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A Roma c’è una Nuova Gestione

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Da pochi, pochissimi giorni ha preso il via, quartiere popolare del Quadraro (alla periferia sud della Capitale) un progetto che appariva come vincente già prima di inaugurare.
Lavorando “sul campo” artisti, curatori, locatori e abitanti hanno dato vita ad un percorso che, da un lato, mostra la vitalità di un quartiere che ha sempre conservato la propria identità e la propria attitudine alla solidarietà, dall’altro l’energia dell’arte, indirizzata a una conversione positiva di spazi decadenti e ormai in disuso.

Ad ogni artista selezionato è stato affidato in “gestione” uno spazio commerciale sfitto o in vendita per cessata attività. Questi sono Marco Bernardi, Margherita Moscardini, Luana Perilli, Lino Strangis, Elisa Strinna, Angela Zurlo.
Incuriositi dalle dinamiche di partecipazione e scambio fra tutti gli attori coinvolti abbiamo deciso di incontrare Nicoletta Guglielmucci, una delle curatrici di Nuova Gestione e di Sguardo Contemporaneo.

Ciao Nicoletta, ci racconti un po’ come è nato il progetto di Nuova Gestione?

Da un’osservazione quotidiana: basta passeggiare in qualsiasi zona di Roma, dai quartieri più ricchi fino a quelli più popolari, per accorgersi del numero di locali sfitti presenti in città. L’idea di riattivare questi spazi attraverso l’arte, coinvolgendo artisti emergenti, ci è sembrata subito un’idea semplice ma efficace.

Cosa intendete per fruizione estesa?

Spesso si sente dire che l’arte, specie quella contemporanea, è lontana dalla gente. Nuova Gestione è stato concepito anche per accorciare questa distanza, portando l’arte in un contesto spesso tagliato fuori dai circuiti espositivi: non a caso gli artisti hanno cercato il contatto diretto della gente del Quadraro, coinvolgendola nei processi creativi. Gli artisti hanno reinterpretato la memoria storica del quartiere, ma anche le aspettative e le problematiche di chi oggi vive al Quadraro, sia abitanti da generazioni che immigrati. La partecipazione del contesto è sicuramente un elemento integrante del progetto. A questo proposito, abbiamo puntato molto anche sul coinvolgimento delle scuole e degli isituti della zona, organizzando un fitto programma di visite guidate sia per le classi che per le famiglie del quartiere.

Come vi siete orientati nella scelta degli artisti?

La selezione è avvenuta in base al gusto del collettivo e in linea con la capacità degli artisti di adattarsi e interpretare i contesti, siano essi fisici (spaziali) o relazionali. Abbiamo dato priorità al lavoro, alle opere. Certo, gli artisti – per quanto giovani – hanno già esperienze alle spalle, ma la scelta non è avvenuta solo in base ai curricula o seguendo le linee dettate da gallerie e mostre.

Ci sono state bagarre durante l’assegnazione degli spazi?

Gli artisti hanno accettato senza problemi gli spazi che abbiamo pensato per loro. Ci siamo comunque confrontati con loro nel corso di vari sopralluoghi e la loro risposta è stata davvero entusiastica: tutti proporranno opere inedite progettate per dialogare con il contesto e con lo spazio…

Come sono state le reazioni del quartiere di fronte all’incessante lavorio dei giorni dell’allestimento? Vi hanno supportato?

Il rapporto con il quartiere lo abbiamo vissuto come parte integrante del lavoro e come un’esperienza formativa e propedeutica al lavoro che portiamo avanti: anche prendere un caffè al bar, scambiare due chiacchiere con i passanti incuriositi o attaccare una locandina in un negozio sono modi per conoscere meglio il contesto e attirare le persone.

Oggi il lavoro del curatore è oggi più precario che mai, ci togli una curiosità…alla fine secondo te, paga? E se sì, in che modo?

Il progetto ci ha sottratto energie, fisiche, mentali ed economiche, nonostante il sostegno indispensabile dei partner. Ma noi vediamo tutto ciò come una forma d’investimento: proporre un progetto che ci appassiona, seguirlo passo dopo passo e poi vederlo realizzato dopo un anno di impegno è il massimo. Sentiamo di fare qualcosa che può dare un piccolo, ma significativo contributo per avvicinare l’arte alle persone. E questo ci ripaga di tutti gli sforzi.

Per saperne di piú: www.nuovagestione.net

Marianna Fazzi

scritto da

Questo è il suo articolo n°13

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