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Spazi grandi per giovani grandi

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Nelle città non c’è quasi mai spazio per i giovani: è difficile che le amministrazioni concedano di buon grado spazi per permettere ai giovani di creare officine culturali, organizzare eventi, di far rivivere le realtà urbane che si spengono con la chiusura dei negozi quando il consumismo più sfrenato “deve andare a letto”. Ma non dappertutto è così. Penso a Venezia…. qui i giovani possono contare su quasi 10000 mq (facendo qualche addizione) di spazi, in una città dove non si costruiscono certo edifici nuovi (Venezia è la stessa dal 1200) e gli spazi possiedono un valore inestimabile. Un po’ di dati…. I No Global, capeggiati da Casarini, il “disobbediente”, leader delle Tute Bianche del G8 di Genova (ve lo ricordate?), anni fa occuparono una ex fabbrica di Marghera, la zona industriale della città. Sì è vero, se ne sono impadroniti ma non sono mai stati sbattuti fuori da quello spazio e oggi il RIVOLTA (nome di battesimo del centro sociale) si presenta come un luogo dinamico e attivo nel panorama culturale del produttivo Nord-est che da quasi 10 anni produce cultura, cooperazione, socialità.

Altra occupazione, rivelatasi poi una concessione è quella dei Magazzini del Sale.

foto di J@M

foto di Giacomo Cosua

Pochissimi anni fa, un collettivo di giovani occuparono, dopo la concessione di soli 3 giorni per una mostra, un locale del centro storico di Venezia (del centro storico di Venezia!), spazio enorme in una delle città più delicate e tutelate del mondo, i Magazzini del Sale (sestiere di Dorsoduro), edificio in cui la Serenissima depositava il sale, e dopo qualche lamento l’amministrazione concesse loro di rimanere in quello spazio, accettando la proposta di gestione creativa.

Rivolta e Magazzini del sale, spazi bellissimi, in cui concerti, mostre e serate di musica animano le serate lagunari. Non dimentichiamoci che queste attività sono espressione di movimenti culturali, figli del lontano ’68, quelli che troveremo nei libri dei nostri nipoti, l’alternativa culturale, per farla breve, alla cultura di massa. In laguna, dunque, gli attivisti di questi ambiti aggregativi non sono considerati solo una presenza politica ingombrante né un mero problema di ordine pubblico, come in altre parti d’Italia. E non è finita qui.

Un vecchio e bellissimo palazzo del ‘600, sede del Centro di Salute mentale, nel cuore di Cannaregio, il sestiere più grande della città, concede nel 2001 (non è questa una occupazione!) a un gruppo di giovani 800mq dove sorge il centro culturale Boldù (la festa di riapertura martedì 20 gennaio), che tenta di animare le umide serate invernali con conferenze, mostre, concerti, workshop e laboratori di teatro, danza, disegno, fumetto. Come non ricordare OLTRE LO SPECCHIO, piccolo festival dei diritti umani del 2007? Non voglio qui certo fare riflessioni politiche o esprimere giudizi sulla eventuale legalità o presunta illegalità delle occupazioni (sia chiaro), ma solo informare che esiste una amministrazione che offre opportunità ai giovani, non ostile a concedere spazi per permettere loro di esprimersi…. E che spazi….date un’occhiata….

Eugenia Cristino

scritto da

Questo è il suo articolo n°5

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