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Silvia Rocchi, l’onestà delle matite morbide

Ho conosciuto Silvia Rocchi un pomeriggio in libreria, uno di quei pomeriggi in cui giudichi i libri esclusivamente dalla copertina. L’approccio istintivo con le immagini può causare qualche danno nella vita quotidiana ma è un biglietto sempre valido per entusiasmanti viaggi mentali e mentre allungavo il braccio per prendere quel libro dalla copertina color salmone mi chiedevo se il suo contenuto avrebbe superato le aspettative dei viaggi mentali di cui sopra. Se vi parlo di lei oggi potete immaginare quale sia stata la risposta.

Silvia Rocchi

Silvia Rocchi ha studiato pittura a Firenze e illustrazione a Bologna, fa parte di un collettivo di autoproduzione che si chiama La Trama. La sua matita non lascia molto spazio all’elaborazione mentale. Entra negli occhi e colpisce l’anima. Ha dentro la verità spudorata degli scarabocchi dei bimbi, fatti con appena un paio di pastelli colorati perché gli altri dieci della scatola li stanno usando gli altri, ma racconta storie di grandi, vissute dai grandi. Grandi che vivono con occhi da bambini. Le sue illustrazioni sono quasi violente, il suo tratto è denso e fuligginoso e mi piace immaginarlo come una provocazione riuscita ai “mi raccomando non calcare troppo che rovini il foglio” delle maestre durante l’ora di disegno. Se fosse una matita sarebbe una 4B o una 6B e, come ogni matita dalla mina morbida, ha tanto da raccontare sull’onestà dell’illustratore.

 

Quando hai iniziato a disegnare?

 

Disegno da quando ne ho il ricordo, cioè da sempre. Da piccola insieme ai bambini del vicinato avevamo organizzato una piccola rivista in cui io reinventavo le storie di paperino. Qualche anno più tardi mi armavo di cutter e retini adesivi per realizzare le campiture nei miei fumetti brevi.

 

Ho conosciuto i tuoi lavori per caso sfogliando “Ci sono notti che non accadono mai”, racconto illustrato di Becco Giallo Editore (http://main.beccogiallo.net/) ispirato alla vita di Alda Merini. Com’è stato prestare il tuo tratto ai pensieri della “poetessa dei Navigli”?

 

Le poesie della poetessa dei Navigli, si prestano ad una vasta gamma di interpretazioni visive, dalle più sottili e metaforiche, alle più crude, appassionate. Ho cercato di estrapolare le sensazioni che più mi colpivano in base alla mia esperienza e al tempo di sentirmi partecipe del suo dolore, della sua rabbia, ma anche del grande attaccamento che aveva alla vita e all’amore. È stato un lavoro fondamentale per me, perché ho sempre qualche problema a manifestare i miei sentimenti, invece in questo caso, mi sono misurata con la traduzione visiva di concetti come la pietà o l’amore inteso nella più larga delle sue accezioni, ovvero l’amore per il tutto, per un posto, per una persona, per una figlia, per la poesia e l’arte stessa.

 Copertina di ci sono notti che non accadono mai. canto a fumetti per Alda Merini

Ti senti più carta o matita?

 

Matita, sempre. 4B o 6B, né di più né di meno.

 

Ci racconti del progetto “la Trama”?

 

La Trama nasce nel 2009 nel momento in cui iscritta all’accademia di belle arti di Bologna con le mie due coinquiline nasce la voglia di iniziare qualcosa insieme. Apriamo un blog, mettiamo su un po’ di cose nostre. Poi io mi sposto in Belgio per un progetto Erasmus, vedo i miei compagni di corso, molto più giovani di me, ma più motivati; decido di coinvolgere alcuni di loro in quello che sarà il nostro progetto antologico: “Le cure”. Tre pagine a testa, un unico tema. Miglioriamo qualità e stampa, ma capiamo che non basta. Queste storie sono carine, ma non fai in tempo a girare pagina che già è finita. Nel frattempo il collettivo si struttura in sei persone: io, Alice Milani, Viola Niccolai, Alessandro Palmacci, Francesca Lanzarini e Valentina Fuzzi.

Il nostro ultimo progetto si chiama Coppie miste, una collana di cinque libri da 35 pagine, in cui i due autori che sviluppano le storie si confrontano su una citazione che serve solo da spunto. Liberandoci un po’ dall’idea del “tema”, che è sì molto utile, ma se non è ben strutturata spesso mette gli autori nella condizione di fare i compiti a casa. Le copertine di questo progetto sono stampate a mano, poiché in misura diversa orbitiamo tutti intorno al mondo della stampa e della grafica d’arte, due sono xilografie e le tre restanti serigrafie.

 

Sul blog c’è una frase del manifesto che dice “crediamo che raccontare cose vere, o che comunque rispecchiano situazioni reali sia un modo per essere più onesti con noi stessi e con la gente che ci sta intorno”. Cosa comporta essere illustratori “onesti”?

 

È un’ottima domanda. In un certo periodo della mia vita ti avrei risposto che è perché odio i surrealisti di ogni tipo e forma. Adesso che fortunatamente sono meno intransigente, posso dire che forse è un limite della mio pensiero, non riesco a strutturare un disegno o un fumetto da qualcosa che non esiste oppure ad assecondare la mia fantasia e/o vena onirica verso qualcosa che mi porti più in là della realtà. 

Probabilmente da quella frase, andrebbe tolto “con la gente che ci sta intorno”, perché è senz’altro una riflessione più a livello individuale che non collettivo. Credo anche che la nostra fortuna come gruppo di persone consista nel condividere questa stessa prospettiva.

 mum

Hai partecipato al MI AMI 2013 tra gli artisti della sezione MI FAI. Che effetto ti ha fatto disegnare contornata da gente festante, bevente e danzante?

 

Ad essere sincera, ho alternato, un po’ ero io la danzante e un po’ stavo al tavolo a disegnare. È stato divertente, sono abituata a lavorare con altri che guardano grazie alla formazione accademica; quando sei in aula e hai un pannello di 3 x 3 m, non puoi nasconderti facendo muri con l’astuccio.

 

A cosa stai lavorando in questo periodo?

 

Ho appena terminato la bio a fumetti di Tiziano Terzani, una bella impresa, per cui ho dovuto studiare tante cose che conoscevo in termini più generici. Esce in questi giorni sempre con BeccoGiallo e si potrà trovare in anteprima a Lucca Comics. Invece, in questo momento sto lavorando con Francesca Riccioni (già nota per il “Turing”con Tuono Pettinato) ad una biografia su Majorana. Sto inoltre progettando un viaggio in moto nei Balcani che servirà come base per un altro fumetto, in questo caso a quattro mani, con Alice Milani. Speriamo sia pronto nel gennaio 2015.

 

Silvia Rocchi | sito

Becco Giallo | sito

La Trama | sito

 

la Germanz

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Questo è il suo articolo n°102

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