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I corpi di Julian Opie

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Eleganza, equilibrio e semplicità. Poche parole per descrivere la vastissima produzione di Julian Opie, la cui personale è allestita presso la sede milanese della Lisson Gallery.
Julian Opie si è laureato nel 1982 al Goldsmith College of Art di Londra. Considerato tra gli artisti più significativi della propria generazione, ha esposto in molte gallerie internazionali dalla Tate Liverpool, all’IVAM di Valencia, alla Lisson Gallery di Londra, al City Hall Park di New York. Inoltre, molte sue opere sono raccolte in prestigiose collezioni come il British Museum di Londra, il MOMA di New York, il MoMAT di Tokyo, la National Gallery of Victoria di Melbourne.

Julian Opie - Passers-by

Il suo linguaggio artistico divenne popolare nel 2000 grazie alla realizzazione della copertina The Best of dei Blur. Successivamente, nel 2006, per il Vertigo Tour degli U2 ha elaborato un grande monitor al LED in cui è riprodotto un uomo che passeggia. Recentemente è stato incaricato di progettare un francobollo per la Royal Mail in occasione delle prossime Olimpiadi 2012 che si svolgeranno nella capitale britannica.
Il suo inconfondibile stile è basato sull’essenzialità: pochi tratti e campiture di colori piatti che annullano la tridimensionalità per restituire una figura umana stilizzata, ridotta a una sagoma, colta in gruppo o da sola, mentre cammina o si riposa. Tuttavia, nonostante la semplificazione, l’inglese ha elaborato un lessico innovativo e contemporaneo. Il suo processo di creazione inizia dal disegno: soggetti femminili e maschili delimitati da una spessa linea di contorno in cui è ravvisabile l’influenza della cartellonistica pubblicitaria. Altre fonti d’ispirazione sono la scultura, la ritrattistica classica e perfino la xilografia giapponese.
La galleria londinese, propone una selezione di lavori realizzati su diversi supporti (dal LED, al granito, al vinile, alla serigrafia fino all’alluminio) e ispirati dalla collaborazione, avvenuta nel 2009, con il coreografo del Royal Ballet Wayne McGregor per la produzione di Infra. Per quell’occasione Opie ha concepito uno schermo al LED mobile che, oltre a essere lo sfondo della scena, si contrapponeva ai ballerini e alla loro danza. Tema storico, questo, che si riallaccia alla grazia de L’Etoile di Degas, passando per la vivace Dans di Matisse fino ad arrivare ai sporchi e lividi piedi della ballerina dei MASBEDO (Until the End, video 4’52’’, 2011).

Julian Opie - Caterina dancing naked I

Entrando nel cortile della location l’odore di vin brulé, servito da un nutrito catering, cattura l’olfatto dello spettatore mentre il suo occhio è rapito dalla monolitica scultura al LED Jennifer walking 2 dove la ragazza, ridotta ad un icona somigliante ad un segnale stradale, incede in modo fluido verso una meta infinita e irraggiungibile. Jennifer è il nostro alter-ego, in quanto i suoi anonimi connotati assumono le sembianze di colui che, incantato, la osserva rispecchiandosi.
All’interno della sala espositiva spiccano due tele in contrapposizione tra loro. Su una parete domina il movimento congelato di Eric e Sara.3. bloccati in una posa plastica traboccante di energia. Mentre, sul pannello di fronte regna la compostezza di Aniela disrobed I in cui è ritratta la moglie dell’artista, sorpresa senza veli nell’intimità del suo bagno. Il tradizionale leitmotiv della bagnante è qui riattualizzato, evocando la fanciulla colta in fragrante nel suo boudoir da Degas in La Tinozza.
Anello di congiunzione tra questi antitetici quadri è la scultura Ed and Marinela.9. posta al centro della stanza, la cui tridimensionalità permette al fruitore di coglierne i molteplici punti di vista. Tuttavia, il freddo alluminio su cui sono pitturati contrasta con la passione per il balletto che essi trasmettono.

Julian Opie - Ed and Marinela.9.

Nello stesso spazio possiamo ammirare anche Jeremy and Siân walking.I in cui la scioltezza del procedere a piedi proposto nel video al LED è qui interrotta, come se l’elaborazione grafica fosse l’estrapolazione di un suo fotogramma.
Nel giardino interno permane questo raffronto tra dinamicità e staticità. In Caterina dancing naked II la leggerezza e l’instabile posizione della danzatrice, colta durante la performance, si oppone alla durezza e pesantezza del granito in cui è incisa. In Aniela at the spring invece, la donna è fermata in una pudica posa che richiama la Venere botticelliana. La trasparenza del vetro, su cui Aniela è dipinta, allude alla limpidezza delle acque da cui è appena nata la dea. Il riferimento all’iconografia antica è, oltretutto, rafforzato dalla presenza di un anfora.
Nel muro di sostegno del cortile, al di sotto del livello stradale, è collocato il wall-painting Passers-by. Un affresco murale in cui, attraverso la giustapposizione di bianco e nero, sono raffigurate silhouette anonime, maschili e femminili, che s’ignorano a vicenda poiché ognuna si dirige, senza distrarsi, verso la propria meta.
I protagonisti “senza volto” rappresentati da Julian siamo noi stessi, spogliati della nostra identità, dei tratti fisiognomici che ci rendono apparentemente diversi, ridotti ad un’immagine simbolica che permette di immedesimarci e di riflettere sulla natura della realtà umana per poterla comprendere al meglio.

Per saperne di più:
www.lissongallery.com
www.julianopie.com

Maila Buglioni

scritto da

Questo è il suo articolo n°10

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