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Siamo stati a 30 anni di Anlaids al Museo MAXXI

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Ieri al Museo MAXXI di Roma è stato inaugurato l’evento di cui vi abbiamo parlato in questi giorni, 30 anni di Anlaids, un’occasione per festeggiare l’associazione italiana nata ne 1985 con lo scopo di diffondere la prevenzione, l’informazione e l’assistenza per l’infezione da HIV nel nostro paese e io anche io ho partecipato all’inaugurazione per raccontare a voi la bellissima iniziativa che sarà possibile visitare ancora per oggi e domani.

Nello Spazio D del Museo MAXXI gli organizzatori della mostra hanno realizzato un percorso circolare fatto di cartone nel quale è stata raccontata la storia dell’Hiv e dell’AIDS, dalle cause biologiche fino all’introduzione dei nuovi farmaci, e in particolare la nascita di Anlaids e di tutte le sue battaglie atte a sostenere non solo i malati che hanno contratto il virus nel corso di questi trenta anni ma anche la prevenzione tra la popolazione italiana che è venuta a conoscenza della malattia proprio nella prima metà degli anni ottanta.

Questo percorso ideato dagli organizzatori dell’evento permette a chiunque di comprendere la storia e l’evoluzione dell’HIV poiché raccontato tutto con i giusti termini, anche le questioni riguardanti la differenza tra hiv e aids, il primo è un virus e la seconda è la malattia che ne consegue, sono state evidenziate le ricerche in ambito scientifico, quindi l’introduzione progressiva di nuovi farmaci, all’inizio molto costosi e quindi poco fruibili, e la successiva scesa in campo di associazioni in tutto il mondo in supporto ai malati e alla ricerca, proprio come Anlaids che ancora oggi si batte in particolare per la prevenzione del virus con campagne di sensibilizzazione.

Stando a quanto sostiene Il Programma delle Nazioni Unite per l’AIDS/HIV sono circa 25 milioni i morti dal 1981, anno in cui venne diagnosticato l’Hiv per la prima volta negli Stati Uniti, fino ad oggi e sebbene la scienza abbia fatto passi da gigante bisogna continuare a sostenere le buone cause come quella di Anlaids e di altre associazioni nel mondo che puntano, come dicevo qualche riga sopra, soprattutto sulla prevenzione. Quando si parla di una cosa seria bisogna essere seri perché l’Hiv e l’Aids sono delle questioni ancora irrisolte, sappiamo come e dove è nato il virus, in Congo nel 1959, e dal 1960 è passato nella popolazione umana dagli scimpanzé che ancora oggi in Africa vengono cacciati, macellati e mangiati. Sappiamo che il contagio può avvenire non solo tramite rapporti sessuali non protetti con malati sieropositivi, tra tossicodipendenti che si contagiano tra loro tramite siringhe, come è avvenuto soprattutto in Europa, ma anche attraverso trasfusioni e prelievi forzati come è avvenuto il contagio in Cina e soprattutto il contagio verticale da madre a figlio nel periodo di gestazione e allattamento, come continua ad avvenire in Africa dove sono morti 14 milioni di bambini.

Il preservativo è il punto fondamentale della prevenzione, tutte le associazioni come Anlaids coinvolte nella malattia che viene ormai considerata pandemia si battono per l’utilizzo di questo metodo contraccettivo che può salvare milioni di vite e prevenire dunque il processo di diffusione per raggiungere l’obiettivo che l’associazione italiana si è prefissata: Zero contagi, Zero discriminazioni e Zero morti.

L’AIDS continua a mietere vittime in tutto il mondo e molti sono i nomi celebri morti proprio a causa di questa malattia negli anni ottanta come Freddy Mercury, Anthny Perkins e nel 1990 il grande Keith Haring, del quale ho sentito spesso pronunciare il suo nome ieri tra le persone che hanno partecipato all’inaugurazione. Dunque l’artista americano fa da filo conduttore all’opera realizzata da Agostino Iacurci sul muro dell’ospedale L. Spallanzani di Roma, centro all’avanguardia per la specializzazione nella cura della malattie infettive dove proprio in questo momento si sta svolgendo il XXVIII Convegno Nazionale Anlaids. Il bellissimo lavoro di Iacurci, non poteva essere altrimenti e io non mi stanco di ripetere che è il migliore street artist italiano, è visibile da ieri, come vi avevamo accennato con le immagini che vi abbiamo fatto vedere e mi piace pensare che la sua realizzazione possa essere un ulteriore esempio di sensibilizzazione verso l’Hiv e l’AIDS perché, come recita il titolo del convegno “L’AIDS è cambiata, ma il problema non è risolto”.

Vi aspettiamo al Museo MAXXI, oggi e domani.

Eva Di Tullio

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Questo è il suo articolo n°178

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