinuosi creati della bionda illustratrice di New York Tara Mc Pherson, la quale cerca di sedurre lo sguardo dello spettatore conducendolo nel mondo della sua infanzia.
Ci lasciamo affascinare dalle devote adolescenti di John Brophy, le quali, a metà tra elfi e suore di un’epoca remota, cercano di eludere ogni nostro tentativo di fuga verso il tempo presente.

E che dire dell’universo animale di Martin Wittfooth e Leila Ataya, il primo intento a di riprodurre soggetti appartenenti a mitologie pagane o specie animali in preda a solitudini e paure che niente potrà colmare mentre l’artista di origini russe nutre le nostre visioni con figure femminili che incarnano sembianze di gatti agghindati di perle e maschere che richiamano paesaggi e situazioni burlesche.

I soggetti allocromatici delle tele di Mattew Pasquarello ritraggono il ludus dell’infanzia e i pensieri fantastici su cui essa si fonda, mentre le figure femminili create da Mia Araujo sembrano delle aspiranti dee di un mondo mitologico del futuro in cui lo spazio e il tempo vengono dilatati e inglobati nel labirinto della psiche umana.
Ana Bagayan ci offre pagine di fiabe colorate da visi armoniosi, estatici quanto basta per lasciare librare in aria la nostra fantasia resa sublime dalle illusioni di un mondo fiabesco che ci portiamo dietro da millenni.
Infine, non potevano di certo mancare le deliziose creature dell’illustratore Benjamin Lacombe, delle vere e proprie marionette, bambole e caricature che prendono possesso di tutto ciò che gravita intorno ai nostri sensi e alla realtà che risulta deforme.
Ogni angolo della galleria, ogni singolo centimetro percorso è un defluire di immagini a cui non possiamo sottrarci, un inalazione di un mondo arcano e misterioso dove forze oscure ci rapiscono dal mondo tangibile.

Eva Di Tullio

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Questo è il suo articolo n°178

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