LOADING 2008
Loading è un progetto nato nel 2005, oggi alla terza edizione, con l’idea di creare un evento che divenisse una piattaforma di idee e punto di riferimento per i cittadini della provincia. La mostra ridisegna gli spazi del Castello Baronale e si costituisce come manifestazione della necessità di ripensare il rapporto tra main system dell’arte contemporanea ed esperienza individuale/collettiva negli spazi della città. Rinnega una permanenza ingombrante, attraverso l’arte e l’evento temporaneo propone al cittadino di guardarsi attorno, di discuterne i principi ma, prima di tutto, di ritrovarsi in comunità. Un invito ad una riflessione collettiva ed individuale sul luogo fisico e concettuale in cui l’opera e il pubblico vivono.
L’edizione del 2008 è a cura di Nicola Cante, Francesca Riccio e Francesco Tufano, coinvolge otto artisti di differente formazione e poetica negli spazi degli ex granai (Matteo Casamassima, Massino Pianese, Susy Sgueglia) e del giardino (afterall, Enzo Calibè, Domenico Di Martino, Daniela Politelli, Giacomo Tringali). In catalogo testi di Maria Giovanna Mancini e Stefano Taccone.
Che cos’è il loading? Letteralmente il fenomeno del “caricamento”. Esso descrive il condensarsi dell’essere rispetto al nulla, l’atto che diviene potenza. In tale processo inoltre, in forza di strutture precostituite dalle stratificazioni esperienziali, risulta già perfettamente carpibile l’esito successivo. La dimensione centripeta che ad esso è propria, sottende un immancabile esito centrifugo. Tutto ciò che oggi si va coagulando prefigura la sua futura espansione.
Il cilindro erboso di Enzo Calibè, attraverso l’azione alternata richiesta al fruitore, descrive un processo circolare quanto la forma dell’opera. Il loading come attesa di una nuova imminente riformulazione ispira la gaia e chiassosa moltitudine di omini snodati e variopinti di Daniela Politelli. Sul motivo dell’attesa si concentra anche il video di Massimo Pianese, non più perseguendo la cristallizzazione del contingente, ma tramite la lenta ed appena percettibile mutazione delle immagini. Ancora di attesa, qui denunciante un’eco della tradizione metafisica italiana, ci parlano i dipinti di Matteo Casamassima, liberamente ispirati al paesaggio di Scampia con le sue emblematiche vele. Una natura rimodellata ritorna invece protagonista nel grande ramo di Giacomo Tringali. La ricerca di Susy Sgueglia è tesa a carpire le configurazioni invisibili della luce in movimento con l’ausilio filtrante di oggetti. Domenico Di Martino innesta sul ciclo organico di inspirazione ed espirazione una implicazione metaforica. Il duo afterall sprigiona dall’ambiente del pozzo un nodo energetico.