Vuoi essere informato sui nostri Ticket Deals?
Iscriviti alla nostra newsletter.

* obbligatorio
Close

Stamperia 74/b e Milano Print Makers: passato, presente e futuro della stampa d’arte

La Stamperia 74/b è la più antica stamperia d’arte di Milano ed ha una storia punteggiata di aneddoti da ascoltare, di personaggi celebri come Mimmo Paladino fino ad artisti emergenti come Arianna Vairo. Ivan Pengo e Sara Ruggeri portano avanti una realtà artigianale con radici salde nel passato e lo sguardo verso il futuro: lo spazio ospita circa 20.000 opere di grafica dal ’50 a oggi ed è sede di Milano Print Makers, associazione che promuove mostre e progetti come Carta Canta lasciando inventare a pittori, illustratori e anche scultori nuovi modi di utilizzare una tecnica antichissima che sta vivendo un momento di riscoperta grazie alle autoproduzioni e a eventi come Inchiostro Festival.

Mi sono fatta raccontare da Ivan come nasce lo Spazio 74/b e che periodo sta vivendo la stampa d’arte in Italia.

 

 

 

Ci racconti come nasce la Stamperia 74/b?

 

Bisogna fare un po’ di passi indietro. Io sono nipote di Franco Sciardelli che è stato uno dei più grandi stampatori ed editori d’arte milanesi. Ho vissuto con lui fin da bambino ed ho vissuto la stamperia da sempre. Ho sempre avuto la passione per la carta, fin da ragazzino andavo a rubarne pezzetti, li ritagliavo, li annusavo, li mangiavo e perciò sono diventato carta-dipendente.

Finito il liceo ho fatto un’esperienza molto divertente lavorando per un anno ad Arcore all’acciaieria Falck dove ho istituito il primo ufficio marketing, finché un giorno firmo la lettera di dimissioni. Vado in stamperia da mio zio e gli dico che ho deciso di curare la parte editoriale dell’azienda, lui mi risponde “lì c’è una scrivania, sistematela”, così ho iniziato ad occuparmi dei libri. Nel frattempo c’era Flavio Frattini un tipo che faceva un lavoro stranissimo cioè vendeva tutto l’occorrente alle stamperie d’arte in giro per l’Italia e nello specifico le carte. Un giorno Flavio arriva dicendomi che ha deciso di smettere di fare quel lavoro e mi propone di prendere in mano la sua attività. Io con incoscienza ho detto subito di si e ho aperto l’azienda che si chiama Il Foglio che fornice le stamperie d’arte italiane di inchiostri, torchi, attrezzi, feltri facendo da tramite tra artigiani e aziende produttrici.

 

 

Una ventina di anni fa sono cambiate un po’ di cose nel panorama delle stamperie: quando ho iniziato questo mestiere trenta anni fa a Milano c’erano circa 24 stamperie d’arte attive, oggi ce ne sono due di cui una è la mia e questo è successo in tutta Italia.

Mio zio è venuto a mancare l’anno scorso all’età di 84 anni e di conseguenza ho preso le redini della stamperia che negli ultimi anni è diventata anche la parte più divertente del mio lavoro. La vendita di materiali ormai consiste nel ricevere una mail con una richiesta e spedire un pacchetto e oggi sono più le realtà che chiudono di quelle che aprono, mentre nella fase artistica della stamperia c’è ricerca quotidiana, ogni giorno si entra in contatto con nuovi artisti e progetti.

 

 

Cosa comprende oggi lo Spazio 74/b?

 

L’anno scorso ho preso uno spazio libero adiacente la stamperia per dedicarlo alle esposizioni e completare quello che è diventato un polo e chiamiamo Spazio 74b dove convivono la stamperia, il fornitore di materiali e il fondo Sciardelli che è uno dei fondi più importanti inerenti alla grafica. Abbiamo una delle biblioteche più grandi d’Europa sulla stampa calcografica e tipografica con le monografie dei più grandi incisori del secolo scorso e un archivio di 20.000 fogli di grafica con opere stampate dal ’50 ad oggi. Inoltre abbiamo un’associazione chiamata Milano Print Makers che si occupa di divulgare la stampa d’arte in Italia e nel mondo promuovendo mostre in paesi come Giappone, Germania, Spagna.

 

 

 

Cos’è il progetto Carta Canta?

 

La galleria 74b che ha iniziato il progetto Carta Canta dove abbiamo “provocato” sette giovani artisti che si occupano d’arte contemporanea e non avevano mai fatto incisione, ci siamo messi a disposizione con le nostre competenze per aiutarli a realizzare un progetto di grafica e a loro abbiamo chiesto di stupirci un po’ e di sentirsi liberi da ogni costrizione accademica e tecnicismo per cercare di rendere l’incisione un prodotto d’arte contemporanea in tutti i sensi. Questo perché penso che la tecnica sia “una tecnica”, quello che vince è l’immagine, se è forte vive per quello che è non per come è stata fatta.

 

 

Che periodo sta vivendo la stampa d’arte in Italia?

 

La stampa d’arte ha vissuto un periodo di magra però negli ultimi 4 o 5 anni c’è una grossa ripresa e soprattutto un avvicinamento da parte dei giovani e questo non mi stupisce perché nella storia la grafica è sempre stata un prodotto che doveva servire per dare la possibilità ai più di poter godere di un’opera unica anche se riproducibile in più copie ad un prezzo abbordabile.

Credo che ci siano delle grandi possibilità su prodotti che possono costare da 0 a 350 euro e c’è una buona fetta di mercato pronta a recepirli.

 

 

A partire dalla stampa calcografica e tipografica vedo che ci sono molti giovani che recuperano macchine tipografiche e lavorano sul lettering, sulle piccole edizioni, sui manifesti. I galleristi del secolo scorso hanno fatto un po’ muro per mantenere dei nomi, Mimmo Paladino è uno dei più grandi incisori al momento ma da lì in giù non sono stati guardati con interesse gli artisti giovani, si è deciso che la stampa doveva rimanere da parte e bisogna lavorare con il pezzo unico. Devo dire che con l’avvento di internet ci si sente molto meno soli perché si trovano tanti “matti” come te in qualunque parte del mondo con cui si dialoga e ci si scambiano consigli. Bisogna sentirsi cittadini del mondo e confrontarsi con gli Stati Uniti, il Sud America, il Giappone, la Cina.

Stiamo lavorando a un’iniziativa che coinvolgerà studenti del Golfo Persico che verranno qui a imparare e saranno inviati lì ed esposti in delle gallerie alcuni dei nostri prodotti come nel caso di Segni moderni, mostra di 22 giovani artisti che ha già girato per due anni nel circuito dell’Associazione nazionale galleristi giapponesi.

 

 

Com’è una vostra giornata tipo?

 

E’ difficile dichiararlo perché si naviga a vista e non c’è programmazione di lavoro a lungo termine. La giornata inizia alle 8 e 30: arrivo, rispondo alle mail, arriva Sara che si occupa della comunicazione, arriva Moreno e iniziamo a programmare la giornata di stampa. Quando arrivano gli artisti li si segue insieme, nel contempo Vito si occupa della parte amministrativa e burocratica, l’evasione degli ordini dei materiali, poi in genere ci incrociamo con qualche evento. La cosa molto bella è che non si ha la sensazione di andare a lavoro: si trascorre una quotidianità immersi nei libri, nelle stampe, con le persone che hanno voglia di parlare d’arte. Ci sono problemi come in tutte le aziende ma non ho mai avuto il problema di dire “domani è lunedì devo andare a lavoro”.

 

 

Qualche anticipazione sulle prossime mostre a cui state lavorando?

 

Abbiamo mostre in calendario fino al febbraio 2017: da settembre continua Carta Canta con Mirko Canesi, Cristiano Focacci Menchini, T-Yong Chung, Samuele Menin. Sempre a settembre ci sarà una mostra di stampe tradizionali giapponesi, inoltre collaboreremo col Museo Bodini per una grande collettiva. Insomma se ci sono spazi disponibili materiale da esporre ne abbiamo tanto e siamo pronti.

 

Le opere che compaiono nelle foto sono di Shuhei Matsuyama e Arianna Vairo.

 

Foto credits: www.soukizy.com

 

Per saperne di più:

www.facebook.com/Stamperia74b/

www.ilfoglio-sas.com/about74b

la Germanz

scritto da

Questo è il suo articolo n°102

Sullo stesso genere:

Community feedback