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NMLRG | Ariano Irpino

Casa circondariale di Ariano Irpino

Non me la racconti giusta

Un progetto di arte pubblica a cura di Collettivo Fx e Nemo’s

Dal 07 all’11 novembre 2016

Casa circondariale di Ariano Irpino

 

“Non me la racconti giusta” è un progetto ideato da ziguline, magazine di cultura contemporanea, gli artisti Collettivo Fx e Nemo’s, e Antonio Sena, fotografo e videomaker e si pone l’obiettivo di tornare a parlare di carcere attraverso una serie di interventi di arte pubblica nelle carceri italiane.

Il primo intervento ha preso vita dal 07 all’11 novembre 2016 nella Casa circondariale di Ariano Irpino, dove Collettivo Fx e Nemo’s hanno guidato un gruppo di sette detenuti durante tutte le fasi del progetto.

Il presupposto principale di “Non me la racconti giusta”, infatti, è che il progetto sia pensato e concretizzato dagli stessi detenuti e non che rappresenti un’opera introdotta dall’esterno. È in questo modo che Dymitro, Roberto, Antonio, Giuseppe, Jimmy, Stanislao e Aleksandr hanno collaborato tra di loro e con gli operatori elaborare un’idea che racchiudesse tutti i pensieri e i valori che li accomunavano. Durante la prima giornata, tutti seduti a un tavolo, hanno discusso e ideato il disegno e subito dopo i lavori sono ufficialmente cominciati.

Il risultato è il volto di un Ulisse di 20×5 metri, la cui barba si estende sulle pareti dell’edificio e fissa gli astanti con sguardo severo. Le lunghe ciocche di barba sono composte da circa 50 disegni realizzati da ognuno dei sette ragazzi, mentre, Collettivo Fx e Nemo’s, si sono occupati del volto, sempre aiutati dai detenuti. La scelta di Ulisse non è casuale, il suo lungo viaggio pieno di insidie si associa facilmente alla personale odissea dei detenuti e, per entrambi, il ritorno a casa è la forza motrice che spinge a superare ogni difficoltà.

Tra i tanti elementi che sono emersi da questa esperienza è che, a differenza del lavoro, il coinvolgimento dei detenuti in un progetto di tipo culturale è sicuramente più inusuale e ha richiesto più fatica per superare certe resistenze, ma allo stesso modo è stato molto motivante. Non la semplice esecuzione di un compito, ma la necessità di portare a termine un progetto nel migliore dei modi e nei tempi stabiliti sono stati l’impulso che ha permesso ai ragazzi di dare vita a un murales che rimarrà sulle pareti del carcere a ricordare l’impegno e le capacità di ognuno di loro.

È emersa, inoltre, una serie di complessità legate al trascorso di ognuno dei detenuti, alla pesante burocrazia interna e alla mancanza di fondi e risorse del carcere. La risposta all’interrogativo iniziale, ovvero “il carcere assolve alla sua funzione rieducativa?” è difficile dare una risposta. Di certo l’esperienza è troppo limitata e ha permesso di analizzare solo una parte del problema. Il carcere rappresenta un nodo centrale che sta in mezzo a due momenti problematici, l’esperienza personale di ogni detenuto e il futuro, complicato dal pregiudizio e dalla mancanza di risorse e di una rete si sostegno che permetta il reinserimento.

La collaborazione, l’importanza di portare a termine un obiettivo, l’interazione con gli altri detenuti e la partecipazione in un progetto culturale sono stati i principali risultati di “Non me la racconti giusta” ad Ariano Irpino.

Il secondo step del progetto si è svolta invece nella Casa di reclusione dal 21 al 25 novembre 2016 e il team è già al lavoro per organizzare le prossime tappe del progetto in altre carceri italiane. Inoltre, nei prossimi mesi i due artisti saranno impegnati in un’opera all’esterno per richiamare i lavori realizzati nelle carceri.

Partner e sostenitori

“Non me la racconti giusta” è stato permesso grazie alla disponibilità della Casa circondariale di Ariano Irpino e al Ministero della Giustizia.

Un ringraziamento speciale va a: Eternal Brico, Damedia, Associazione D.n.a., Pignata in Bellavista, Lamerì PubArt.

 

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