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Ti va di fare un salto al Vinyl Factory?

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Siamo degli scrocconi. Lo ammettiamo e non ce ne vergognamo. La nostra specialità è estorcere, con le buone o le cattive, foto, recensioni e “trasferte” in giro per feste e locali lungo tutto lo stivale. Il problema è che c’è troppa roba da seguire, vorremmo essere dappertutto ma per ovvie ragioni fisiche e logistiche non riusciamo a stare dietro a tutti gli eventi che meritano.

Per questo motivo appena possiamo “agganciamo” qualche amico lontano tramite facebook e facendo ricorso ad ogni forma di costrizione psicologica (stalking compreso) per convincerlo a farci da reporter per una sera. Quando ci va bene il poveretto, che aveva tutt’altro programma per la serata, pur di non mandarci a quel paese ci risponde con un asettico “ok” accompagnato quasi sempre da un’emoticon sorridente, ma sappiamo bene che dall’altra parte del monitor c’è qualcuno che ci odia.

La nostra ultima vittima è stata Mariangela che per sua sfortuna vive a Roma ed è diventata un nostro ricorrente bersaglio. Questa volta però era per una buona causa. Sabato 21 marzo c’è stata l’apertura di Vinyl Factory, il vinilificio creativo, allestito presso Mondopop Gallery di Via de Greci a Roma. Ad attendere la nostra amica/inviata c’erano le opere su vinile realizzate da un bel po’ di esponenti della street art italiana, chiamati ad “intervenire” su superfici diverse dai soliti intonaci su cui solitamente “lavorano” (per chi non l’avesse capito non sto parlando di muratori bensì di artisti).

Il supporto era infatti la superficie vinilica di polverosi 33 giri destinati al macero. Dalle foto che la nostra Mariangela ci ha gentilmente inviato potrete comprendere ed apprezzare la “rinascita” di questi vinili attraverso la riconversione ad opera d’arte. Dopo aver ringraziato la nostra amica per le foto ne abbiamo approfittato per chiederle un giudizio sulla serata, ecco cosa ci ha risposto nella sua mail.

“Premetto che non ci sono stata tanto causa freddo glaciale. Lo spazio era piccolo e c’era tanta gente, insomma le opere non si potevano guardare con calma. L’allestimento, come potrai vedere dalle foto, era molto “basic”. Il pubblico giovane, universitari e artistoidi fascia d’età 25-35. La palla è stata che non si poteva chiacchierare, causa mancanza di spazio. La serata è stata molto carina l’atmosfera rilassata e incuriosita. La serata nel complesso è andata bene”.

Che dite ci fidiamo?

Le altre foto (di Mariangela Pagano) le trovate nella sezione PICS

Dimitri Grassi

scritto da

Questo è il suo articolo n°319

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