Vuoi essere informato sui nostri Ticket Deals?
Iscriviti alla nostra newsletter.

* obbligatorio
Close

Intramoenia Extra Art

Si parla di:

foto di Baldo Diodato

Il grand tour della meraviglia nei Castelli del Salento

«Ogni anno un gruppo di castelli diverrà ostello e riserva indiana per artisti del contemporaneo scelti in un’ottica multimediale multiculturale e trasnazionale. In tal modo si crea un nomadismo culturale che porta i protagonisti dell’arte a viaggiare, a risiedere nel territorio pugliese. La Puglia diventa il teatro di un evento culturale in cui l’arte contemporanea progetta paradossalmente il proprio passato incontrandosi con la storia dei luoghi. Di questi luoghi. Un grand tour per tutti–. (Achille Bonito Oliva)

L’arte contemporanea torna nei castelli di Puglia con la terza edizione di INTRAMOENIA/EXTRA ART, il progetto di valorizzazione dei monumenti pugliesi con la direzione scientifica di Achille Bonito Oliva, a cura di Giusy Caroppo. Dopo aver coinvolto Castel del Monte ed i siti dauni di Lucera, Monte Sant’Angelo e Manfredonia INTRAMOENIA/EXTRA ART inaugura Il Grand Tour della Meraviglia a Lecce, Muro Leccese ed Acaya.

A Lecce, dal Castello Carlo V – una delle piu’ grandi fortezze di Puglia – allarga uno sguardo sulla città Oliviero Toscani (Milano, 1942): lo -spazio libero- sulla Torre mozza e’ occupato da un’immagine inedita del maestro della comunicazione, inno alla meraviglia della bellezza ma insieme critica alla sua degenerazione.
All’interno del castello, una sala multimediale e’ a disposizione dei visitatori per conoscere il progetto -La sterpaia-, approfondire in modo interattivo la storia e l’architettura dei castelli pugliesi e visitare virtualmente le scorse edizioni di Intramoenia Extra Art nei video documentari di Carlo Michele Schirinzi.

A Muro Leccese la mostra anima il Palazzo del Principe ed il Borgo Terra – esempio di -villaggio chiuso- rinascimentale sottoposto al controllo del feudatario Protonobilissimo – la cui fisionomia e’ risultato di un’evoluzione edilizia avvenuta tra il XV ed il XIX secolo.
Nelle sale del primo piano, l’invito a risolvere il Rebus interattivo dei ConiglioViola (Fabrice Coniglio e Andrea Raviola, collettivo nato a Torino nel 2000) e’ la via d’accesso al percorso mostra che si snoda nella meraviglia del -pensiero-, riletta da Francesco Schiavulli (Bari, 1963); passa attraverso le tracce di storia sedimentate nelle -impronte- di Baldo Diodato (Napoli, 1938), negli interventi sonori di Luca Maria Patella (Roma, 1934) nei sotterranei, per giungere nei sotterranei, dove la struggente installazione di Luisa Rabbia (Pinerolo – Torino, 1970) convive con i segni arcaici di Mimmo Paladino (Paduli-Benevento, 1948) distribuiti tra spazi esterni, suggestivi ipogei e nell’imponente trappeto dell’antico borgo.

Il castello dalla cittadella fortificata di Acaya (ex Se’gine), fabbrica dalla pianta trapezoidale costruita nel 1548 su disegno dell’architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya, si apre per la prima volta al pubblico dopo i lavori di restauro finanziati dalla Provincia di Lecce. Il grand tour si muove dall’affresco tardo-bizantino raffigurante l’iconografia della -Dormitio virginis-, tra i ruderi della chiesetta rinvenuta dove Virginia Ryan (Camberra – Australia, 1956) interviene con un’operazione site specific, legandosi alle tradizioni femminili locali, quindi – al primo piano – la comunicazione oltre la parola di HH Lim (Malaysia, 1954) e la dimensione esoterica di Vettor Pisani (Napoli, 1934), quella futuristica e neo-spirituale di Maurizio Elettrico (Napoli, 1965) e quella visionaria di Paolo Consorti (San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno, 1964), cui fa da contrappunto lo sguardo crudo sulla realtà contemporanea di Maja Bajevic (Sarajevo – Bosnia Erzegovina, 1967) per chiudere con la produzione surreale di Franco Dellerba (Rutigliano – BA,1949); al piano terra, passando per il cortile, negli ipogei incontriamo la raffinata ricerca spaziale di Anish Kapoor (Bombay – India, 1954) e la rilettura ironica delle radici contadine di Perino&Vele (Emiliano Perino – New York, 1973 e Luca Vele, Rotondi – AV, 1975).

L’iter del viaggio procede attraverso sale stuccate o in pietra, maestose o povere, terrazze all’aperto ed ipogei, fregi a tema laico o religioso, echi risuonanti di vita e storia, trappeti e forni tra le eterne creazioni del lavoro umano, accompagnati dallo spettacolo di una natura incontaminata, sfondo continuo al Grand tour della meraviglia.

Il gran capo

scritto da

Questo è il suo articolo n°3459

Sullo stesso genere:

Community feedback