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Sono stato a Milano un minuto prima

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La Milano della borsa, frenetica e con gli occhi sull’orologio, e quella da bere, delle pubblicità e dei Guido Nicheli che sparano aforismi in lumbard mentre un grosso bracciale color oro gli tintinna al polso. La Milano che ti vedevi alla Tv, quella di Bianciardi, quella dei centri sociali, quella dei salotti; una città conturbante che unisce passato e futuro. Una città odiata e vezzeggiata, ricca di contraddizioni e fermento culturale che viene celebrata dalla nuova mostra “Milano, un minuto prima. Nuove visioni di città” alla Fondazione Forma.
La fondazione nasce nel duemila dieci prendendo il posto della precedente società che la gestiva dal duemilacinque. Forma nasce su iniziativa della casa editrice Contrasto (specializzata in fotografia) e diviene fondazione per merito della collaborazione fondazione Corriere Della Sera e della ATM (azienda trasporti milanese). La struttura espositiva nasce all’interno di un’ala ristrutturata dello storico deposito dei tram nel quartiere ticinese. Ben ottocento metri quadrati su millesettecento di totale sono dedicati alle esposizioni fotografiche dove sono centrali temi come: grandi autori, storia della fotografia e maestri del ritratto e della moda.

Alessandro Imbriaco

Dal duemilacinque ha ospitato numerose mostre tra le quali ricordiamo quelle dedicate a Robert Doisneau, a Erwin Olaf, Albert Watson oppure Leonie Hampton.
I curatori di “Milano, un minuto prima” sono: Anna Rinaldi, Matteo Balduzzi, Giulia Tornari e Francesco Zanot; hanno selezionato tre progetti ciascuno che saranno esposti a partire da giovedì ventitré giugno fino a sabato ventiquattro settembre duemila undici. Ecco invece gli autori esposti: Fabrizio Bellomo, Maurizio Cogliandro, Nicolò Degiorgis, Edoardo Delille, Massimiliano Foscati, Matteo Girola, Giovanni Hänninen, Alessandro Imbriaco, Bernd Kleinheisterkamp, NTSH, QD (Elena Givone, Marcello Mariana, Tommaso Perfetti, Anna Positano, Benedetta Alfieri, Filippo Brancoli Pantera, Claudia Ferri, Roberto Ape, Gabriele Rossi, Maurizio Esposito, Daniele Guadalupi, Giuseppe D’Alia, Alessandro Sambini, Maria Vittoria Trovato), Mirko Smerdel, Carlo Alberto Treccani e Zoe Vincenti.

Matteo Girola

La mostra attraverso la selezione dei curatori si propone di raccontare l’identità di questa città e dei suoi abitanti, per poterla identificare più che descrivere: dare nuove forme e interpretazioni dove la fotografia e i soggetti raffigurati si fanno metallo prezioso e setaccio al tempo stesso.
Interessante “Terreni” il progetto del fotografo Edoardo Delille (Firenze 1974) che segue gli abitanti della città per raccontare gli spazi che frequentano durante il tempo libero e far emergere l’umanità che li accomuna, riallacciandosi ai suoi progetti precedenti e allo sguardo positivo che li ha sempre contraddistinti. Oppure abbiamo gli scatti intimi dell’universo underground del capoluogo lombardo presentati da Zoe Vincenti (Milano 1975) il cui progetto “Limbo” è stato realizzato appositamente per la mostra.
Originali le opere (“Webcam” e “Camere Incustodite”), riunite sotto lo stesso progetto dal curatore Matteo Balduzzi, di Alberto Treccani (Brescia 1984) e Matteo Girola (Milano 1983) che celebrano il mondo anonimo e appiattito del web, dei social network e dei loro utenti.
L’evoluzione irregolare, amorfa e originale degli spazi abitativi più o meno legali invece accompagna lo sguardo di “Via Dante n.2”, di Alessandro Imbriaco (Salerno 1980), che ha con questo progetto il prolungamento di quanto aveva già iniziato a fare riguardo alla città di Roma. Baracche in legno o roulotte diventano i gusci polimorfi di una popolazione, lontana dagli occhi di tutti, abituata a nascondersi come la brulicante e umbratile fauna dei fondali oceanici, lontani dalla luce e lontani dai pensieri altrui, costretti a fare di ogni residuo uno scudo e un rifugio in cui poter crescere.

Hanninen

Una mostra interessante da vedere, scoprire e approfondire. Se anche tu fino a oggi hai modellato e disegnato lo skyline milanese sulla cadenza dialettale delle battute dei cummenda televisivi, allora è giunto il momento in cui devi abbattere tutti gli stereotipi del caso e calarti nella profondità di questa città con questi dodici nitidi sguardi in HD.

“Milano. Vivo in una città occupata da gente occupatissima. Camminano tutti svelti, guardano le donne solo dopo le nove di sera. Questa città si sveglia ogni giorno un minuto prima.”
Marcello Marchesi

Dal 24 giugno al 18 settembre 2011

Enrico

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Questo è il suo articolo n°18

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