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Siamo stati LIFE Less Ordinary alla galleria Mondo Bizzarro

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Cosa ci fanno Mickey Mouse, Shreck ed Hello Kitty sulle copertine della storica rivista Life? Venite a scoprirlo con noi nella mostra LIFE Less Ordinary presso la galleria Mondo Bizzarro di Roma, un evento dedicato all’estro artistico di Max Papeschi, curato da Gianluca Marziani e accessibile al pubblico fino al prossimo 24 marzo.
Dopo il successo della mostra Disneyland Under Attack nel settembre 2009, reduce da una tournée che lo ha visto protagonista di numerose mostre in città italiane e straniere come Berlino e Stoccolma, l’artista milanese torna nei locali della galleria Mondo Bizzarro con più di 30 opere, un repertorio di immagini famose a livello internazionale, le quali ripercorrono alcune tappe fondamentali della storia del mondo contemporaneo in un modo davvero originario.

courtesy Mondo Bizzarro

Difatti, attraverso l’uso di personaggi appartenenti al mondo della cultura popolare, dei fumetti, nonché dei cartoni animati come appunto quelli citati in apertura, Max Papeschi, ormai noto esponente della digital art (ma sarebbe riduttivo considerarlo solo in quanto tale), sa come trasformare un fatto di cronaca internazionale in un’ immagine ironica e contraddittoria in grado di mettere la realtà in discussione. Le opere di Max Papeschi trasfigurano gli eventi storici, lasciano un segno tangibile dell’ironia con cui l’artista rivolge il suo sguardo alla storia contemporanea ed egli lo fa avvalendosi del supporto dell’arte digitale che lo rende inimitabile nel suo genere. E’ un artista che non si ferma alla semplice osservazione della contingenza ma cerca un rapporto tra presente e passato utilizzando e decontestualizzando quelle icone del mondo pop che vediamo quotidianamente su tutti i mezzi di comunicazione di massa. Max Papeschi è un artista contemporaneo e in quanto tale riesce a creare una simbologia non astratta nelle immagini che subiscono modifiche: la sua interpretazione dei grandi avvenimenti storici del passato si fonda sull’esigenza di dare un senso artistico ad ogni singolo accadimento, di creare un legame tra la storia e l’arte che con la sua creatività rivoluziona il nostro occhio che osserva.

courtesy Mondo Bizzarro

Tragedie accadute in passato anche non troppo lontano come gli attentati dell’11 settembre oppure la guerra in Vietnam o quelle in Iraq, così come avvenimenti più o meno lieti come lo sbarco sulla luna o l’elezione di Josef Ratzinger a capo della Chiesa sono al centro delle opere dell’artista, le quali non si sottraggono al gioco di associazione grafica con le immagini somministrate da dittature esplicite ed implicite, lontane e vicine.
Così, una pecora con un elmo riportante il simbolo della morte e il Colosseo come sfondo ricordano la marcia su Roma di Mussolini del 28 ottobre 1922, mentre un Mickey Mouse sempreverde si fa immortalare con la tuta da militare, quella di Enola Gay, il soldato USA che il 6 agosto del 1945 ha sganciato la bomba atomica su Hiroshima a cui fa seguito qualche giorno dopo quella sganciata su Nagasaky che nella tela di Max Papeschi si vede alle spalle di Minnie e consorte.

courtesy Mondo Bizzarro

Non è solo per un senso ironico se Max Papeschi crea un gioco di immagini tra personaggi della cultura popolare e fatti veramente esistiti. Ciò che ci viene in mente guardando le sue tele è la possibilità di intendere infinite interpretazioni della realtà che ci avvolge e rivolgendoci al passato che non abbiamo vissuto ma che abbiamo letto sui libri di storia ci sembrerà più facile percepire la transitorietà della storia e insieme la capacità visionaria dell’arte, la sua reazione di fronte ad immagini ormai diventate simbolo della storia dell’umanità.
Infine, nella sezione From Hiroshima with love, Max Papeschi ci propone una serie di opere in bianco e nero, ovvero delle foto in cui sono immortalati avvenimenti come la conferenza di Yalta in cui Churchill, Roosevelt e Stalin vengono sostituiti da Homer Simpson, Mickey Mouse e Porky Pig, un emblema della suddivisione dei poteri fondata sull’immagine. Chiamatelo sovvertitore della realtà, potete definirlo anche politicamente scorretto se volete, la sua è arte nel senso pieno del termine. Buona visione.

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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