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Siamo stati al Wooden Show alla galleria Mondo Pop

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In un pomeriggio di dicembre piovoso ed uggioso come non mai, mentre i pochi turisti fanno incetta di souvenir inebriati dal profumo delle caldarroste incartate in coni da pakistani che all’occasione si travestono da venditori di ombrelli sotto la metro, non poteva capitarci di meglio che imbatterci in una galleria del centro storico di Roma, un posto che si nasconde tra i negozi ormai affollatissimi di gente impazzita per comprare i regali di Natale, uno spazio come pochi dove pullula di gente strana che parla di arte e cultura,(anche Bondi non potrebbe farne a meno), un posto dove cercare originalità, quella che basta per farti dimenticare che l’anno sta per concludersi e che trent’anni fa è morto John Lennon.

Anche lui sarebbe venuto all’inaugurazione di The wooden show, la mostra inaugurata da MondoPOP nell’omonima galleria lo scorso 4 dicembre e che sarà visitabile fino al prossimo 15 gennaio.
Artisti noti sulla scena della new art della capitale e non solo si alternano in questa collettiva, uniti dallo stesso scopo: raccontare la loro arte attraverso realizzazioni eseguite sul legno.
Personaggi ormai noti ai lettori di Ziguline, come il marchigiano Nicola Alessandrini, Giada Wooden Boxes e Fidia racchiusi in un’unica location assieme ad altri artisti che hanno estasiato il pubblico partecipante con le loro raffigurazioni di un mondo sospeso a metà tra ciò che ci appare tutti i giorni e le rappresentazioni che si compongono nella nostra immaginazione: il legno, materiale semplice e da sempre a fianco dell’evoluzione della specie umana, viene lavorato e decorato dall’artista, il quale riversa su di esso l’ardore di una creatività che penetra la sensibilità di chi vi si pone davanti.

Forme per lo più irregolari su cui vengono fatti colare colori anche contrastanti ma atti a definire storie scritte su un supporto fisicamente idoneo come il legno appunto: si passa dalle fiamme dell’inferno che danzando ardentemente sotto una donzella che fugge su un asino e uno pseudo Hitler che cerca di sfuggire ad un’aquila dalla testa mozzata, opera di Paul Chatem, all’ombrellino che ripara una bambina un po’ cresciuta a cui si rivolgono gli occhi dolci di un gattino un po’ cresciuto, quello di Valentina Zummo.
Forme irregolari ritagliate di pezzi di legno che si sottopongono allo sguardo dello spettatore, il quale coglie il sapore ludico di cui le opere sono intrise: lo yeti o forse un Gozilla travestito, quello creato da Bigfoot, che suona la chitarra per cercare di strappare un’emozione alla città imbalsamata sotto i suoi piedi e poi, incastonato tra tavole, il piccolo cyborg di Fidia che giace su un letto forse affaticato dalla giustizia di cui è portavoce. E ancora, la bellissima Aida di Camilla D’Errico, la quale volge lo sguardo candido allo spettatore, mentre uccelli, serpenti e topi avvolgono il suo corpo pallido che contrasta con lo sfondo rosso; una tavola da skate, quella di Massimo Giacon, su cu viene riportata la figura di un essere umano con un cuore in mano, quello che manca nella parte sinistra, ed un cuore al posto del volto, emblema forse di un sentimentalismo non comune; e infine, ci piace concludere questa rassegna di opere con la semplicità indulgente e seducente della donna ritratta da Diamond, la cui bellezza va oltre l’immagine che si staglia sulla superficie liscia del legno.
Varrebbe la pena citare tutte le opere esposte ma tante parole non bastano a descrivere cosa si cela dietro le rappresentazioni di questi artisti a cui abbiamo voluto rendere omaggio in queste poche righe.
Inoltre, non contento del furore con cui si è aperta la mostra, lo staff di MondoPOP ha organizzato una riffa che ha coinvolto i partecipanti, i quali, tramite estrazione, hanno avuto la possibilità di vincere uno dei fantastici premi donati da artisti, alcuni dei quali erano presenti quello stesso giorno. Modestamente ho vinto uno dei più belli.

Eva Di Tullio

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Questo è il suo articolo n°178

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